religione e politica

Da molto tempo ormai nei paese occidentali la religione governa le menti di moltitudini di uomini e donne senza bisogno di eserciti, di tribunali e di costrizione fisica.

I ministri del culto si vestono da secoli allo stesso modo, con antiche tuniche liturgiche dal significato oscuro ed esoterico, con simboli e copricapi misteriosi e arcani.

Celebrano i loro riti, uguali a se stessi da tempo immemorabile, in edifici sfarzosi e immensi, che annichiliscono gli individui, su altari riccamente addobbati, predicano senza contraddittorio dall’alto di pulpiti, assistiti da canti e incensi.

Il richiamo ossessivo al mistero della fede, ai dogmi, al credere, al gregge di credenti che segue docile il suo pastore, impedisce per definizione che su tutto questo si possa intavolare una discussione, che possa essere oggetto di un ragionamento.

Il grado di soggezione che incute l’apparato sacramentale è tale da scora... _OMISSIS_ ...vamente i fedeli dal porsi la fatidica domanda: ‘perché?’

Il paramento sacro serve a dare a chi lo indossa l’autoreferenzialità necessaria a farsi credere, senza ‘se’ e senza ‘ma’, cosa che si può riscontrare anche in settori laici, come quello della magistratura, dove sopravvivono ancor oggi toghe parrucche ed ermellini, o come quello militare, dove dominano uniformi e stellette.

Il vescovo, il giudice e il generale: gli emblemi incarnati del potere, dell’obbedienza indiscutibile, rappresentati dal loro abbigliamento elitario fortemente simbolico.

Il grado di asservimento mentale delle frange più oltranziste dei fedeli osservanti arriva ad un punto tale che qualunque cosa venga detta dalle gerarchie religiose diventa immediatamente legge indiscutibile, per quanto possa essere contraria all’evidenza, alla ragione, al buon senso e ai comuni sentimenti di umanità, o addirittu... _OMISSIS_ ...dicato fino al giorno prima.

I credenti fanatici sono strumenti non pensanti nelle mani dei loro pastori, che li manipolano come vogliono.

Le principali organizzazioni religiose sono comunque abbastanza sapienti da portare le loro asserzioni oltre il limite del buon senso solo di rado e solo su alcuni temi: il loro potere è mirabilmente esercitato attraverso un raffinato dosaggio di adesione ai valori popolari, di attività di utilità sociale, di prospettive di vantaggi materiali per gli adepti e di svantaggi per i non adepti, di convenzioni sociali, di amministrazione oculata e ben orientata di ingenti risorse finanziarie.

Il potere religioso si riverbera direttamente e indirettamente in un’infinità di strutture ‘laiche’, scuole, asili, università, collegi, patronati, ospizi, case di cura, strutture ricettive e assistenziali, in cui il verticismo decisionale è ovunque assoluto e l’obbedienza dell’... _OMISSIS_ ...- rispetto alle gerarchie religiose - cieca e totale.

Al di là del fatto che i politici di ogni colore e di ogni latitudine cercano da sempre di accaparrarsi la benevolenza delle gerarchie religiose, o quantomeno di conquistarne la non ostilità, resta il fatto che per i politici esse rappresentano la quintessenza del potere, l’esempio insuperato e insuperabile del dominio di pochi sulla massa.

I politici farebbero dunque bene ad acquisire dall’esempio delle organizzazioni religiose alcuni insegnamenti fondamentali.

Il primo insegnamento è di non fare mai autocritica, di attribuirsi un’aureola di infallibilità e di fare in modo di non essere mai messi in discussione dai media amici.

Il politico di razza sa che qualunque falsità o corbelleria egli dica, vigorosamente difesa e abilmente supportata dagli strumenti di informazione sotto il suo controllo, troverà sempre uno stuolo di fans disposti a ... _OMISSIS_ ...e contro l’evidenza: egli non teme di offendere l’intelligenza di nessuno, perché l’intelligenza è merce rara, soprattutto nei fanatici.

Naturalmente il politico accorto conosce anche il limite della sua autorevolezza, oltre il quale è bene non sfidare l’elettorato, altrimenti rischia di rimanere con i soli fanatici, perdendo contatto con la massa, solitamente restia a seguire percorsi estremistici o eccessivamente irragionevoli.

Salvo i rari casi in cui sia colto in flagrante o palesemente smascherato, il politico non deve mai ammettere di aver sbagliato, a costo di arrampicarsi sugli specchi e di negare l’evidenza, perché la gente preferisce i politici decisi e falsi ai politici titubanti e sinceri.

Il secondo insegnamento è quello di predicare sempre bene indipendentemente da come si razzola. La gente è avvezza al linguaggio dell’ipocrisia, formale e falso: questo linguaggio la rassicura ... _OMISSIS_ ...inguaggio scomodo della verità. La gente per secoli è stata educata, e spesso costretta, ad assecondare chi ha tanto amore di Dio sulla bocca (e molto meno amore per il prossimo nell’animo): ciò che conta è il rispetto delle apparenze. Pertanto, per il politico, il messaggio, e la parvenza positiva patinata ed elegante dello stesso, è molto più importante dei fatti. La modestia dei risultati effettivamente realizzati, e tutto quello che succede dietro le quinte - corruttele, lobbismo e interessi privati -, debbono essere sempre negati con la più assoluta fermezza, a qualunque costo, mediante l’uso sistematico e spudorato della menzogna. E ciò è sufficiente: per quanto possa sembrare incredibile, la gente crede sulla parola ai ‘suoi’ politici. Per contro, qualunque ammissione o sincerità delude irreversibilmente gli elettori ed equivale a suicidio politico.

Il terzo insegnamento è quello dei paramenti sacri. Il politico non deve rifi... _OMISSIS_ ... e lo sfarzo del potere, non deve avvicinarsi alla gente, non deve avere lo stesso tenore di vita della gente. Lo status symbol del politico, l’alone di spreco di denaro pubblico e di malaffare che lo circonda, è l’essenza stessa del suo fascino. I riti di palazzo, i voli di stato, i privilegi, le dichiarazioni sibilline, le ingiustificate prebende sono il suo paramento sacro. Il politico deve avere la scorta, anche se non serve a nulla, il politico deve viaggiare a sirene spiegate, anche se sta andando al bordello. La gente deve odiarlo e temerlo, deve scandalizzarsi del politico. Altrimenti non penderà più dalle sue labbra quando parlerà. Altrimenti lo considererà confidenzialmente come uno di casa, un amico innocuo e noioso. Ma ai suoi occhi non sarà più un politico, uno che ha il bastone del comando.

Il mistero deve essere una costante indissolubile dell’azione e della vita del politico. Il mistero genera timore e rispetto. Fa fantast... _OMISSIS_ ... che da sempre associa il potere alle stanze arredate con preziosi mobili antichi e ai vellutati corridoi segreti di palazzi inaccessibili. La gente sogna politici eleganti che nella penombra intrecciano sordide alleanze sorseggiando un Martini seduti su un sofà barocco davanti a un camino sovrastato da un quadro di Thomas Birch raffigurante un combattimento tra antichi velieri. La gente considera il politico come il sacerdote del rito pagano dell’incomprensibile amministrazione della cosa pubblica. L’immaginazione fa bene al cuore del popolo. Perché non assecondarla?

Parte essenziale della veste sacra del politico sta nell’atteggiamento esteriore.

Il politico non deve mai perdere la calma e l’autocontrollo, il politico perfetto se ne esce dalle situazioni più difficili pungendo a morte gli avversari con uno spillo di humour velenoso e distaccato.

La gente adora l’immagine del politico perfido e r... _OMISSIS_ ...ome un torero aspetta impassibile il toro scatenato, trafiggendolo con un gesto di algido distacco ed elegante crudeltà.

Assolutamente da evitare è il linguaggio scurrile, l’affabulazione scomposta, caotica, inconcludente e veloce, sono inaccettabili i balbettii e i toni garruli: tutto ciò denota debolezza, insicurezza, approssimazione.

Il politico deve essere sicuro di sé, senza paura, calmo, preciso, deve parlare lentamente a voce bassa, guardando a destra e a sinistra mentre parla in pubblico, come se stesse interloquendo direttamene e personalmente con la folla.

Quando vuole farsi capire, deve esprimersi mediante concetti chiari e brevi, allineati in una sequenza logica che parte da una premessa e arriva alla conclusione in pochi passaggi, senza saltarne nessuno. In questa sequenza logica di concetti che sta nel mezzo tra le premesse e le conclusioni c’è l’inganno, e la bravura del politico, l’ess... _OMISSIS_ ... suo talento è tutta qui, nel tessere un ragionamento convincente, apparentemente inattaccabile, che partendo da premesse evidenti conduca gli ascoltatori dove vuole lui.

Quando il politico non vuole farsi capire, usa brevi frasi suggestive e accattivanti, che non portano a niente.

È la sua calma, la sua precisione e la sua eleganza che incutono rispetto. Nei dibattiti e nei convegni, possibilmente, non deve intervenire per primo, ma tenersi l’ultima parola.

Il politico deve evitare un abbigliamento eccentrico, per non distrarre dal suo messaggio ed essere ricordato solo per l’abito.

Ma il politico deve evitare anche un abbigliamento modesto, trasandato, gesti e atteggiamenti banali che lo avvicinino pericolosamente all’immagine quotidiana che la gente comune ha di se stessa, altrimenti la gente perde la sensazione di aver eletto una persona speciale, all’altezza del compito di tener... _OMISSIS_ ...lo la complicata stanza dei bottoni e di fronteggiare temibili avversari, e il politico perde in un attimo tutto il suo appeal e la sua autorevolezza.

Questo non significa che il politico di tanto in tanto non possa fare il gesto comune, ad esempio essere ripreso con il pallone di basket o mentre mangia assieme alle truppe in missione all’estero. Ma deve capirsi che si tratta di un gesto per lui non consueto, eclatante ed occasionale, di un vezzo artefatto, mero sfoggio di graziosa volontà di assomigliare al popolo. Anzi, proprio questo lo rende ancor più regale.

Nel momento in cui la gente non può più fantasticare sul politico, non può più maledirlo, nel momento in cui sente di non averne più paura e si accorge di non avere più argomenti per poterne parlare male al bar, quel politico è finito.

Sul piano della religione, tuttavia, recentemente è successo un fatto nuovo. La Chiesa cattolica si è data un papa che sta rompe... _OMISSIS_ ...formali tradizionali.

Vien da chiedersi se ciò possa essere controproducente in un ambiente in cui l’apparato formale e simbolico è da duemila anni di basilare importanza, dove le liturgie sono state tenute in latino fino a qualche decennio fa, dove il papa-re seduto sulla portantina e con il codazzo di porporati che avanzano lenti a mani giunte è da sempre impresso nell’immaginario collettivo del gregge dei fedeli. Forse non sarà controproducente, se il venir meno della sacralità della somma guida sarà compensato - anche quando sarà svanito l’effetto dell’infatuazione collettiva iniziale - dal formidabile carisma che questo papa sta dimostrando. Staremo a vedere.

Quel che importa qui osservare è che la demolizione della sovrastruttura formale è un vezzo e un lusso che si possono permettere solo individui rari, dal carisma straordinario, personalità che emergono nella storia di tanto in tanto. Poiché tali non sono med... _OMISSIS_ ...ici, è bene che non rinuncino all’ausilio dei paramenti sacri sopra descritti per rafforzare il proprio ruolo.

In ogni caso l’obiettivo non sono le vesti sacre in sé, ma l’autorevolezza rispetto alle quali sono funzionali.

Può anche succedere che in certi contesti sociali codeste vesti sacre non servano: ad esempio presso alcune popolazioni del nord Europa il politico si sposta in bicicletta, non ha la scorta né privilegi particolari. Sarebbe probabilmente cacciato a furor di popolo se la sua immagine assumesse connotati percepiti come arroganti. Eppure, in fondo, anche questa assenza di vesti sacre è una forma di veste sacra. Olof Palme, primo ministro svedese, fu assassinato mentre rientrava a casa con la moglie dal cinema. Ciò ha dimostrato che non esistono paradisi in terra dove i potenti siano completamente al sicuro, e che, essendo vitale interesse di qualunque stato garantire la sicurezza – quantomeno – d... _OMISSIS_ ...ier e dei propri ministri, la scorta armata per la tutela di queste persone è necessaria e inevitabile. Se non vi si provvede, la mancanza di protezione diviene essa stessa un simbolo, una ostentazione formale.

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