Il procedimento di dichiarazione di interesse culturale

Ai sensi dell’art. 13 del Codice dei Beni culturali, la dichiarazione di interesse culturale è indispensabile al fine di sottoporre il bene ai c.d. vincoli di tutela.

La giurisprudenza amministrativa ritiene da sempre che «il giudizio, che presiede all’imposizione di una dichiarazione di interesse (c.d. vincolo) culturale, è connotato da un’ampia discrezionalità tecnico-valutativa, poiché implica l’applicazione di cognizioni tecnico – scientifiche specialistiche proprie di settori scientifici disciplinari (della storia, dell’arte e dell’architettura) caratterizzati da ampi margini di opinabilità. Ne consegue che l’apprezzamento compiuto dall’Amministrazione preposta alla tutela – da esercitarsi in rapporto al principio fondamentale dell’art. 9 Cost. – è sindacabile, in sede giudiziale, esclusivamente sotto i profili della logicità, coerenza e completezza della valutazione, consid... _OMISSIS_ ...quo;aspetto concernente la correttezza del criterio tecnico e del procedimento applicativo prescelto, ma fermo restando il limite della relatività delle valutazioni scientifiche, sicché, in sede di giurisdizione di legittimità, può essere censurata la sola valutazione che si ponga al di fuori dell’ambito di opinabilità, affinché il sindacato giudiziale non divenga sostitutivo di quello dell’Amministrazione attraverso la sovrapposizione di una valutazione alternativa, parimenti opinabile».

L’art. 14 del D.lgs. n. 42/2004 detta l’iter del procedimento amministrativo per la dichiarazione dell’interesse culturale: la competenza spetta al Soprintendente competente per territorio (parimenti d’ufficio o su motivata richiesta della regione o di altro ente territoriale interessato), che ne deve dare comunicazione al soggetto proprietario, possessore o detentore. La comunicazione deve contenere tutti gli elementi di id... _OMISSIS_ ... di valutazione della cosa risultanti dalle prime indagini, l’indicazione delle disposizioni da applicarsi in via cautelare, nelle more del procedimento, l’indicazione del termine non inferiore a trenta giorni, assegnato al destinatario della comunicazione per presentare eventuali osservazioni.

Si sottolinea fin da ora che la giurisprudenza non ritiene necessaria la comunicazione di avvio del procedimento nelle fasi prodromiche e di indagine circa la sussistenza dell’interesse storico – artistico: e ciò dal momento che «tale fase non è da considerarsi momento procedimentale autonomo (per gli effetti della legge n. 241/1990), in quanto costituisce attività conoscitiva strumentale, potendo il procedimento essere formalmente avviato solo e quando tale attività si concluda positivamente, nel senso dell’esistenza, a giudizio dell’autorità amministrativa, di sufficienti elementi, indicatori della necessità di un’i... _OMISSIS_ ... a porre il vincolo e a conformarne gli effetti … La comunicazione di avvio del procedimento di dichiarazione di interesse particolarmente importante deve considerarsi ritualmente e tempestivamente effettuata contestualmente all’inoltro della proposta da parte della Soprintendenza, che è il primo atto giuridicamente rilevante del procedimento stesso, da effettuarsi a cura del Ministero».

Dall’avvio del procedimento di verificazione consegue che – ai sensi degli artt. 18 e 19 del D.lgs. n. 42/2004 – al Ministero competono funzioni di vigilanza sui beni culturali, e il Soprintendente può procedere ad ispezioni finalizzate ad accertare l’esistenza e lo stato di conservazione o di custodia dei beni culturali; inoltre, deriva una generale limitazione al potere di disposizione del bene da parte del titolare, trovando applicazione anticipata alcuni degli effetti che sono connessi al vincolo (non ancora riconosciuto).
... _OMISSIS_ ... particolare, trovano applicazione gli artt. 20 (divieto di distruzione, deterioramento, danneggiamento dei beni, che non possono nemmeno essere adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico – artistico, o che rechino pregiudizio alla loro conservazione) e 21 (con gli interventi soggetti ad autorizzazione del Ministero, tra cui la rimozione, la demolizione, lo spostamento dei beni mobili) del Codice dei Beni culturali.

Gli interventi provvisori indispensabili per evitare danni sono consentiti in caso di assoluta urgenza, purché ne sia data immediata comunicazione alla Soprintendenza, che può ordinare la sospensione degli interventi iniziati in violazione della disciplina predetta, oppure in difformità rispetto all’autorizzazione concessa (art. 28). Inoltre, in ipotesi di trasferimento della proprietà o della semplice detenzione del bene, è necessaria la denuncia al Ministero entro 30 giorni (ai sensi dell’art. 59).
... _OMISSIS_ ...i degli artt. 15 e 16 cod. b. c., il legislatore ha previsto parimenti la notifica della dichiarazione di interesse culturale al proprietario del bene e, «ove si tratti di cose soggette a pubblicità immobiliare o mobiliare, il provvedimento di dichiarazione è trascritto, su richiesta del soprintendente, nei relativi registri ed ha efficacia nei confronti di ogni successivo proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo». E così, ne deriva che – ove il bene sottoposto a vincolo culturale sia un bene immobile – il relativo provvedimento di vincolo dovrà essere trascritto, al fine di essere pienamente opponibile anche nei confronti dei terzi, assumendo così efficacia costitutiva. Per la giurisprudenza, infatti, «la formale declaratoria dell’interesse storico artistico del bene, la sua notificazione al proprietario del bene, e la successiva trascrizione nei registri immobiliari nel caso di beni immobili sono adempime... _OMISSIS_ ...i fini dell’applicazione delle disposizioni di tutela previste dalla legge e dell’opponibilità del vincolo nei confronti dei terzi».

ASPETTI IN COMUNE DEI PROCEDIMENTI DI VERIFICA E DI DICHIARAZIONE DELL’INTERESSE CULTURALE.

Abbiamo accennato poco sopra come il procedimento di verifica dell’interesse culturale sia peculiare per quei beni (mobili e immobili) di appartenenza pubblica ovvero di associazioni prive di fini di lucro, mentre il procedimento di cui all’art. 13 del Codice dei beni culturali sia peculiare per quei beni (parimenti mobili e immobili) di appartenenza privata.

L’intero procedimento di dichiarazione è a tutti gli effetti un procedimento amministrativo e come tale segue le regole della legge n. 241/1990.

La distinzione dei due procedimenti, di verifica e di dichiarazione, è necessaria perché diversa è la natura giuridica dei soggetti proprietari (posse... _OMISSIS_ ...ri) dei beni.

Ad ogni buon conto, secondo la giurisprudenza amministrativa di merito, «l’accertamento dell’interesse culturale ai sensi dell’articolo 10, comma 3 lettera d) del decreto legislativo n. 42/2004 riguarda il legame tra le cose e la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere ed è cosa del tutto diversa e distinta dalla verifica di cui all’articolo 12 dello stesso decreto legislativo, perché consente di assoggettare alla tutela del codice anche la cosa mobile o immobile che sia sprovvista dei requisiti intrinseci individuati dall’articolo 12».

Una cosa che però accomuna i due procedimenti in commento è l’applicazione, in via cautelare, delle disposizioni di tutela previste dal codice: ciò significa che durante il procedimento di accertamento della sussistenza di bene culturale, sia esso pubblico o privato, il bene in questione non può esse... _OMISSIS_ ...vero soggetto a sdemanializzazione, nel caso dei beni pubblici), modificato o distrutto. In caso di accertamento di sussistenza dell’interesse culturale, la verifica positiva costituisce dichiarazione ai sensi dell’art. 13 cod. b. c.

Un altro aspetto interessante è il fatto che fintanto che non è intervenuta la verifica o la dichiarazione di interesse culturale, il codice non parla di beni culturali, ma di “cose”: solo l’esito positivo della verifica e della dichiarazione fanno sì che si possa parlare di bene culturale.

Altri sono gli aspetti in comune di questi due procedimenti: uno su tutti è dettato dall’art. 16 del Codice dei beni culturali in materia di ricorso avverso la dichiarazione. Ed infatti, si postula che «avverso il provvedimento conclusivo della verifica di cui all’articolo 12 o la dichiarazione di cui all’articolo 13 è ammesso ricorso al Ministero, per motivi di leg... _OMISSIS_ ...erito, entro trenta giorni dalla notifica della dichiarazione».

La proposizione del predetto ricorso comporta la sospensione automatica degli effetti del provvedimento impugnato (fatte salve le misure di protezione operanti sin dalla comunicazione dell’avvio del procedimento, tra cui quelle relative alla protezione e circolazione dei beni culturali).

Ai fini della decisione del ricorso, l’art. 16 stabilisce che venga acquisito un parere (da ritenersi obbligatorio, ma non vincolante) da parte del competente organo consultivo (Comitati tecnico – scientifici) e che il Ministero decida entro novanta giorni dalla proposizione del ricorso medesimo. Nell’ipotesi in cui nel termine di 90 giorni non intervenga la decisione, trova applicazione – in quanto espressamente richiamato dalla norma di legge in commento – il d.P.R. n. 1199/1971, e segnatamente l’art. 6 in tema di silenzio rigetto: ne discende ch... _OMISSIS_ ... intende respinto a tutti gli effetti, e contro il provvedimento impugnato è esperibile il ricorso all’Autorità giurisdizionale competente, o quello straordinario al Presidente della Repubblica.

Peraltro, i beni che sono stati oggetto di verifica ovvero di dichiarazione di interesse culturale vengono inseriti in un «apposito elenco, anche su supporto informatico», tenuto direttamente dal Ministero per i beni e le attività culturali.


GLI EFFETTI DELLA DICHIARAZIONE DI CULTURALITÀ.

Molteplici sono gli effetti della c.d. dichiarazione di culturalità sui beni, tutti affrontati ed esposti dal Titolo I del Codice dei beni culturali.

In capo al privato proprietario, possessore o detentore, sorge quindi una serie di obblighi, tutti riconnessi al regime vincolistico, in materia di protezione, conservazione e circolazione dei beni culturali quali, in particolare:
- l’obbligo di garan... _OMISSIS_ ...azione del bene ai sensi dell’art. 30;
- l’obbligo di richiedere l’autorizzazione preventiva alla Soprintendenza ai sensi dell’art. 21.

Peraltro, ai sensi dell’art. 20 del medesimo Codice, sono vietati alcuni interventi: «i beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione.

Gli archivi pubblici e gli archivi privati per i quali sia intervenuta la dichiarazione ai sensi dell'articolo 13 non possono essere smembrati», con ciò stabilendo un’ulteriore protezione a carico dei beni dichiarati di interesse culturale, che non possono essere parcellizzati. Ad ulteriore conferma della ratio legis, la giurisprudenza del Consiglio di Stato – con riguardo in particolare al vincolo archeologico – è univoca nel ritenere che «sebbene g... _OMISSIS_ ...egg. del D.lgs. n. 42/2004 nel disciplinare la cura dell’interesse archeologico attribuiscano al Ministero il potere di valutazione del pregio archeologico dotandolo di potestà d’accertamento preventivo, il procedimento impositivo del vincolo è subordinato all’individuazione dei presupposti fattuali richiesti dalle norme richiamate con riferimento al terreno da sottoporre a vincolo. In particolare, occorre valutare il carattere unitario del complesso, quale risulta dall’affioramento di resti murari e di materiale mobile, dall’omogeneità delle strutture, dalla dimensione e dalla continuità degli allineamenti murari tra i singoli settori scavati e visibili o ricoperti e parzialmente sommersi, ed è richiesta una valutazione specifica dei singoli reperti e della loro ubicazione al fine di dimostrare che essi costituiscono un complesso inscindibile».

Secondo la giurisprudenza amministrativa più recente, «dalla sistemati... _OMISSIS_ ... del D.lgs. n. 42/2004, non emerge alcuno spazio all’interno del quale, ai fini della dichiarazione del pregio culturale di un bene, affiorino anche gli interessi secondari del privato proprietario. Nella logica seguita dal legislatore, trattasi infatti di un procedimento volto all’accertamento (e si noti come il legislatore utilizzi proprio tale termine) di una qualità che il bene possiede e che non può certo venire meno in considerazione di eventuali interessi secondari riconducibili all’utilizzazione e agli oneri di conservazione del bene». In alt...