Indennità di esproprio e indennizzo da occupazione illegittima: il pregiudizio patrimoniale

1. Premessa


In questa sede si darà brevemente conto delle differenze che intercorrono tra l’indennità da espropriazione legittima e l’indennizzo da acquisizione coattiva sanante, con la precisazione che su quest’ultimo ci si è recentemente e diffusamente soffermati in altra monografia[1].

In via introduttiva, appare opportuno ricordare che l’indennizzo-risarcimento da corrispondere in occasione dell’acquisizione coattiva sanante comprende varie voci, di natura eterogenea, disciplinate in altrettanti passaggi autonomi dell’art. 42-bis. Il comma 1 dispone infatti, in via generale, che al proprietario deve essere corrisposto «un indennizzo per il pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale»[2] da lui sofferto.

Il medesimo comma 1 passa poi a quantificare la voce dell’indennizzo per il pregiudizio non patrimoniale, «forfetariamente liquidato nella misura del d... _OMISSIS_ ...del valore venale del bene»: diversamente dalla precedente, però, questa regola non ha propriamente valenza generale, dal momento che trova una precisa deroga nel comma 5, in relazione alla prima delle due fattispecie acquisitive speciali[3].

L’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale è invece quantificato dal primo periodo del comma 3, che lo commisura al «valore venale del bene utilizzato per scopi di pubblica utilità»[4], facendo salvi però «i casi i cui la legge disponga altrimenti» e richiamando i commi dal 3 al 7 dell’art. 37 d.P.R. 327/2001.

Il secondo periodo del medesimo comma 3, infine, aggiunge un’ulteriore voce alla somma da corrispondere al privato, presuntivamente quantificata nella misura del 5% del valore venale: diversamente dalle precedenti, peraltro, questa voce non è qualificata in termini di indennizzo, dovendo essere corrisposta «a titolo risarcitorio»[5]. |... _OMISSIS_ ...Rimane invece sottintesa, nell’art. 42-bis, l’indennità che dev’essere corrisposta al privato per l’eventuale periodo di occupazione legittima[6], che va quantificata ai sensi dell’art. 50 del testo unico[7] e che è opportuno considerare nello stesso provvedimento acquisitivo, in aggiunta a tutte quelle voci che trovano previsione nell’art. 42-bis e delle quali si affronta qui il rapporto con l’indennità di esproprio.



2. Diversità nell’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale


In sede di quantificazione dell’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale ex art. 42-bis, anzitutto, non è agevole comprendere se e come si debbano indennizzare quei pregiudizi - totalmente trascurati dalla formulazione letterale art. 42-bis - che derivano al privato dal fatto di non esser stato destinatario di una procedura di espropriazione legittima.

Da un lato, infatti,... _OMISSIS_ ...i dell’art. 37 che vengono richiamati dalla norma in discorso non figura il comma 2, che riconosce l’aumento del 10% se l’accordo di cessione è stato concluso, se non è stato concluso per fatto non imputabile all’espropriato o se l’indennità provvisoria attualizzata è inferiore all’80% di quella definitiva[8].

Orbene, è noto che l’art. 42-bis può essere adottato anche laddove nessuna provvisoria sia stata notificata ed in questo caso è difficile negare che all’accordo di cessione non si è potuti addivenire per fatto non imputabile all’espropriato. Sennonché, il mancato richiamo del comma 2 dell’art. 37 da parte del comma 3 dell’art. 42-bis, pur essendo verosimilmente dovuto ad una ripresa letterale del comma 6 dell’art. 43, non sembra consentire il riconoscimento di questa maggiorazione del 10%, che spetta invece, in identica situazione, al proprietario coinvolto in una procedura espr... _OMISSIS_ ...tima.

Analogamente, il comma 4 dell’art. 40 - sopravvissuto alla sentenza 181/2011, della Corte Costituzionale - riconosce al coltivatore diretto dell’area non edificabile un’indennità aggiuntiva pari al valore agricolo medio corrispondente alla coltivazione effettivamente praticata[9], ed anche tale maggiorazione viene meno laddove all’espropriazione legittima si sostituisca un’occupazione illegittima seguita da acquisizione ex art. 42-bis.

In entrambi i casi, quindi il proprietario del bene illegittimamente occupato e poi acquisito ex art. 42-bis ottiene un indennizzo-risarcimento verosimilmente inferiore a quanto gli sarebbe spettato con una procedura espropriativa legittima e di questa differenza si avvantaggia la p.a., che finisce in buona sostanza per giovarsi del proprio illecito.

Alla luce di quanto precede, è innegabile che l’operatore tenuto a quantificare l’indennizzo per il... _OMISSIS_ ...trimoniale subito dal privato si possa trovare in grave imbarazzo. Alla base di tutto si può intravedere il fatto che il comma 4 dell’art. 42-bis pone dei parametri decisamente rigidi per la quantificazione di tale pregiudizio, commisurandolo, con alcuni correttivi, al valore venale del bene. Vi sono però dei correttivi che il testo unico applica all’indennità di esproprio ma non all’indennizzo in discorso, con la conseguenza che le poste attive che ne risultano sembrano spettare al proprietario espropriato legittimamente, ma non alla vittima dell’occupazione illegittima.

Ad avviso di chi scrive, l’equivoco nasce proprio dalla scelta tecnica di commisurare l’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale al valore venale del bene con alcuni correttivi, che è uno schema che viene utilizzato anche per l’indennità di esproprio. In tal modo, si finiscono per creare due indennizzi distinti, che prendono le mosse da un valor... _OMISSIS_ ...l concreto si possono differenziare proprio in virtù dei rispettivi correttivi.

Dal punto di vista tecnico, dunque, sarebbe stato assai più coerente commisurare l’indennizzo di cui all’art. 42-bis non tanto al valore venale del bene, bensì all’indennità di esproprio che avrebbe dovuto essere corrisposta se si fosse proceduto ad espropriazione legittima, cioè ad un’indennità già comprensiva dei suoi correttivi. Ancora una volta, invece, il legislatore preferisce riprendere la formulazione letterale dell’art. 43, senza accorgersi che in tal modo mette in grave imbarazzo l’operatore tenuto ad applicare la nuova norma.

Tale imbarazzo, in concreto, si manifesta nella drammatica scelta tra dare applicazione ai principi generali della materia o alla lettera dell’art. 42-bis. Applicando i primi, infatti, è chiaro che il privato dovrebbe essere indennizzato anche dei pregiudizi patrimoniali che non at... _OMISSIS_ ...mente al valore venale del bene, bensì alla differenza tra art. 42-bis ed espropriazione legittima: al proprietario, cioè, dovrebbe essere innanzitutto riconosciuto, seppur tardivamente, quanto gli sarebbe legittimamente spettato in caso di espropriazione legittima.

Applicando alla lettera la disposizione in commento, invece, si consentirebbe all’amministrazione un notevole risparmio di spesa, ma al contempo la si espone al rischio di una contestazione in giudizio che potrebbe addirittura dar luogo ad un giudizio di legittimità costituzionale: così facendo, infatti, si finiscono per tradire da un lato gli insegnamenti della Corte EDU - la quale non ammette che lo Stato consenta all’amministrazione di trarre giovamento dai propri atti illeciti - e dall’altro quelli della giurisprudenza costituzionale in tema di rapporto tra espropriazione legittima ed occupazione illegittima[10].

In ultima analisi, dunque, è ... _OMISSIS_ ...;esigenza di dare all’art. 42-bis un’interpretazione costituzionalmente orientata che impone di quantificare nell’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale anche le poste a cui il privato è costretto a rinunciare per il venir meno dell’espropriazione legittima, anche a costo di superare il dettato letterale della nuova disposizione, sul punto sicuramente criticabile.