Durata e decadenza dei vincoli urbanistici e legali

VINCOLI ED EDIFICABILITÀ --> VINCOLI URBANISTICI E LEGALI --> DECADENZA, REITERAZIONE, INDENNIZZO --> DURATA E DECADENZA

I vincoli espropriativi imposti su beni determinati dallo strumento urbanistico hanno per legge durata limitata: in linea generale, cinque anni, alla scadenza dei quali, se non è intervenuta dichiarazione di pubblica utilità dell’opera prevista, il vincolo preordinato all’esproprio decade (art. 9 del T.U. delle norme in materia di espropriazione per pubblica utilità, approvato con D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327).

I vincoli espropriativi imposti dallo strumento urbanistico su beni determinati hanno per legge durata limitata: in linea generale, cinque anni, alla scadenza dei quali, se non è intervenuta la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera prevista, il vincolo preordinato all’esproprio decade.

Quanto alla durata del vincolo, non può ritenersi necessario che lo ... _OMISSIS_ ...istico debba dettare una specifica previsione. Essa trova la propria regola nell’art. 9, d.P.R. n. 327/2001, ai sensi del quale i vincoli preordinati all’esproprio hanno la durata di cinque anni e decadono automaticamente laddove non sia dichiarata, entro tale termine, la pubblica utilità dell’opera.

Ove l’opera pubblica sia già stata in buona parte realizzata, la scelta pianificatoria si deve ritenere attuata e il vincolo consolidato.

Il nuovo codice degli appalti (d.lgs. n. 50/2016) - che non prevede più la disciplina speciale della durata settennale del vincolo per la realizzazione delle infrastrutture strategiche - non ha effetto retroattivo sui progetti in corso (cfr. art. 216.1) con conseguente retroattiva perdita di efficacia parziale del vincolo reiterato

L'indennizzo per i vincoli urbanistici, come alternativa non eludibile al termine di efficacia posto dalla L. 19 novembre 1968, n. 1187, art... _OMISSIS_ ...llorché la possibilità di reiterazione del vincolo scaduto, riconosciuta all'Amministrazione per giustificate ragioni di interesse pubblico, comporta che si superi la durata fissata dal legislatore come limite alla sopportabilità del sacrificio da parte del soggetto titolare del bene.

In materia urbanistica costituiscono vincoli soggetti a decadenza solo quelli preordinati all’espropriazione o che comportino l’inedificazione, e che dunque svuotino il contenuto del diritto di proprietà incidendo sul godimento del bene, tanto da renderlo inutilizzabile rispetto alla sua destinazione naturale, ovvero diminuendone in modo significativo il suo valore di scambio.

L'attuale sistema, con l'art.9 commi 3 e 4 del d.P.R. n.327 del 2001, entrato in vigore il 30 giugno 2003, ha solo esplicitato con una diversa terminologia, rispetto alla precedente elaborazione giurisprudenziale, la regola della durata quinquennale dei vincoli espropriativi... _OMISSIS_ ... espressamente gli istituti della decadenza e della reiterazione.

VINCOLI ED EDIFICABILITÀ --> VINCOLI URBANISTICI E LEGALI --> DECADENZA, REITERAZIONE, INDENNIZZO --> DURATA E DECADENZA --> ART. 2 L. 1187/1968

La sentenza della Corte Cost. n. 55 del 1968, ferma restando la legittimità, a monte, del potere di zonizzazione, ha dichiarato l'illegittimità delle norme della legge urbanistica (art. 7, nn. 2, 3 e 4) immediatamente operative nei confronti di diritti reali che ponevano vincoli a carattere particolare ed a tempo indeterminato preordinati all'esproprio o sostanzialmente espropriativi a carico della proprietà privata senza previsione di indennizzo. È dunque intervenuta la L. n. 1187 del 1968, art. 2 che ha sancito la decadenza quinquennale per le sole indicazioni di p.r.g."nella parte in cui incidono su beni determinati ed assoggettano i beni stessi a vincoli preordinati all'espropriazione od a vincoli che comportano l... _OMISSIS_ ...t; (disciplina ora abrogata dal D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, art. 58 e sostituita dall'art. 9 stesso decreto).

La decadenza, prevista dall'art. 2 l. 19 novembre 1968 n. 1187 per le indicazioni di piano regolatore che incidano su beni determinati assoggettabili a vincoli preordinati ad espropriazione o che comportino inedificabilità, non si applica alle disposizioni del piano regolatore generale che prevedono che la sua attuazione debba aver luogo in tutto o in parte mediante uno strumento urbanistico di livello inferiore e, in particolare, prevede che alcuni interventi possono essere svolti solo previa l'adozione di uno strumento esecutivo; infatti, tutte le determinazioni di strumento urbanistico comunale che limitano l'attività edilizia, che non sono preordinate all'espropriazione e che consentono al titolare del bene di utilizzarlo, non costituiscono altro che espressione del potere di pianificazione, cioè del potere della autorità urbanistica di ... _OMISSIS_ ...rritorio comunale, al fine di programmare l'ordinato sviluppo delle aree abitate e di salvaguardare i valori urbanistici e ambientali esistenti.

L’art. 2 della legge n. 1187 del 1968 è stato abrogato dall’art. 58, n. 96, del testo unico sugli espropri, approvato col d.P.R. n. 327 del 2001, entrato in vigore il 30 giugno 2003. Esso era stato introdotto nel sistema dopo la pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 55 del 1968 sulla incostituzionalità delle norme che disponevano la durata a tempo indeterminato dei vincoli preordinati all’esproprio, ma non aveva inciso sul potere della autorità urbanistica di demandare al piano attuativo la determinazione delle consentite modifiche del territorio, che quindi rimane immutato.

L’art. 58, n. 96, del testo unico sugli espropri (approvato col d.P.R. n. 327 del 2001) ha formalmente abrogato l’art. 2 della legge n. 1187 del 1968 (trasfuso nel suo art. 9, ... _OMISSIS_ ...io perché esso disciplinava i rapporti intercorrenti tra il vincolo preordinato all’esproprio e la dichiarazione di pubblica utilità, e non i diversi aspetti riguardanti i presupposti per il rilascio dei titoli edilizi.

VINCOLI ED EDIFICABILITÀ --> VINCOLI URBANISTICI E LEGALI --> DECADENZA, REITERAZIONE, INDENNIZZO --> DURATA E DECADENZA --> ART. 9 DPR 327/2001

Anche se l’art. 2 della legge n. 1187/68 è stato abrogato a seguito dell’entrata in vigore del T.U. sulle espropriazioni n. 327 del 2001, i principi affermati per tale articolo sono tuttora applicabili, in quanto l’art. 9 del T.U.Es. (non avente valenza innovativa) recepisce in sostanza la vecchia normativa.

Anche quando la previsione del PRG ha funzione di esatta individuazione dell’opera pubblica (cd. localizzazione lenticolare), ai sensi degli artt. 9 comma secondo e 12 comma terzo, T.U.Es., il vincolo preordinato all’... _OMISSIS_ ...rata quinquennale ed entro tale termine deve essere emanato il provvedimento che comporta la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, a pena di inefficacia della medesima.

L’art. 9 del TU sull’espropriazione ha la funzione di evitare che i terreni dei privati vengano sottratti all’ordinario regime privatistico ed assoggettati sine die ed in assenza di giusto indennizzo a regimi permanentemente limitativi delle ordinarie facoltà inerenti il diritto di proprietà (fra cui quella di edificare nel rispetto degli indici stabiliti). Il che significa che se decide di attuare un programma volto alla realizzazione di un’opera pubblica o di un’opera di pubblica utilità su un terreno di un privato, l’Amministrazione deve (necessariamente) avviare entro un congruo termine il relativo procedimento espropriativo nei suoi confronti e procedere all’espropriazione del terreno in questione (garantendogli, così, la ... _OMISSIS_ ...del giusto indennizzo), non essendo legittimo comprimere le facoltà inerenti il diritto di proprietà a fronte di previsioni puramente congetturali.

vi sono due tipologie di “zone bianche”: quelle ab origine e quelle successive. Le zone bianche ab origine sono quelle non considerate dal P.R.G. per scelta pianificatoria iniziale, diretta ed espressa, che rimanda al futuro ogni più precisa determinazione. In tal caso non v’è un dovere da parte del Comune di procedere alla tipizzazione edilizia in tempi predefiniti, applicandosi la regola prevista di cui all’art. 9 del d.P.R. 6 giugno 2001 n. 380, che prevede una limitata utilizzabilità a fini edificatori. Le zone bianche successive, invece, sono quelle che, già considerate nella scelta pianificatoria come zone sulle quali gravi l’imposizione del vincolo espropriativo, a seguito della parziale attuazione o della scadenza del periodo temporale di validità del vincolo, hanno perso u... _OMISSIS_ ...notazione. In sostanza, l’area soggetta a un vincolo espropriativo oramai decaduto (zona bianca successiva) va interinalmente, fino alla nuova c.d. ritipizzazione, considerata come un’area non pianificata (zona bianca ab origine), e come tale soggetta all’applicazione temporanea della disciplina delle c.d. zone bianche. Per cui, medio tempore, il Comune non è esentato dall’obbligo di provvedere a dettare una nuova disciplina urbanistica, mediante spesso una variante specifica, oppure anche una variante generale.

VINCOLI ED EDIFICABILITÀ --> VINCOLI URBANISTICI E LEGALI --> DECADENZA, REITERAZIONE, INDENNIZZO --> DURATA E DECADENZA --> ASPETTATIVA DEL PROPRIETARIO

Il proprietario, quando vi è la decadenza del vincolo preordinato all'esproprio, può contestare il silenzio dell’Amministrazione o impugnare gli atti con cui l’Amministrazione esercita il suo potere di ripianificazione, ma non può chi... _OMISSIS_ ...e amministrativo il risarcimento dei danni derivanti da una "erronea certificazione" avente ad oggetto la permanenza del vincolo.

In mancanza di pianificazione a causa della decadenza dei vincoli preordinati all'esproprio, il privato non vanta alcun diritto rispetto ad una determinata destinazione urbanistica dell’area, bensì una mera aspettativa, che come tale, non può fondare alcuna pretesa risarcitoria.

A seguito della decadenza del vincolo preordinato ad esproprio e alla inerzia dell'ente territoriale nell'attribuire al terreno una nuova destinazione, il proprietario non resta senza tutela, ma può promuovere gli interventi sostitutivi oppure attivare la procedura di messa in mora e tipizzazione giurisdizionale del silenzio davanti al Giudice Amministrativo.

Il proprietario di un'area sottoposta a vincolo di inedificabilità, scaduto per l'inutile decorso del termine di legge, ha un interesse legittimo... _OMISSIS_ ...he la Pubblica Amministrazione eserciti la funzione di governo del territorio e adotti prontamente i provvedimenti urbanistici di ritipizzazione dell'area stessa.

Le radici della qualificazione dell'interesse legittimo pretensivo dei proprietari a una pronuncia di riqualificazione delle aree a seguito della decadenza degli strumenti urbanistici preordinati a vincoli alla proprietà risiedono nella natura assoluta del diritto di proprietà, giacché le facoltà e le prerogative che ne costituiscono il contenuto non possono essere compresse a tempo indeterminato, senza che siano definite a termini di legge le cause di utilità sociale che abbiano indotto l’amministrazione a fissare limiti all’esercizio del diritto stesso.

La natura eccezionale e transeunte del regime di edificabilità ex art. 9 del d.P.R. n. 380/2001 non esime gli enti preposti dall’obbligo giuridico di colmare la lacuna pianificatoria che determina anche l’a... _OMISSIS_ ...le norme stesse. Tuttavia, se l’amministrazione è tenuta ad iniziare il procedimento finalizzato alla riqualificazione mediante una specifica ed appropriata destinazione urbanistica, ai fini di tale adempimento non è vincolata dai contenuti di una (eventuale) iniziativa privata, essendo in ogni caso rimessa al potere dell’amministrazione comunale la verifica e la scelta della destinazione; in particolare la decadenza dei vincoli non crea nel proprietario alcuna aspettativa in ordine al conferimento di particolari qualità edificatorie; può, viceversa, risultare vincolata dai contenuti dello stesso strumento urbanistico, ovvero dai contenuti della disciplina urbanistica di fonte primaria, regionale o statale.

Scaduto il vincolo preordinato all’espropriazione, le aree sono sottoposte alla disciplina sostitutiva prevista per le c.d. “zone bianche” (art. 9 del TUE). Secondo la consolidata in giurisprudenza, essendo tale regime tran... _OMISSIS_ ...isorio, l’amministrazione comunale ha il dovere di ripianificare l’area. Al proprietario è pertanto riconosciuto un interesse legittimo pretensivo all’adozione di una nuova disciplina urbanistica dell’area, con possibilità quindi di ricorrere, in caso di inerzia, all’azione avverso il silenzio ovvero al risarcimento del danno (derivante dal fatto che l’area, lasciata fuori da qualsiasi pianificazione urbanistica, sia rimasta priva di un effettivo mercato).

VINCOLI ED EDIFICABILITÀ --> VINCOLI URBA...


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