Art. 5 bis DL 333/1992: incidenza delle dichiarazioni di legittimità costituzionale

2.1. Secondo i principi generali, l’efficacia retroattiva della detta pronuncia d’incostituzionalità trova un limite in quei casi concreti in cui si siano determinate situazioni giuridiche consolidate ed intangibili (il cui accertamento positivo preclude l’esame della questione su cui incide la dichiarazione d’incostituzionalità), come nei casi di rapporti già definiti, anteriormente alla pronuncia d’illegittimità costituzionale, in base a giudicato e ad atti amministrativi non più impugnabili o ad altri atti o fatti, come la prescrizione, di cui siano esauriti gli effetti e che siano rilevanti, sul piano sostanziale e processuale, nonostante l’inefficacia delle norme dichiarate incostituzionali (Cass. 1-12-1986, n. 7109).

Per l’applicabilità delle sentenze ai procedimenti giurisdizionali pendenti, il dettame fondamentale è che sia tuttora in discussione la misura dell’indennità, siccome fino ad oggi regolata... _OMISSIS_ .... 5-bis, come della misura del risarcimento, siccome regolata dal comma 7-bis dello stesso art. 5-bis.

Ove si ritenga la controversia sulla misura dell’indennità o del risarcimento ancora in corso, e sempre che l’applicazione del decisum costituzionale vada a vantaggio di chi agisce in giudizio o di chi impugna una sentenza, in via principale o incidentale, il giudice procederà ad una nuova determinazione (in cassazione all’annullamento della sentenza, con rinvio per una nuova rideterminazione). In ordine all’indicazione di nuovi criteri applicabili, si dirà oltre.

Pur se non si tratta, a stretto rigore, di ipotesi di ius superveniens (anzi, almeno per l’indennità, viene a verificarsi un vuoto di disciplina legislativa), è utilmente esplorabile la giurisprudenza prodotta riguardo allo ius superveniens in materia indennitaria e risarcitoria, che è stato ritenuto applicabile in tutti i giudizi non definiti con sen... _OMISSIS_ ...n giudicato, e quindi anche nei giudizi pendenti in sede di legittimità (Cass. 26-05-2006, n. 12625; 2-9-1998, n. 8706; 26-8-1998, n. 8490), o in sede di appello (Cass. 26-03-2004, n. 6072: il mero gravame sull’an o sul quantum del risarcimento dei danni non esclude che il giudice d’appello debba applicare d’ufficio i citati nuovi criteri).

Fin dal pronunciamento delle Sezioni unite del 1994, infatti (Cass. 22-11-1994, n. 9872), si ritenne che non potendosi formare giudicato interno sulla questione della normativa applicabile ad un rapporto, ed essendo la determinazione dell’indennità di espropriazione connessa a criteri a fattispecie complessa, in cui è impossibile la separazione tra profili di fatto e di diritto, la disciplina posta dall’art. 5-bis l. 8 agosto 1992 n. 359 era applicabile ex officio in cassazione, anche se i motivi di impugnazione attenessero genericamente al quantum dell’indennità, senza investire... _OMISSIS_ ...one della legge regolatrice del rapporto espropriativo.

2.2. Il contendere deve tuttavia avere attinenza con la misura dell’indennità o con la liquidazione del danno, intesi in senso ampio.

Deve trattarsi, in primo luogo, di persistente contestazione in ordine alla valutazione di suoli edificatori: nessuna incidenza hanno avuto le recenti sentenze d’incostituzionalità riguardo ai suoli agricoli, né sotto il profilo indennitario, restando applicabile il criterio dell’art. 16 l.n. 865/71, del valore agricolo medio (cui rinvia l’art. 5-bis, comma 4, non interessato dalla dichiarazione d’incostituzionalità della sent. n. 348), né sotto quello risarcitorio, in cui ci si richiama al criterio giurisprudenziale del valore agricolo di mercato (che per definizione non è edificatorio: Cass. 2-4-2007, n. 8231; 6-10-2005, n. 19511; 12-6-1998, n. 5893). Il principio va logicamente applicato alle aree non classificabili come e... _OMISSIS_ ...e quali, vocazione agricola a parte, sia riservato il trattamento di cui all’art. 5-bis, comma 4.

Non è necessario vi sia contestazione specifica sull’applicabilità o meno della legge, emanata o abrogata, purché sia in contestazione la quantificazione, in concreto, dell’indennità, e ciò in quanto il bene della vita alla cui attribuzione tende l’opponente alla stima è l’indennità liquidata nella misura di legge, non già il criterio legale per la sua determinazione, in ordine al quale il giudice non incontra limiti nella domanda, senza che per questo sia configurabile violazione alcuna del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato (Cass. 15-10-2002, n. 14664): in ordine all’individuazione del criterio legale di stima non è concepibile la formazione di un giudicato autonomo (Cass. 21-12-2000, n. 16061) - così come la pronunzia sulla legge applicabile al rapporto controverso non può costituire giudicato au... _OMISSIS_ ... a quello sul rapporto - né l’acquiescenza allo stesso; né potendo considerarsi «nuova» la relativa questione, atteso che il giudice, nella ricerca dei criteri legali, non incontra, nei limiti della domanda, alcun vincolo derivante dalle deduzioni delle parti e che nella complessa fattispecie dell’indennità espropriativa non è possibile separare i profili di fatto da quelli di diritto (Cass. 27-05-1995, n. 5907).

Analogamente, in tema di risarcimento del danno da occupazione appropriativa, si è affermato che correttamente la corte di appello, investita della impugnazione dei criteri con i quali i primi giudici abbiano liquidato il risarcimento del danno dovuto da una amministrazione comunale ai proprietari dei terreni oggetto di occupazione acquisitiva perfezionatasi in epoca antecedente alla data del 30 settembre 1996, aveva quantificato detto risarcimento in base allo ius superveniens, di cui al comma 65 dell’art. 3 l. 23 di... _OMISSIS_ ...662 (Cass. 19-04-2002, n. 5728).

La norma dichiarata incostituzionale, può essere disapplicata nel giudizio di cassazione, ove l’impugnazione sia stata proposta dal soggetto a cui favore giova la nuova realtà normativa, ovvero, il proprietario: sul tema, si è ritenuto inapplicabile nel giudizio di appello lo ius superveniens, costituito dall’art. 5 bis, comma 7-bis, l. 8 agosto 1992 n. 359, come introdotto dall’art. 3, comma 65, l. n. 662 del 1996, qualora, non avendo l’ente espropriante proposto gravame sulla quantificazione del danno, il relativo punto della sentenza di primo grado sia da considerare passato in giudicato (Cass. 07-09-1999, n. 9484), dovendosi ritenere che l’ente pubblico abbia fatto acquiescenza alla sentenza (Cass. 18-7-1996, n. 6480).

2.3. L’ipotesi più scontata di applicabilità di una disciplina sopravvenuta in corso di giudizio, è quella in cui sia oggetto di contestazione, in sede d... _OMISSIS_ ...assazione, la sopravvenuta violazione di norme di diritto per effetto della determinazione legislativa dei nuovi criteri, entrati in vigore dopo la pubblicazione della sentenza impugnata (Cass. 28-08-2000, n. 11224). Il criterio di cui allo ius superveniens, nei giudizi pendenti avanti alla Corte di cassazione, si applica anche ove i motivi di ricorso, presentato prima della modifica, investissero direttamente la legge regolatrice dell’indennizzo (Cass. 7-03-1997, n. 2091, con specifico riguardo al conguaglio del prezzo di cessione volontaria).

I nuovi criteri di liquidazione del danno da occupazione appropriativa, introdotti dal comma 7-bis dell’art. 5-bis l. n. 359/92, sono entrati in vigore dal 1 gennaio 1997 (art. 6, comma 3, l. 662/96), e vanno applicati anche se la normativa è sopravvenuta dopo la deliberazione in camera di consiglio, che è atto privo di rilevanza giuridica esterna, e prima della pubblicazione, che invece segna il momento... _OMISSIS_ ...sistenza della sentenza civile (esclusi i casi in cui vi è obbligo di lettura del dispositivo in udienza) (Cass. 21-12-1999, n. 14357): il principio è ovviamente applicabile anche nell’attualità, ove le sentenze d’incostituzionalità siano state pubblicate nell’intervallo tra camera di consiglio e pubblicazione della sentenza.

Il principio secondo il quale la esistenza dello ius superveniens è rilevabile, anche di ufficio, in ogni stato e grado del giudizio, trova applicazione, in sede di legittimità, solo in caso di sopravvenienza della nuova disciplina rispetto alla data di proposizione del ricorso per cassazione e non, invece, nel caso in cui essa sia intervenuta prima della notifica del gravame e senza che, in esso, siano formulate specifiche censure in ordine al contrasto delle norme di diritto applicate dai giudici di merito con la nuova regolamentazione del rapporto in contestazione: in tema di liquidazione dell’indennità di o... _OMISSIS_ ...esempio, si ritenne che l’applicabilità dei criteri dettati dall’art. 5 bis l. 359/92 è da escludere tutte le volte in cui il ricorso per cassazione risulti notificato successivamente all’entrata in vigore della detta legge e non contenga alcuna, specifica censura relativa alla mancata applicazione della nuova disciplina in sede di merito (Cass. 7-03-1998, n. 2542); allo stesso modo si deve argomentare ove il proprietario, successivamente alla pubblicazione delle sentenze della Corte costituzionale, abbia notificato ricorso per cassazione senza chiedere la disapplicazione delle norme annullate. Il ricorso dovrà essere dichiarato inammissibile, non essendo più vigente la disciplina di riferimento invocata dal ricorrente.

2.4. Qualche incertezza pare da cogliere in relazione alle ipotesi in cui lo ius superveniens si collochi dopo il passaggio in giudicato della sentenza non definitiva che abbia stabilito non solo sull’an ma anche sui... _OMISSIS_ ...antum, nel senso che abbia indicato i criteri di legge da seguire nel prosieguo della causa, che dunque ha solo una funzione applicativa: la ragione d’intangibilità del criterio indicato è stata giustificata – si trattava nella specie sentenza che accertando l’obbligo di risarcimento da occupazione appropriativa, lo aveva commisurato al valore venale, e l’ente espropriante non aveva proposto specifico gravame sulla quantificazione del danno – nel senso che la sentenza parziale si è in concreto pronunciata anche sul pregiudizio sofferto dal proprietario dell’immobile in conseguenza della condotta illecita dell’amministrazione espropriante, commisurandolo alla diminuzione patrimoniale corrispondente al valore, ad una certa data, del bene sottrattogli, sicché l’oggetto della decisione definitiva è circoscritto alla valutazione del bene, da incasellare nel criterio già oggettivato (Cass. 28-02-2006, n. 4395; 11-6-2004, n. 11098... _OMISSIS_ ...iferimento al rapporto tra decisione parziale e definitiva, l’applicabilità delle norme sopraggiunte è viceversa stata affermata in sede di quantificazione finale dell’indennità di esproprio, pur se la sentenza di condanna generica non fosse stata impugnata (Cass. 21-12-2000, n. 16091; 7-03-1997, n. 2091).

Quest’ultimo principio è stato applicato al giudizio di rinvio riassunto dopo la cassazione della sentenza che abbia fatto applicazione dei criteri di determinazione in precedenza vigenti (Cass. 10-02-2006, n. 2993; Cass. 24-6-1989, n. 3093, in cui, annullata dalla Cassazione sentenza che aveva indennizzato a valore venale, con rinvio per l’applicazione del sopravvenuto art. 16 l. n. 865/71, il giudice di rinvio, in relazione alla successiva dichiarazione d’incostituzionalità di tali criteri, nonché di quelli analoghi reintrodotti in via provvisoria dalla l. 29 luglio 1980, n. 385 – sentenze della Corte costituzionale ... _OMISSIS_ ... n. 223 del 1983 –, era tenuto a liquidare l’indennità secondo il parametro generale del prezzo di mercato di cui agli art. 39 segg., l. 25 giugno 1865, n. 2359).

Autore

Benini, Stefano

Magistrato della Corte di Cassazione