I beni del patrimonio disponibile

La tripartizione codicistica dei beni di proprietà pubblica si completa con i beni del patrimonio disponibile, già supra definiti beni privati in appartenenza pubblica.

La locuzione beni indisponibili è diretta a classificare una categoria di beni che si pone al di fuori del più ampio genus dei beni pubblici, in assenza del requisito della destinazione pubblicistica caratterizzante i beni demaniali e i beni del patrimonio indisponibile.

Si può altresì affermare che i beni del patrimonio disponibile sono diretti a soddisfare l’interesse pubblico in via mediata, idonei come sono a produrre un reddito, attraverso contratti di alienazione (contratti attivi, in quanto comportano un’entrata per la P.A.) o di acquisto (contratti passivi, perché comportano una spesa per la P.A.).

Viceversa i beni pubblici (beni demaniali e beni indisponibili) perseguono in via diretta la realizzazione dell’interesse pubblico, ... _OMISSIS_ ... regole dell’economia privata, bensì mediante la loro semplice disponibilità.

Come si è visto nelle pagine precedenti, il solo dato dell’appartenenza non è idoneo a realizzare una efficace distinzione tra i beni appartenenti agli enti pubblici. Mentre, come hanno efficacemente chiarito - da ultimo - le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, non è più possibile tralasciare «l’ineludibile dato della classificazione degli stessi in virtù della relativa funzione e dei relativi interessi a tali beni collegati. Ne deriva quindi che, là dove un bene immobile, indipendentemente dalla titolarità, risulti per le sue intrinseche connotazioni, in particolar modo quelle di tipo ambientale e paesaggistico, destinato alla realizzazione dello Stato sociale come sopra delineato, detto bene è da ritenersi, al di fuori dell’ormai datata prospettiva del dominium romanistico e della proprietà codicistica “comune” vale a dire, ... _OMISSIS_ ...l titolo di proprietà, strumentalmente collegato alla realizzazione degli interessi di tutti i cittadini» [50].

Pertanto, ben può un bene - già classificato come appartenente al patrimonio disponibile ed entrato nel patrimonio di un ente pubblico attraverso uno strumento di diritto privato - successivamente entrare a far parte dei beni del patrimonio indisponibile dell’ente, perché destinato al perseguimento del bene collettivo e, quindi, caratterizzato da una funzione pubblicistica.

Tale circostanza, ossia la destinazione del bene al perseguimento dell’interesse collettivo, assumerà rilevanza nel momento in cui sorgano contestazioni relative alle vicende circolatorie dei beni stessi.

Pertanto, in sede giudiziale, sarà onere delle parti provare l’appartenenza o meno del bene all’una o all’altra categoria [51]. Sarà onere delle parti, cioè, dimostrare la funzione pubblicistica del bene al fin... _OMISSIS_ ...ne la soggezione alle regole di limitata alienabilità di cui al II comma dell’art. 828 c.c. o, viceversa, la carenza di tale elemento e quindi la soggezione del bene alle ordinarie regole privatistiche in tema di circolazione dei beni [52].

Discorso del tutto particolare quello relativo al denaro pubblico; infatti se il discrimine fra beni disponibili e beni indisponibili è quello della funzione cui sono destinati, in quale categoria collocare il denaro pubblico?

In un primo tempo la giurisprudenza ha adottato un indirizzo secondo il quale il denaro e i crediti pubblici potevano essere considerati beni del patrimonio indisponibile o disponibile in base alla provenienza, rispettivamente, dall’esercizio di pubblici poteri o da rapporti di diritto privato.

Ma tale orientamento finiva poi per inserire sia il denaro che i crediti pubblici tra i beni indisponibili, in conseguenza della iscrizione delle relative voci a bi... _OMISSIS_ ...la discrezionalità della P.A. nell’assegnare l’una o l’altra somma al soddisfacimento dei propri debiti determina l’automatica destinazione del denaro alla pubblica funzione [53].

Successivamente, la giurisprudenza ha mutato orientamento sostenendo che il denaro, quale che sia la provenienza, rientra sempre nel patrimonio disponibile della P.A. e che la semplice iscrizione in bilancio produce effetti meramente interni [54].

Ciò sulla base del principio secondo il quale «anche le somme di denaro ed i crediti pecuniari esistenti nel patrimonio di un ente pubblico rientrano fra quelli indisponibili soltanto allorché da un provvedimento amministrativo abbiano ricevuto una univoca, precisa e concreta destinazione ad un servizio pubblico: e cioè all’esercizio di una determinata attività per l’attuazione di una funzione dell’ente, sia direttamente sia strumentalmente. A meno che una specifica e vincol... _OMISSIS_ ...ne non derivi da una disposizione di legge, in tal modo rientrandosi anche per il denaro nell’eccezione alla regola esaminata precedentemente» [55], secondo la quale il carattere indisponibile può giungere, oltre che dalla concreta destinazione del bene, anche da una espressa previsione in tal senso del legislatore.

Per gli enti locali la materia è attualmente disciplinata dal D. Lgs. 11/6/1996, n. 336 (ora da D. Lgs. 13/12/2010, n. 212), che esclude la pignorabilità di somme di danaro che siano state oggetto di particolare destinazione all’esito di specifico procedimento.

Pertanto, all’infuori delle ipotesi sopra riportate di specifica destinazione amministrativa o legislativa, il denaro (e i crediti) dell’ente pubblico saranno sottoposti alle normali regole privatistiche di circolazione dei beni.

Veniamo quindi all’esame del regime giuridico dei beni appartenenti al patrimonio disponibile,... _OMISSIS_ ...ip;], ai quali non si applica né il regime dei beni demaniali, né quello dei beni patrimoniali indisponibili, ma quello ordinario del codice civile (art. 828 c.c., comma I); essi, proprio in quanto beni di diritto privato, sono commerciabili, alienabili, usucapibili e soggetti ad esecuzione forzata. Si tratta, in altre parole, di beni che possono appartenere allo Stato e agli enti pubblici allo stesso modo in cui possono appartenere a soggetti privati, ossia di beni per i quali non ha senso parlare di vincolo di destinazione» [56].

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno così sintetizzato quanto la giurisprudenza e la dottrina, negli anni, sono andati elaborando. La chiarezza della sintesi della Suprema Corte rende superflua ogni ulteriore speculazione sul punto.

I beni del patrimonio disponibile, individuabili in via residuale rispetto ai beni pubblici in senso stretto, potranno circolare in base alle regole di diritto... _OMISSIS_ ...o che non siano state previste delle regole particolari che li concernono, come previsto dall’art. 828, comma I, c.c.

L’applicazione a tali beni del regime ordinario codicistico determina l’importante conseguenza per la quale - ad esempio - la cessione a titolo temporaneo del bene si avrà con contratto di locazione e non con concessione amministrativa [57].

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