APPROPRIATIVA USURPATIVA

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Accessione invertita e acquisto a titolo originario della proprietà da parte della P.A.

L'irreversibile trasformazione del fondo, per la giurisprudenza prevalente, non produce più l'effetto di trasferire la proprietà, e l'occupazione del fondo, al termine dell'eventuale periodo di occupazione legittima, si configura come illecito permanente.

Gli elementi qualificanti l'istituto della c.d. occupazione acquisitiva

Il fenomeno della cosiddetta occupazione acquisitiva o appropriativa presentava i seguenti caratteri: a) la trasformazione irreversibile del fondo, con destinazione ad opera pubblica o ad uso pubblico, determinava l'acquisizione della proprietà alla mano pubblica; b) il fenomeno, in assenza di formale decreto di esproprio, aveva il carattere dell'illiceità, che si consumava alla scadenza del periodo di occupazione autorizzata (legittima) se nel frattempo l'opera pubblica era stata realizzata

Occupazione della proprietà privata per eseguire ricerche archeologiche

L'occupazione della proprietà privata per eseguire ricerche archeologiche, ed in funzione di successiva espropriazione a fini di conservazione e valorizzazione delle testimonianze rinvenute, non seguita da decreto di esproprio entro la scadenza, costituisce ipotesi di occupazione appropriativa non solo per l'irreversibilità delle trasformazioni materiali apportate e per la preponderanza del publicum sulla proprietà privata

L'occupazione appropriativa e la realizzazione di un piano P.I.P.

Nell'attuazione dei piani per gli insediamenti produttivi (P.I.P.), in mancanza di delega a terzi (enti o istituti, ai sensi dell'art. 60 della stessa legge) dell'esercizio dei poteri espropriativi, l'eventuale occupazione appropriativa si compierebbe comunque a favore dell'ente pubblico e non a favore dell'assegnatario.

Sviluppi della giurisprudenza di legittimità e il dialogo con la CEDU in materia espropriativa

Dopo le note sentenze 348 e 349 della Corte Costituzione, alcuni studiosi, ottenuta l’eliminazione dei criteri riduttivi di calcolo degli indennizzi espropriativi relativi alle aree con destinazione edificatoria, hanno considerato appianato o definitivamente risolto ogni problema nella materia; mentre altri, interessati soprattutto alla mortificazione dell’occupazione espropriativa, non hanno nascosto la delusione per la rinascita dell'istituto, avvallato ora dall'art.2 della legge 244/2007

Sviluppi della giurisprudenza di legittimità e CEDU: le occupazioni permanenti di immobili

La Corte ha escluso con fermezza dalla declaratoria di incostituzionalità, le occupazioni permanenti di immobili, costituenti illecito di diritto comune, perché attuate al di fuori di una procedura ablativa, e quindi in assenza (anche solo giuridica) di una dichiarazione di PU. Ciò in quanto per esse il giudice ordinario aveva attribuito al proprietario la tutela piena e completa equiparabile a quella postulata dalla Corte europea, che comprende anzitutto il diritto alla restituzione del bene

Sviluppi della giurisprudenza di legittimità e CEDU: occupazione appropriativa e trasformazione del fondo

Le Sezioni Unite si sono inserite nel capitolo prescrizione con riguardo proprio alla fattispecie che più si avvicinava già ai parametri della CEDU, costituita dal provvedimento espropriativo successivamente annullato dal giudice amministrativo, comportante il ripristino del diritto di proprietà nella situazione giuridica antecedente all’atto annullato; e quindi il verificarsi dell’occupazione espropriativa ove nelle more l’immobile fosse stato radicalmente trasformato dall’opera pubblica

La rivincita della Cassazione sull'occupazione illegittima

L’esame delle decisioni che si sono succedute nella vicenda dell’occupazione illegittima innanzi a Strasburgo è dimostrativo delle alterne stagioni che l’istituto dell’occupazione illegittima ha avuto transitando presso le aule della CEDU e del giudice nazionale. Un andamento che ricorda molto da vicino le alterne vicende subite dall’agire illecito della PA innanzi alla Cassazione, e che perviene a conclusioni che recuperano alcuni capisaldi della “coststruzione” dell’occupazione acquisitiva

La rivincita della Cassazione sull'occupazione illegittima: i confini della sentenza Guiso-Gallisay

L’obbligo di conformazione dei giudici nazionali deve circoscriversi all'occupazione acquisitiva non riguardando, per converso, quelli relativi all'occupazione usurpativa. La Corte è giunta alle conclusioni rassegnate valorizzando l’esistenza di una dichiarazione di pubblica utilità resa all’interno di un procedimento di occupazione d’urgenza e la circostanza che il giudice nazionale aveva ritenuto l’esistenza di una perdita della proprietà agganciata all’epoca della trasformazione irreversibile

Gli istituti dell'occupazione acquisitiva ed usurpativa

Una delle finalità assegnate al provvedimento acquisitivo regolato dall'art.43 è quello di eliminare le note figure di creazione giurisprudenziale dell’occupazione acquisitiva ed usurpativa. L’eventuale decreto di esproprio emanato dovrà ritenersi inutiliter datum, avendo già la P.A. acquisito la proprietà del suolo per effetto dell’esecuzione dell’opera pubblica, che ha modificato in maniera irreversibile il bene, con conseguente estinzione dello stesso diritto di proprietà in capo al titolare.

La nuova disciplina del danno da occupazione appropriativa

L'occupazione appropriativa si verifica con riguardo alle opere qualificabili come pubbliche, in forza della loro realizzazione da parte di un soggetto pubblico. Nel settore dell'edilizia residenziale pubblica dunque essa non era ravvisabile nei casi di costruzioni realizzate da privati. L'esigenza di garantire l'applicazione della regola giurisprudenziale all'intero settore, in ragione dell'identità del risultato perseguito, è stata soddisfatta dalla sentenza 486/1991della Corte Costituzionale

La nuova disciplina del danno da occupazione appropriativa: l'intervento della Corte Costituzionale

La Corte esamina la censura con cui si prospetta che la norma denunciata violerebbe l'art.117 Cost., in quanto in contrasto con le norme internazionali convenzionali e, anzitutto, con l'art. 1 del Protocollo addizionale della CEDU, nell'interpretazione offertane dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Al riguardo, la Consulta premette che entrambe le ordinanze di rimessione non sollevano il problema della compatibilità dell'istituto dell'occupazione acquisitiva ma le sue ricadute patrimoniali

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