L’art.43 t.u. espropriazione: pregi e difetti

All’indomani del varo dell’art.43 t.u. [4] provammo ad interrogarci, non certo in una prospettiva persecutoria nei confronti del giudice ordinario ed invece conciliante verso quello amministrativo, sulla congruità di tale disposizione, evidenziando non secondari problemi di costituzionalità rispetto alle modalità prescelte per introdurre un meccanismo destinato a scardinare il precedente sistema all’interno di un decreto legislativo strettamente condizionato dai principi fissati nella legge delega [5], ma anche possibili vizi di sostanza della neonata acquisizione sanante.

Quel che apparve subito chiara era la difficoltà di capire se il tentativo di dare sistemazione giuridica alla vicenda delle occupazioni illecite che aveva spinto il Consiglio di Stato a formulare l’ipotesi poi recepita nel t.u.e. si fosse mosso sui binari costituzionali che lo stesso t.u.e. aveva espressamente affermato di volere perseguire (v. art. 2, c... _OMISSIS_ ....

In senso positivo militavano talune ragioni.

Infatti, l’introduzione di una previsione normativa che sanciva la possibilità di acquisire l’opera illecitamente realizzata sembra soddisfare in pieno il requisito di legalità scolpito nel comma 3 dell’art. 42 Cost. ed anzi forniva concreta risposta alla richiesta di eliminare le storture di un sistema nel quale era venuto a crearsi un nuovo modo di acquisto della proprietà per effetto di una giurisprudenza pretoria non agganciata a dati positivi.

Riconoscere che l’effetto traslativo non si produceva per effetto dell’illecito, che tale restava ai fini risarcitori sebbene agganciato all’adozione di un provvedimento amministrativo, nella ricorrenza di esigenze pubblicistiche specificamente individuate, poteva in effetti considerarsi mezzo di legalizzazione delle occupazioni abusive, preservando al contempo gli interessi economici privati – desti... _OMISSIS_ ...sarcimento pari al valore venale ben diverso da quello riconosciuto al proprietario espropriato legittimamente - e ponendo fine ad un’epoca in cui la generalità ed astrattezza del comando legislativo era stata soppiantata da uno ius dicere giurisprudenziale sganciato da sicuri parametri normativi, necessariamente casistico, zig-zagante, non uniforme ed anche, per certi aspetti, penalizzante per le ragioni proprietarie che finivano con l’essere frustrate da un meccanismo della prescrizione talmente incerto da mettere la pubblica amministrazione in condizione di acquisire gratuitamente la proprietà.

Anzi, la tanto attesa risposta normativa avrebbe potuto non solo introdurre elementi di legalità sostanziale prima affidati dalla giurisprudenza alla dichiarazione di p.u., ma anche finalmente chiarire che il trasferimento coattivo della proprietà può essere stabilito ex post, sanando retroattivamente situazioni di illegittima occupazione di beni di p... _OMISSIS_ ...a.

Del resto, il sindacato giurisdizionale riconosciuto al privato sul provvedimento di acquisizione avrebbe forse potuto consentire non solo di eliminare le determinazioni viziate, ma anche di ottenere la restituzione dell’opera — in caso di rigetto della domanda di esclusione della restituzione proposta dalla p.a. — e l’integrale risarcimento del danno — in caso di caducazione dell’atto di acquisizione — in favore del privato, così perseguendo un equo bilanciamento fra istanze pubblicistiche e privatistiche.

Né poteva dirsi con assoluta certezza che il meccanismo introdotto ha caratteristiche “manifestamente illegali” rispetto al diritto interno, avendo l’ordinamento apprestato un sistema di tutela giurisdizionale in favore del proprietario defraudato.

Inoltre, l’art. 43 t.u.e. risolveva in maniera definitiva la querelle con la Corte dei diritti de... _OMISSIS_ ...dosi per l’appunto uniformato al Prot. n. 1 alla CEDU, nella parte in cui prevede che l’ingerenza dello Stato sulla proprietà privata può avvenire per causa di pubblica utilità e nelle condizioni previste dalla legge.

Ciò si sarebbe potuto desumere dalla possibilità di disporre l’acquisizione del bene in quanto questo risulti concretamente destinato a scopi di interesse pubblico ed alle condizioni normativamente prestabilite dalla medesima disposizione.

D’altra parte, se la Corte europea aveva espresso riserve sulla compatibilità con il principio di legalità del meccanismo dell’occupazione appropriativa che in modo generale permetteva all’amministrazione di trarre beneficio da una situazione illegale ponendo l’individuo di fronte al fatto compiuto, il sistema di acquisizione per atto dell’autorità introdotto dall’art. 43 t.u.e. escludeva la generalizzazione degli acquisti, riportando la v... _OMISSIS_ ...rio della legalità per effetto di un atto amministrativo che, volta per volta, poneva il proprietario non solo in condizione di approntare una tutela adeguata al proprio diritto, ma anche di individuare con precisione il momento traslativo del dominio.

In tal modo l’ordinamento nazionale avrebbe quindi adottato norme sufficientemente accessibili, precise e prevedibili, prestando adesione al principio di legalità espresso dalla Corte di Strasburgo.

Il legislatore delegato avrebbe poi dato esauriente risposta anche al giudice delle leggi, approntando una disciplina che salvaguardava adeguatamente la sfera proprietaria, differenziandola adeguatamente da quella prevista per il procedimento espropriativo destinato a divenire, quando fosse andato a regime il sistema che impediva l’occupazione d’urgenza anteriore all’ablazione, l’unico modello di acquisizione alla mano pubblica della proprietà privata.

... _OMISSIS_ ...tuttavia, aspetti oscuri della disposizione surricordata anche questi puntualmente evidenziati.

Le perplessità rispetto alla compatibilità costituzionale di una previsione normativa sembravano emergere dalla presa d’atto che l’art.43, muovendo dal carattere illecito dell’agire della p.a. pretendeva, attraverso una valutazione ex post dell’amministrazione, di paralizzare la posizione dominicale del privato, incisa dall’illecita trasformazione del bene, impedendone le garanzie procedimentali spettanti al proprietario legittimamente espropriato unitamente alla possibilità di riespansione del diritto ed anche equiparando condotte spurie quali continuavano ad essere quelle sorrette da una valida dichiarazione di p.u. da quelle assolutamente arbitrarie.

E tali perplessità ci parvero ancor più avvertite allorchè il meccanismo partecipativo dell’interessato è divenuto — a partire dagli artt. 7 e 10 della leg... _OMISSIS_ ...0, n. 241 — un autentico ganglio vitale dell’azione della p.a., anche in vista del corretto perseguimento degli interessi pubblici, soprattutto all’interno del procedimento espropriativo e di occupazione per il quale ultimo lo stesso Consiglio di Stato (Ad. Plen. n. 14/1999) era andato riconoscendo, proprio in ragione delle prioritarie esigenze di trasparenza e democraticità, la necessità della comunicazione preventiva dell’avvio del procedimento anche quando la dichiarazione di pubblica utilità era un effetto implicito dell’approvazione del progetto dell’opera pubblica.

Ancora, perplessità nascevano rispetto alla possibilità riconosciuta al giudice (amministrativo) di potere paralizzare l’azione possessoria e reale — tradizionalmente caratterizzate in termini di assolutezza anche quanto alle forme di tutela — per effetto della liquidazione del risarcimento del danno “per equivalente” solchi... _OMISSIS_ ...strazione avesse chiesto in giudizio di bloccare la restituzione.

In ciò la previsione normativa si discostava radicalmente dal diritto vivente della Cassazione che aveva unanimemente e pacificamente ritenuto che a favore di chi ha agito per la tutela reale non può essere pronunziata decisione di condanna “per equivalente” — giacché la tutela del diritto reale è assoluta ed esige la rimozione del fatto lesivo.

A pesare sull’art.43, d’altra parte, era pure la reintroduzione dell’occupazione d’urgenza (art.22 bis) che il t.u. aveva inizialmente escluso.

Se all’indomani del varo del t.u.e. poteva sostenersi che una lettura sistematica delle norme del d.lgs. n. 327/2001 lasciava chiaramente trasparire la volontà dello stesso legislatore di eliminare in radice la causa che aveva prodotto il proliferare dei fenomeni occupatori illeciti, elidendo a monte la possibilità della p.a. di occ... _OMISSIS_ ...prima di essere divenuta proprietaria dell’area e dimostrando l’intenzione — seria — di non perpetrare fenomeni caratterizzati da un notevole tasso di abusività in danno dei diritti dominicali, l’avere, successivamente e frettolosamente, reintrodotto l’occupazione d’urgenza con l’art. 22-bis t.u.e. destava notevoli perplessità, poiché l’art. 43 t.u.e. viene ad assumere un volto di stabilità in qualche modo inquietante.

La coerenza interna del meccanismo introdotto dall’art.43 T.U., strettamente correlata al venir meno della procedura di apprensione del bene in epoca anteriore al passaggio della proprietà del bene in capo all’espropriante, subiva così un colpo non indifferente.