Acquisizione dei beni culturali

Le acquisizioni dei beni culturali rientra nella più ampia materia che in generale disciplina il trasferimento e la circolazione dei suddetti beni sotto il profilo della proprietà [6]. Del resto è risaputo che i beni culturali non sono cose fuori commercio. Tuttavia la loro circolazione è sottoposta a precisi vincoli, limiti e restrizioni, soprattutto se è rivolta a far acquisire detti beni a soggetti privati [7].

Invero la prospettiva che interessa in questa sede attiene alle modalità di acquisizione dei beni culturali a favore della pubblica amministrazione, modalità che possono essere classificate a seconda del fatto che avvengano a titolo originario, oppure a titolo derivato e a seconda che siano volontarie o coattive.

Ebbene, alla luce di quanto premesso, l’espropriazione è un modo di acquisto dei beni culturali a titolo originario, disciplinato dagli artt. 95 - 100 del d. lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, il cd. codice dei beni cultur... _OMISSIS_ ...ggio, nonché, grazie ad un espresso rinvio, dalle norme del testo unico in materia di espropriazione per pubblica utilità in quanto compatibili [8].

In via generale si può affermare che i casi di espropriazione dei beni culturali vengono classificati in tre fattispecie: l’espropriazione vera e propria (art. 95), l’espropriazione per fini strumentali (art. 96) e, infine, l’espropriazione per interesse archeologico (art. 97).

La prima ha ad oggetto i beni culturali mobili e immobili e viene effettuata per cause di pubblica utilità, ovvero quando l’espropriazione risponda ad un importante interesse teso a migliorare le condizioni di tutela ai fini della fruizione pubblica dei beni [9]. In questa prospettiva si ritiene che «la dichiarazione di pubblica utilità ministeriale coincide con la manifestazione di volontà di assicurare migliori condizioni di tutela e fruibilità del bene vincolato mediante l’acquisto a... _OMISSIS_ ...aquo; [10].

Il soggetto competente è il Ministero per i beni e le attività culturali, oppure, dietro sua autorizzazione e previa richiesta del soggetto delegato, le Regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente ed istituto pubblico.

Si tenga presente che in caso di espropriazione avente ad oggetto un bene culturale, finalizzata non già al miglioramento della tutela e delle condizioni di fruizione del suddetto bene culturale, ma, piuttosto, alla realizzazione di un’opera pubblica, la competenza segue le generali regole in materia di espropriazione dettate il testo unico in materia di espropriazione per pubblica utilità [11]. La previsione è del tutto pacifica con il fatto che l’elemento caratterizzante l’espropriazione dei beni culturali non sia tanto l’oggetto quanto la funzione ovvero il fatto di essere finalizzata al miglioramento della tutela e delle condizioni di fruizione del suddetto ... _OMISSIS_ ...|
Per quanto riguarda le altre due fattispecie di espropriazione - l’espropriazione per fini strumentali e l’espropriazione per interesse archeologico - il soggetto competente rimane lo stesso soggetto precedentemente richiamato, mentre un mutamento si registra per il profilo oggettivo. L’espropriazione non si rivolge più nei confronti dei beni culturali, ma si concreta in interventi per la fruizione, la conservazione, il miglioramento o la ricerca dei medesimi. In particolare, l’espropriazione per fini strumentali si svolge nei confronti degli edifici e delle aree che non sono ancora state dichiarate di interesse culturale [13], ma la cui espropriazione si presenta come «necessaria per isolare o restaurare beni culturali immobili, assicurane la luce o la prospettiva, garantirne o accrescerne il decoro o il godimento da parte del pubblico, [o ancora], facilitarne l’accesso» [14]. In questi casi «la dichiarazione di... _OMISSIS_ ...tà richiede l’approvazione di un progetto di isolamento o restauro del monumento» [15]. Per quanto concerne l’espropriazione per interesse archeologico essa avviene allorché sia necessario eseguire interventi di interesse archeologico ovvero ricerche per il ritrovamento delle cose indicate all’art. 10 del codice dei beni culturali e del paesaggio. Anche in questi casi «la dichiarazione di pubblica utilità richiede l’approvazione della ricerca archeologica» [16].

La breve analisi svolta consente di affermare che a seconda della categoria di riferimento si hanno diverse previsioni attinenti alla dichiarazione di pubblica utilità e, si aggiunge, all’indennità di esproprio.

In particolare, l’art. 98 del d.p.r. n. 42/2004 sancisce che la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera avvenga con decreto del Ministero per i beni e le attività culturali, fatta eccezione per i casi di espropr... _OMISSIS_ ...i strumentali per i quali la dichiarazione di pubblica utilità può essere effettuata dalla Regione con proprio provvedimento comunicato al Ministero. Si deve, inoltre, ricordare che per l’espropriazione per fini strumentali e per interesse archeologico, l’approvazione del progetto equivale a dichiarazione di pubblica utilità.

Sul versante opposto, ovvero per la disciplina dell’indennità di esproprio, l’art. 99 del d.p.r. n. 42/2004 si limita a stabilire l’entità in riferimento alle sole ipotesi di espropriazione di beni culturali. A tal fine sancisce il principio secondo cui «l’indennità deve essere commisurata al giusto prezzo che il bene avrebbe in una libera contrattazione di una compravendita all’interno dello Stato».. Per ogni altra questione vi è un espresso rinvio alle norme del testo unico in materia di espropriazione per pubblica utilità.

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