Legame tra ambiente e sicurezza: le origini

La crescente importanza delle tematiche legate alla sicurezza a tutti i livelli del dibattito pubblico, nei paesi occidentali, induce ad una riflessione sull'evoluzione del meccanismo sociale della “richiesta di sicurezza” tra la fine del XXI secolo e l'inizio del XXII. Questo è testimoniato anche dalle diverse teorie e dai diversi approcci all'argomento che si sono sviluppate a partire dagli anni '70 del secolo scorso negli stati uniti e successivamente in Europa che sono chiaramente esplicitate nel testo.

Nel quadro attuale risulta di fondamentale importanza per progettisti e pianificatori capire come, discipline di organizzazione dello spazio come architettura ed urbanistica, si possono evolvere in un'ottica di ottimizzazione di tale meccanismo. Se a questo s... _OMISSIS_ ... evidente la centralità dell'argomento.
L'attenzione alla correlazione tra ambiente costruito e comportamento è stata esplorata, prima ancora che a livello scientifico o architettonico a livello letterario e cinematografico.

In entrambe queste espressioni artistiche infatti la caratterizzazione dello sfondo, ovvero in molti casi dell'ambiente costruito, risulta fondamentale per lo sviluppo del plot.
In letteratura, già in opere come “I miserabili” di Victor Hugo a inizio '800 proseguendo fino ad alcuni autori ebrei americani e a rappresentanti della Beat Generation, risulta evidente la correlazione tra degrado urbano e degrado sociale.
Correlazione che emerge prepotentemente, anche se con accenti differenti, a partire dal cinema neorealista i... _OMISSIS_ ...e tra fatiscenza architettonica e criminalità è quindi già da molto tempo uno stereotipo della cultura occidentale. Uno stereotipo quasi esclusivamente univoco per cui gli aspetti ambientali erano conseguenza di quelli legati alla criminalità e non viceversa.

Le teorie di tipo scientifico, sociologico, architettonico, sviluppatesi a partire dagli anni '70, hanno avuto il merito di indagare, con approccio innovativo, l'incidenza dell'ambiente costruito sulla criminalità, dimostrando come il rapporto tra le due fosse biunivoco.

In quest'ottica tutte le teorie che confluiscono in quella scienza interdisciplinare denominata Crime Prevention Through Enviromental Design, ben delineate nel testo, che nel panorama europeo trovano espressione ultima nel trattato intito... _OMISSIS_ ...livello di scala.

Una delle principali difficoltà correlate alla complessità degli interventi di recupero di aree urbane degradate, risiede proprio nell'interdisciplinarità delle competenze necessarie e nella varietà degli attori coinvolti.
Ambienti complessi, come sono i tessuti urbani contemporanei, generano problemi complessi non risolvibili se non attraverso un approccio multidisciplinare.

Gli esiti di molti piani di sviluppo territoriale o di edilizia sovvenzionata, realizzati nella seconda metà del secolo scorso, sebbene coerenti e funzionali dal punto di vista architettonico e urbanistico del tempo hanno dato risultati disastrosi creando criticità ancora oggi insolute.

Questo è imputabile ad un approccio “mono-disciplinare... _OMISSIS_ ...eressante è anche sottolineare come queste problematiche abbiano riflessi indiretti sullo sviluppo urbano complessivo. Si prenda ad esempio il caso del quartiere realizzato in occasione dell'Expo del 1989 a Lisbona. Si tratta di un'area a est della città sulla riva del fiume Togo rinominata Parque das Nações, che nell'intenzione degli ideatori sarebbe dovuta diventare uno dei nuovi centri della città. Si tratta di un progetto molto interessante sia dal punto di vista urbanistico che architettonico, ubicato in un'area di grande valore paesaggistico e ambientale; tuttavia le intenzioni dei pianificatori sono state disattese. Il quartiere è scarsamente popolato ed è più un'attrazione turistica che un polo cittadino. Una delle cause dell'insuccesso del progetto è stata individua... _OMISSIS_ ...carsa attenzione alle tematiche del recupero urbano abbia riflessi, più o meno evidenti, non solo sulle aree direttamente interessate ma sulla totalità della scala urbana.

Il rovescio della medaglie è dato dal fatto che interventi su piccola scala o di tipo quasi prettamente manutentivo possano innescare fenomeni che hanno ripercussione su vasta scala come dimostrato dal caso della metropolitana di New York, in cui un intervento manutentivo frequente ha innescato una verticale diminuzione del crimine innescando un fenomeno che il saggista Malcom Gladwell ha denominato Tipping Point e altro non è che la rilettura in chiave positiva della Broken Window Theory. Il fatto che tanto macro-interventi che micro-interventi abbiano ripercussioni su scala urbana testimonia la bontà e l... _OMISSIS_ ... della dott.ssa Roccari, ripercorrendo in maniera puntuale e precisa l'evoluzione delle teorie che legano la morfologia dell'ambiente costruito e la pianificazione territoriale alla manifestazione di comportamenti criminali, fornisce un quadro esaustivo dell'evoluzione di questa tematica interdisciplinare. Sebbene l'autrice affronti la trattazione da un punto di vista preminentemente criminologico, l'approfondita analisi delle diverse teorie e la disamina di interessanti casi pratici fanno di “Urbanistica, Criminologia e Sicurezza – La stretta relazione fra ambiente costruito e criminalità” un utile punto di riferimento anche per progettisti, pianificatori e decisori.


Non di rado, nei cartoni animati della nostra infanzia, capitava che il protago... _OMISSIS_ ...ta ai lati e uccellini che cantavano; l’altra era invece scura, umida, fangosa, con alberi rachitici e foglie secche, e vi soffiava un vento gelido. Ognuno di noi, trovandosi al posto del viandante, avrebbe scelto d’istinto la prima via, senza pensarci due volte. Ma la domanda, che può sembrare retorica, è: perché?

Anche dalla semplice immagine qui descritta risulta ovvio, se non naturale, che le condizioni dell’ambiente fisico che ci circonda hanno una potentissima influenza sul nostro modo di percepire il senso del pericolo. Ciò che ancora non appare a tutti scontato, piuttosto, è l’idea che tali condizioni possano modificare anche i livelli reali ed oggettivi di quel disordine che spesso sfocia in devianza e criminalità. “Ambiente” è in... _OMISSIS_ ...tieri, che indirizza l’azione e la vita quotidiana delle persone, in termini di spazio, ma anche di abitudini ed atteggiamenti.

Il proposito principale, nella prima parte del testo, che comprende i primi due capitoli, è di presentare una panoramica sull’evoluzione dello studio del legame tra ambiente e sicurezza. Si vuole quindi prendere in esame l’analisi, soprattutto teorica, di come le modifiche apportate alle grandi e piccole strutture che condizionano i percorsi delle nostre vite, possano avere importanti conseguenze sul livello di pericolo, sia reale, che percepito. Tale legame, infatti, non è stato da sempre tenuto in considerazione nel mondo moderno. Si potrebbe quasi affermare che ancora non è nemmeno pacificamente accettato in tutte le parti del m... _OMISSIS_ ...one di criteri sociologici nella progettazione di elementi urbanistici ed architettonici con lo scopo di far crescere il gradiente di benessere e sicurezza, abbattendo il tasso di criminalità e disordine sociale. Si chiamavano Jane Jacobs ed Elizabeth Wood. A loro è dedicato il primo capitolo.

Il secondo capitolo si concentra già sulla nascita, negli anni Settanta, di una vera e propria scienza, di carattere interdisciplinare, denominata Crime Prevention Through Environmental Design, grazie all’omonima pubblicazione del criminologo Clarence Ray Jeffery. Questi affermò che l’ambiente fisico condiziona il comportamento umano attraverso il cervello, e viceversa; perciò la ricerca in questo campo deve tenere in considerazione anche i mutamenti biologici, e non solo q... _OMISSIS_ ...ewman che, in qualità di architetto studiò in che modo modifiche sull’ambiente costruito, a volte semplici, operate in complessi residenziali problematici, possano aiutare a combattere disordine sociale e criminalità.

Il terzo approccio al CPTED, quello di Ronald Clarke, ingloba in un certo senso i primi due, integrandoli con teorie criminologiche quali la prospettiva della scelta razionale e la teoria delle opportunità criminali, inserendoli all’interno della “prevenzione situazionale” del crimine; tale schema può essere utilizzato non solo su grande scala, bensì può essere adattato alla prevenzione di varie fattispecie criminose che non siano necessariamente i tipici delitti di strada.
L’ultima parte del secondo capitolo fa breve... _OMISSIS_ ...ento umano.

La seconda parte della trattazione ha un taglio decisamente più pratico. Nel terzo capitolo si riassumono, dapprima, gli interventi effettuati da Oscar Newman su tre differenti quartieri popolari negli Stati Uniti, con la valutazione dei risultati ottenuti. In seguito, si passa all’origine dell’interesse per la prevenzione ambientale del crimine in Europa, a partire dagli anni Novanta, con i primi studi in materia di CPTED promossi dalla Commissione Europea, tra cui il programma AGIS. Si illustrano alcune esperienze di Gran Bretagna, Olanda e Germania in questo campo, ed il contenuto di un Technical Report adottato dal Comitato Europeo di Standardizzazione nel 2007, sulla prevenzione della criminalità attraverso la pianificazione urbanistica.
... _OMISSIS_ ...terno del progetto Safepolis (co-finanziato dalla Commissione Europea in quanto interno al programma AGIS), realizzato da tre istituzioni: il Laboratorio Qualità urbana e Sicurezza del Politecnico di Milano (Labqus), la Mission Etudes Sécurité de L’Institut d’aménagement et d’urbanisme de la région de l’Ile-de-France (IAU), e i Servizi Politiche per la sicurezza e la polizia locale e Riqualificazione Urbana della Regione Emilia-Romagna. Il Manuale, partendo dalle linee guida esposte nel TR 14383-2, compila una serie di coordinate e raccomandazioni utili sia acommittenti, che a urbanisti, che a enti locali, nella pianificazione, nella riqualificazione e nella gestione degli spazi pubblici.

Questa trattazione, a onor del vero, non può dirsi destinata ad... _OMISSIS_ ...punto di vista attivo che passivo. Le teorie illustrate nella prima parte possono, da un lato, aiutare a comprendere meglio le ragioni di vari comportamenti umani, soprattutto nelle aree pubbliche in cui le persone interagiscono, e magari anche il motivo per cui il viandante del cartone animato, alla fine, sceglierà la strada soleggiata con il canto degli uccellini. Le esperienze pratiche ed il Manuale, dall’altro lato, dovrebbero spingere i decisori politici, i committenti, e i responsabili a livello locale di pianificazione e progettazione urbana, a raccogliere maggiori informazioni sul tema, a riflettere su ogni intervento che viene operato sull’ambiente fisico delle città, affinché la prevenzione della criminalità possa essere davvero efficace e la sensazione di sicurezza p... _OMISSIS_ ...ane Jacobs nacque nel 1916 in Pennsylvania e non ottenne mai un titolo universitario: non era dunque architetto, né sociologa, né criminologa. Giunse a New York negli anni della Grande Depressione e, malgrado non avesse terminato alcun corso di studi, divenne nel 1952 editore associato dell’Architectural Forum, posizione che le consentì di entrare a stretto contatto con i meccanismi della pianificazione e della ristrutturazione urbanistica. Fin dal principio si trovò in profondo disaccordo con le teorie convenzionali di pianificazione, maturando una serie di riflessioni che la portarono alla scrittura di un vero e proprio manifesto, un trattato che la rese famosa a livello internazionale, pubblicato nel 1961 sotto il titolo di The Death and Life of Great American Cities .
... _OMISSIS_ ...anistica, schierandosi contro i sostenitori del filone cosiddetto “modernista” e “razionalista”, che anteponeva lo sviluppo delle vie di comunicazione ai cittadini stessi, insinuando che fossero questi a doversi adattare all’ambiente circostante e non già la città a dover essere costruita in funzione dei suoi abitanti. Le sue critiche erano anche di genere: scrisse infatti che «la maggior parte degli architetti e dei pianificatori delle città sono uomini. Curiosamente, disegnano e pianificano in modo da escludere gli uomini come parte della normale vita quotidiana ovunque la gente viva. Nel pianificare la vita residenziale, mirano a soddisfare i presunti bisogni quotidiani di casalinghe assolutamente insignificanti e bambini di età prescolare. Pianifican... _OMISSIS_ ...io di dolciumi al 555 di Hudson Street , dalla quale osservava la vita della città scorrere sotto il suo sguardo attento. Che si trattasse di vicini, residenti o completi sconosciuti, tutti erano più sicuri perché quasi mai erano soli. Ed è questa l’idea di Jane Jacobs che appare maggiormente rivoluzionaria in relazione all’argomento qui trattato. Non a caso uno dei suoi motti era proprio eyes upon the street: occhi sulla strada, espressione che può apparire una mera metafora, mentre in realtà riassume perfettamente la sua concezione di controllo spontaneo.

Quando molti occhi vigilano su una zona, infatti, chiunque si trovi sotto osservazione è più sicuro, e chiunque voglia commettere un atto illecito ne risulta inibito. Da allora questa frase è stata ripresa in... _OMISSIS_ ...ttiva; disordine che, se andava nella giusta direzione, aiutava a prevenire la delinquenza e a mantenere un alto livello di sicurezza comune. Jacobs sosteneva che un ordine prestabilito ed imposto dall’alto fosse assai peggio del disordine , mentre riempire i marciapiedi, renderli una rete intricata di piedi e occhi in movimento costituiva l’unico modo per far sentire unita una comunità e, di conseguenza, per ridurre le opportunità criminali, restituendo il controllo a coloro che chiamava i “proprietari naturali delle strade”. Se le strade brulicavano di vita e di passanti, dunque chi le osservava non si annoiava, e per lui dunque non rappresentava un peso l’atto del vigilare su ciò che accadeva all’esterno, bensì un piacevole passatempo.
|... _OMISSIS_ ...commistione tra questi due insiemi poteva solo originare confusione e far perdere agli abitanti della zona quel senso di “territorialità” che invece permette di sentire la zona stessa come di loro proprietà, confusione spesso presente nelle zone popolari della periferia e nei nuovi progetti dei razionalisti urbani ai quali Jacobs si opponeva fermamente . Di tale corrente modernista Jane Jacobs contestava l’approccio distaccato e freddo con cui veniva pianificato il disegno urbano di varie aree da parte di esperti totalmente estranei al tipo di vita ivi condotto. Questi ultimi consideravano poco ortodossa la fusione tra vecchio e nuovo, tra residenze per anziani e case per giovani famiglie, tra locali commerciali e zone abitative o addirittura fra bianchi e neri. Secondo l... _OMISSIS_ ...sordinata” vitalità tipica delle comunità con un buon livello di benessere .

Oltre a diversità e dinamismo, come detto poco sopra, nella formula di Jane Jacobs rientrava anche il fattore densità: i razionalisti ...

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