L'articolo 5 bis del DL 333/1992: le censure successive

o;... 6.3. - La ritenuta ammissibilità in linea di massima di criteri “mediati” comporta una conseguente discrezionalità del legislatore nell’individuazione dei parametri concorrenti con quelli del valore venale; nella sentenza n. 216/1990 la Corte ha infatti affermato che residuano al legislatore “ampi margini di discrezionalità .., dato che il valore effettivo del bene viene in rilievo non quale misura, ma come criterio di riferimento per la determinazione dell’indennizzo”.

Così anche la sentenza n. 138/1993 ha affermato che “il legislatore rimane libero di adottare criteri più o meno automatici di determinazione dell’indennizzo, per esempio rapportandolo al valore catastale dell’immobile .. oppure alla media, eventualmente corretta, del valore venale col reddito dominicale rivalutato”.

Nell’esercizio di questa discrezionalità il legislatore opera il coordiname... _OMISSIS_ ...ento con il pubblico interesse, peraltro tenendo anche conto delle esigenze della finanza pubblica, che - come già ritenuto da questa Corte (sent. n. 15/1976) - legittimamente possono ispirare la scelta del criterio “mediato” soprattutto se inserito nel contesto di una più vasta ed organica manovra finanziaria dello Stato.

Tale mediazione tra l’interesse generale sotteso all’espropriazione e l’interesse privato, espresso dalla proprietà privata, non può fissarsi in un indefettibile e rigido criterio quantitativo, ma risente sia del contesto complessivo in cui storicamente si colloca, sia dello specifico che connota il procedimento espropriativo, non essendo il legislatore vincolato ad individuare un unico criterio di determinazione dell’indennità, valido in ogni fattispecie espropriativa.

Sotto quest’ultimo profilo la determinazione dell’indennità delle aree fabbricabili non può non risentire... _OMISSIS_ ...la destinazione urbanistica comporta un valore aggiunto (rendita di posizione) rispetto al contenuto essenziale del diritto di proprietà sicché diverso può essere il bilanciamento tra interesse generale ed interesse privato rispetto all’ipotesi dell’espropriazione di aree non fabbricabili.

Come anche un contesto complessivo che risulti caratterizzato da una sfavorevole congiuntura economica - che il legislatore mira a contrastare con un’ampia manovra economico-finanziaria - può conferire un diverso peso ai confliggenti interessi oggetto del bilanciamento legislativo.

Questa essenziale relatività dei valori in giuoco impone una verifica settoriale e legata al contesto di riferimento nel momento in cui si pone il raffronto tra il risultato del bilanciamento operato dal legislatore con la scelta di un determinato criterio “mediato” ed il canone di adeguatezza dell’indennità ex art. 42, comma 3, della Costit... _OMISSIS_ ...a questa che - operata con riferimento all’art. 5- bis censurato - impone di considerare:
a) la particolare urgenza e valenza degli “scopi” che - attraverso l’acquisizione dei suoli edificabili (e cioè delle aree nude, destinabili alla edificazione) che la riferita normativa specificamente disciplina - il legislatore si propone di perseguire. Scopi, in particolare legati alla ripresa degli interventi di edilizia residenziale pubblica, anche in funzione della positiva ricaduta che l’auspicato incremento edilizio può avere sui collegati settori lavorativi e sulla realizzazione del diritto alla abitazione, ed agli effetti di calmiere che la conseguente crescita dell’offerta abitativa può produrre nel mercato, in guisa da secondare e modulare l’iniziale liberalizzazione degli affitti di abitazione, coevamente avviata;
b) il parallelo obiettivo di perequare il costo della indennità in limiti quanto più po... _OMISSIS_ ...i al valore proprio dei suoli, decurtandolo dal valore aggiunto determinato dall’azione della P.A. e che, con riguardo ai proprietari non espropriati, viene, anche se non interamente, recuperato o attraverso misure di contribuzione all’atto della edificazione o attraverso la tassazione dei così acquisiti incrementi di valore all’atto dell’eventuale trasferimento del suolo;
c) la particolare congiuntura economica nella quale si inserisce la legge emanata avente carattere dichiaratamente temporaneo, in attesa di un’organica disciplina dell’espropriazione per pubblica utilità.
In conclusione - affermata in generale la legittimità dei criteri “mediati” sempre che facciano riferimento al valore venale del bene espropriato e ritenuta in concreto la correttezza del bilanciamento di interessi operato dal legislatore nel definire i parametri concorrenti con il valore venale - può escludersi, sotto ... _OMISSIS_ ...cipale della censura in esame, che l’indennizzo calcolato alla stregua della disposizione denunciata sia “apparente”, “meramente simbolico” od “irrisorio” e deve invece ritenersene la sufficienza e congruità rispetto alla funzione - che lo stesso, nel contesto dell’attuale situazione economico-finanziaria del paese, è chiamato ad assolvere - di esprimere “il massimo di contributo e di riparazione che nell’ambito degli scopi, di generale interesse la P.A. può garantire all’interesse privato”.

6.4. - La ritenuta adeguatezza dell’indennizzo consente anche di superare gli altri profili, afferenti sempre al parametro costituito dall’art. 42, comma 3, della Costituzione. Infatti da una parte mette conto rilevare che l’introduzione del criterio concorrente del reddito dominicale in luogo del coacervo dei fitti (quale previsto dalla legge n. 2892 del 1885) non è disomogenea e... _OMISSIS_ ...la luce della già vista giurisprudenza della Corte, non senza considerare che anche il reddito catastale (come già previsto per il coacervo dei fitti dalla legge su Napoli) va moltiplicato per dieci anni. Giova rilevare in particolare che secondo la cit. sent. n. 1165/1988 la media con il valore tabellare agricolo è legittima, quando tale concorrente criterio sia inserito in un insieme che tiene conto del valore effettivo (analogamente la sent. n. 231/1984 ha ritenuto utilizzabile il valore agricolo purchè si tenga conto, insieme, del valore effettivo; così anche secondo la sent. n. 15/1976 è possibile il riferimento all’imponibile catastale).

Nemmeno ha poi pregio il profilo di censura secondo cui la menzionata ritenuta di imposta del 20% rappresenterebbe un ulteriore elemento di riduzione che porterebbe l’indennizzo al di sotto del livello di congruità. Va infatti considerato che la illegittimità denunziata, semmai, riguarderebbe la n... _OMISSIS_ ..., mentre il trattamento tributario della indennità è estraneo alla vicenda espropriativa.

Quanto poi all’evidenziato riferimento temporale della valutazione circa la edificabilità di fatto al momento della apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, riferimento che - secondo la Corte d’appello di Reggio Calabria - giocherebbe nel senso di far dubitare anche sotto questo ulteriore profilo della congruità dell’indennizzo, mette conto osservare che la censura è sotto questo profilo irrilevante non essendo nella specie dedotta la sopravvenienza, medio tempore, di un mutamento della edificabilità di fatto.

6.5. - Ulteriori censure poi investono il primo comma dell’art. 5- bis in riferimento agli artt. 3 e 53 della Costituzione. In relazione al primo parametro si lamenta la disparità di trattamento tra i proprietari di aree edificabili oggetto del provvedimento di espropriazione che si vedranno liquidata una s... _OMISSIS_ ...isfattiva indennità ed i proprietari di aree aventi le stesse caratteristiche e poste nella stessa zona, i quali possono disporne in regime di libera contrattazione e ottenere così il pieno valore di mercato.

Ma l’argomento allegato a sostegno della censura prova troppo. Una volta affermata - come è pacifico in giurisprudenza e come è stato sopra esposto - che non necessariamente l’indennità di espropriazione deve essere pari al valore venale del bene espropriato, consegue inevitabilmente che possa esserci una differenza tra tali due termini; differenza che, nei confronti del proprietario espropriato, si giustifica come limitazione del suo diritto in ragione della “funzione sociale” della proprietà.

Una volta verificata la compatibilità con l’art. 42, comma 3, della Costituzione (e quindi la legittimità) di questo quid minoris che percepisce il soggetto espropriato non può poi rinnovarsi la valutazione ... _OMISSIS_ ...lità sotto il profilo dell’art. 3 della Costituzione assumendo una pretesa violazione della disparità di trattamento rispetto ai proprietari delle aree non espropriate.

Se la parità di trattamento dovesse ritenersi assicurata unicamente ove al proprietario dell’area espropriata fosse garantita, come indennizzo, la stessa attribuzione economica che può conseguire, come corrispettivo, il proprietario dell’area non espropriata, si finirebbe per leggere nel terzo comma dell’art. 42 un criterio rigido e vincolato: l’indennità non potrebbe essere altro che il valore venale.

Ma così non è per le ragioni già indicate: l’indennizzo può risultare da un criterio in cui il valore venale è mediato, e quindi corretto, da altri concorrenti parametri.

Pertanto non c’è disparità di trattamento perché diverse sono le situazioni poste a raffronto; in un caso, e non nell’altro, l’are... _OMISSIS_ ...resenta il connotato dell’idoneità alla realizzazione (su di essa) di un’opera di pubblica utilità; ciò giustifica la diversità (tra l’altro) della ragione dell’attribuzione patrimoniale, compensativa nell’un caso e corrispettiva nell’altro della dismissione del bene, attribuzione costituita rispettivamente dall’”indennizzo” nell’ambito di un procedimento espropriativo e dal “prezzo” nell’ambito di una compravendita.

Se quindi l’”indennizzo” è adeguato ex art. 42, comma 3, della Costituzione non può risultare sperequato per difetto ex art. 3 della Costituzione (cfr. sent. n. 216/1990 nella quale - seppur con riguardo alla diversa questione di criteri di liquidazione differenziati - è enunciato il principio che il criterio adottato, se legittimo in relazione all’art. 42, lo è anche in relazione all’art. 3).

Viceversa (e simmetricament... _OMISSIS_ ...rdquo;indennità” non risponde al parametro di adeguatezza dell’art. 42, comma 3, della Costituzione, come nell’ipotesi di un criterio astratto del tutto sganciato dal valore venale, risulta violato anche il principio di eguaglianza perchè viene meno la giustificazione della differenziazione (ed infatti la sentenza n. 5/1980 - dopo aver ritenuto violato il primo parametro - ha accolto anche il profilo di censura riferito all’art. 3 della Costituzione).

6.6. - Una questione di costituzionalità contigua al profilo appena esaminato è quella riferita all’art. 53 della Costituzione (e congiuntamente all’art. 3 della Costituzione): l’art. 5- bis cit. è censurato nella parte in cui il proprietario del bene espropriato, per effetto della riduttiva quantificazione dell’indennizzo spettantegli, sarebbe di fatto chiamato a concorrere alla spesa di realizzazione dell’opera pubblica con un contributo personale e dire... _OMISSIS_ ...in ragione della sua capacità contributiva generale.

È sufficiente però rilevare - come già affermato da questa Corte (sent. n. 5/1960), seppur in epoca risalente - che la materia espropriativa è estranea all’area di operatività dell’art. 53 della Costituzione. Come appena evidenziato al paragrafo che precede, se l’esistenza di una differenza tra indennità espropriativa e valore venale del bene espropriato non viola l’art. 42, comma 3, della Costituzione, è nell’ambito dell’operatività di tale parametro che va apprezzato il quid minoris non percepito dal proprietario e non è invece possibile attribuire a tale differenza la natura tributaria così da richiedere una seconda verifica della legittimità della quantificazione dell’indennizzo sotto il diverso ed ulteriore profilo della capacità contributiva del soggetto espropriato.

In realtà la verifica della adeguatezza dell’indennizzo si es... _OMISSIS_ ...quo;ambito dell’art. 42, comma 3, della Costituzione; ci si deve quindi arrestare alla considerazione che - una volta rispettato il canone di adeguatezza espresso da tale parametro - rientra nella discrezionalità del legislatore fissare i criteri di determinazione dell’indennità espropriativa secondo genera...


...continua.  Qui sono visibili 14000 su 20830 caratteri complessivi dell'articolo.

 NOTA BENE: Sono omessi dal presente articolo eventuali note ed altri contenuti reperibili nel prodotto da cui il presente articolo è tratto (v. sotto)

Acquista per soli 8,00 € l'articolo, che ti verrà inviato via mail e che potrai scaricarti dalla tua area privata nella sua interezza e senza omissis.

Acquista articolo

Autore

Loro, Paolo

Laureato in giurisprudenza, direttore e coordinatore scientifico della rivista Esproprionline, direttore del network di riviste tecnico-giuridiche Territorio.it, consulente e operatore in materia di espropriazione per pubblica utilità, direttore dei notiziari bimestrali di giurisprudenza Esproprionline, Urbium, Patrimoniopubblico, curatore di repertori e massimari giurisprudenziali, autore e curatore di varie pubblicazioni, docente in numerosi corsi di formazione, già capo ufficio espropriazioni del Comune di Padova.