Cass 28 luglio 2008 n.20543 ha costituito nella giurisprudenza di legittimità il leading case sulla via della risistemazione (parziale) del sistema correlato alle occupazioni illegittime per effetto di Corte cost.n. 349/2007 attraverso l’art.2 commi 89 e 90 della legge n.244/2007.
Ciò la Cassazione ha fatto nel tentativo di recuperare per il passato una tutela in linea con i principi della CEDU, dovendosi applicare “i dettami della giurisprudenza europea, alla ricerca di uno spartiacque temporale dopo il quale la disciplina dell’occupazione appropriativa può dirsi connotata da regole chiare, precise, ed accessibili”.
Questo spartiacque dal quale poteva dunque farsi decorrere il termine di prescrizione quinquennale, dapprima individuato (dalle Sezioni Unite del 2003 e da Cass.3033/05) nella sentenza n.1464/1983, viene da Cass. n. 20543/2008 spostato in avanti, localizzando il momento di emersione certa dell’ist...
_OMISSIS_ ...cupazione appropriativa” al momento dell’entrata in vigore della legge n.458 del 1988. Norma quest’ultima che, costituendo “il tassello mancante alla laboriosa costruzione giurisprudenziale dell’istituto”, ha dato piena e formale legittimazione ad un istituto compatibile con l’art.42 Cost. “in quanto applicazione concreta della funzione sociale”.
Ne consegue, allora, che la decorrenza della prescrizione dell’azione risarcitoria non può essere agganciata all’irreversibile trasformazione del fondo o alla scadenza dell'occupazione legittima, ma va fatta coincidere, per le fattispecie consumatesi anteriormente, dalla data di vigenza della legge n.458/1988. Solo da quel momento il proprietario interessato da occupazioni illegittime avrebbe potuto consapevolmente reagire agli abusi della p.a.
Peculiari appaiono gli sforzi di Cass. n.20543/2008 - alla quale si sono successivamente u...
_OMISSIS_ ... n. 22407 del 05/09/2008, Cass. 12863 del 26/05/2010 e Cass. 22/4/2010 n. 9620 - rivolti a superare la “settorialità” di tale disposizione - già messa in evidenza dalle Sezioni Unite, attraverso una valorizzazione di Corte cost. n. 486/1991 che ne aveva ampliato la portata. Secondo i giudici di legittimità l’intervento normativo, sia pur indiretto e settoriale, era “pur sempre idoneo a far emergere l’istituto dall’indistinto dell’elaborazione giurisprudenziale, per rendere certe ed applicabili le regole che vi erano connesse”.
Tale compendio motivazionale serve dunque alla Corte per sganciare il decorso della prescrizione dal momento della consumazione dell’illecito quanto alle fattispecie di occupazione acquisitiva prodottesi anteriormente alla legge n.458 del 1988, salvando peraltro il carattere “istantaneo”.
Certo, si potrebbe mettere in evidenza la discontinuità, invero ...
_OMISSIS_ ...soluzione espressa e quella propugnata in identica vicenda, da Cass.n. 3033/2005 che era stata posta di fronte alla medesima questione e l’aveva risolta affidandosi alle Sezioni Unite del 2003 ancorché il senso ed il significato delle pronunzie di Strasburgo era già stato messo in evidenza in maniera “inequivocabile”.
Agevole sarebbe, ancora, stigmatizzare l’incongruità dell’impianto motivazionale, ove esso si pone alla ricerca spasmodica del parametro della “certezza” del diritto, disconoscendo quanto affermato in modo assai elaborato dai precedenti già citati e recuperandolo, alla fine, attraverso una “leggina” destinata a fissare il contributo statale negli oneri comunali relativi agli espropri: legge che avrebbe finalmente reso il proprietario consapevole che lo Stato aveva deciso di appropriarsi del suo bene illecitamente!
Ma a parere di chi scrive non è qui nemmeno utile sottolinea...
_OMISSIS_ ...volta, il ben diverso spessore attribuito dalla Corte di Strasburgo al significato di legalità che pure è accennato dalla sentenza in commento, bastando solo ricordare che la giurisprudenza di Strasburgo aveva già avuto modo di considerare l’impatto prodotto dalla l. n.458/1988 [1] non attribuendole affatto quelle “virtù” che invece oggi Cass. n.20543/08 le riconosce.
Né occorre sottolineare come la Cassazione abbia scartato la tesi dell’illecito permanente - espressamente posta a base della doglianza del proprietario, per “salvare comunque” la costruzione di un istituto edificato su strutture che ormai vacillano agli occhi di qualunque osservatore, mantenendo una differenziazione dall’occupazione usurpativa che solo a livello di riparto di giurisdizione la stessa Cassazione continua, non si sa con quanta convinzione ancora, a propugnare.
Preme, piuttosto, dare atto alla Corte di Cassazione di avere...
_OMISSIS_ ...rapreso la strada dell’interpretazione “conforme alla CEDU”.
E’ infatti questo il dato più qualificante della sentenza, indiscutibilmente proteso ad operare un nuovo “bilanciamento” fra gli interessi del proprietario e quelli dell’amministrazione pubblica proprio in ragione della riconosciuta miglior tutela del proprietario offerta dalla giurisdizione sovranazionale [2].
Così facendo la giurisprudenza di legittimità si allinea a Strasburgo elidendo gli effetti perversi creati dalla costruzione giurisprudenziale dell’occupazione acquisitiva [3].
E ciò si realizza facendo ricorso al canone dell’interpretazione conforme, confermando l’idea che rispetto al problema prescrizione solo l’opera giurisprudenziale avrebbe potuto ricondurre ad equità il sistema.
Poco, allora, importa, approfondire la linearità della strada prescelta, piuttosto dovend...
_OMISSIS_ ...e commendevolmente apprezzare il messaggio che Cass. n.20543/2008 contiene.
Un messaggio autorevolmente rivolto agli operatori ed ai giudici, indiscutibilmente proteso a fissare i paletti dell’opera ermeneutica del giudice, ormai dinamicamente indirizzata alla individuazione, nella congerie di strumenti normativi interni e sopranazionali, delle soglie di tutela che meglio garantiscono i diritti fondamentali attraverso delicate e complesse operazioni di bilanciamento.
Ecco che dalle ceneri di un istituto nato per evitare che l’interitus rei ricadesse sul privato e non sulla p.a. che aveva realizzato l’opera pubblica andata però distrutta [4] e che intendeva tutelare in modo pieno il proprietario del bene irreversibilmente modificato - garantendo un ristoro del pregiudizio integrale per i suoli non edificatori e comunque maggiore dell’indennizzo espropriativo, per quelli edificatori - Cass.n.20543/2008 ha la capacità e...
_OMISSIS_ ...à di allontanarsi senza compiutamente smentirsi confermando, ancora una volta, il ruolo centrale del giudice in un ordinamento multilivello qual è quello che va delineandosi nel terzo millennio.
Epperò il punctum crucis rappresentato dalla persistente obbligatorità di un termine di prescrizione quinquennale, sia pur alleggerito quanto alla decorrenza iniziale - v.da ultimo, Cass.n.22407/2008 -, continua a rappresentare un'ombra assai grave per l'intera costruzione dell'occupazione acquisitiva, [5] alla quale i pur commendevoli tentativi di sistemazione anche di recenti espressi da autorevole dottrina [6] non sembrano in condizione di offrire soluzioni compatibili con la giurisprudenza di Strasburgo, soprattutto se si guarda ad alcuni aspetti, tuttora oscuri, della giurisprudenza in tema di irreversibile trasformazione, dai quali è davvero singolare desumere che il proprietario sia realmente in condizione di potere determinare il dies a quo della prescriz...
_OMISSIS_ ...
Il problema prescrizione, d’altra parte, risulta ancora attuale se si consideri la vicenda esaminata da Cass.n.14134/2011, nella quale il proprietario è stato privato della proprietà senza ottenere alcunchè e sulla base della ritenuta prescrizione quinquennale, malgrado il Sostituto Procuratore generale avesse chiesto l’annullamento della sentenza resa dalla Corte di appello di Lecce sostenendo "...l'influenza da attribuire allo jus superveniens, quale integrato dalle sopravvenute sentenze CEDU in tema di espropriazione indiretta, comprensiva dell'ipotesi di c.d. occupazione acquisitiva."
D'altra parte, l'attualità della questione nasce dal fatto che la Cassazione continua ad escludere di potere qualificare l'illecito perpetrato in danno del proprietario sotto lo stigma dell'illecito permanente, invece giustificando l'applicazione del termine di prescrizione quinquennale sulla base delle regole generali vigenti, senza però c...
_OMISSIS_ ...secondo i dicta di Strasburgo è stato il deficit di chiarezza, accessibilità e prevedibilità della giurisprudenza e della legislazione a giustificare le condanne italiane anche per la ragione che doveva essere il proprietario ad attivarsi per ottenere il riconoscimento del diritto.
Così facendo la Corte di Cassazione ribadiva, pertanto, la piena liceità dell'istituto e la sua piena conformità alla CEDU, non avvedendo che il giudice europeo continua a ribadire, nei confronti di "tutti" i Paesi contraenti, la contrarietà delle espropriazioni di fatto all'art.1 Prot.n.1 alla CEDU [8].