Il canone per l’occupazione del suolo pubblico (COSAP)

Il canone per l’occupazione del suolo pubblico:
a) genesi normativa

Il canone per l’occupazione del suolo pubblico si configura come un corrispettivo dovuto per l’uso esclusivo del suolo.



Il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche è stato istituito dall’art. 63 del d.lgs. n. 446/1997, che ha previsto come sia le province sia i comuni abbiano potestà regolamentare in materia di canone per l’occupazione del suolo pubblico.

All’interno del regolamento devono infatti essere fissati – in via astratta – tutti i criteri inerenti le procedure di rilascio della concessione, la classificazione delle categorie di importanza dei vari spazi pubblici, l’indicazione delle tariffe (che vengono in ogni caso rapportate al numero di abitanti del comune, con importo rivalutabile annualmente secondo gli indici ISTAT), l’even... _OMISSIS_ ...e di agevolazioni in materia di canone (il Decreto Legislativo indica finalità politiche ed istituzionali, ma nulla vieta, nella più ampia discrezionalità, che il comune o la provincia possano stabilire ulteriori agevolazioni).

Tale articolo è stato successivamente modificato dall’art. 31, comma 20 della legge n. 448/1998, che ha inserito la possibilità – per il Comune e la Provincia – di escludere il pagamento della Tosap e di assoggettare lo spazio pubblico al pagamento del Cosap, «in sostituzione della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche». In altre parole, solo con la legge n. 448/1998 si è stabilita la coesistenza del canone e della tassa per l’occupazione del suolo pubblico, in via alternativa tra loro.
Ulteriori modifiche hanno poi riguardato le tariffe del canone medesimo.

Per quanto concerne invece la determinazione delle modalità di pagamento del canone (annuale, semes... _OMISSIS_ ...rsquo;ente concedente (il Comune o la provincia) gode di un’ampia discrezionalità.


b) La natura


Secondo la Giurisprudenza, il canone risulta configurato come corrispettivo di una concessione, reale o presunta, nel caso di occupazione abusiva, dell’uso esclusivo o speciale di beni pubblici, cosicché esso è dovuto non in base alla limitazione o sottrazione all’uso normale o collettivo di parte del suolo, ma in relazione all’utilizzazione particolare o eccezionale che ne trae il singolo.

Presupposto dell’applicazione del canone, pertanto, non è tanto l’esistenza di un provvedimento formale di concessione, bensì l’esistenza di un’occupazione del suolo pubblico.

In altre parole, ogniqualvolta un soggetto occupi (lecitamente o abusivamente) un suolo pubblico, andando quindi a limitarne l’uso o la fruizione da parte della collettività, tale ... _OMISSIS_ ...bbligato a pagarne il corrispettivo in favore dell’ente proprietario. Si badi che l’obbligazione di pagamento del canone sorge – mi si passi il termine – ipso jure, per il solo fatto che un soggetto stia limitando l’uso di un suolo pubblico alla collettività.

Recentemente, in tal senso, infatti, il T.A.R. Campania ha avuto modo di precisare che la previsione del pagamento del canone C.O.S.A.P. per la proiezione di una mantovana sul suolo pubblico è illegittima «qualora lo spazio di proprietà pubblica (o comunque destinato ad uso pubblico) non sia sottratto alla sua destinazione naturale e non vi sia intralcio al passaggio pedonale, alla circolazione dei veicoli o comunque all’utilizzo da parte della collettività».

Secondo la Giurisprudenza, peraltro, il diritto al canone per l’occupazione del suolo pubblico trova la sua fonte nel provvedimento concessorio, ma non può essere considerato og... _OMISSIS_ ...tiva privata: l’obbligazione di corrispondere il canone nasce non con l’accertamento, ma con l’occupazione del demanio pubblico, con o senza titolo; ed il diritto al canone e la sua determinazione non possono essere oggetto di rinuncia.


c) I criteri per la determinazione: l’art. 63 e il regolamento comunale


Abbiamo accennato poco sopra che i criteri a cui deve attenersi il regolamento (comunale o provinciale) per la determinazione dei canoni dovuti per l’occupazione del suolo pubblico sono indicati analiticamente dall’art. 63 del D.Lgs. n. 446/1997.
Il regolamento deve stabilire in primo luogo il livello di importanza delle varie strade, aree e spazi pubblici comunali e deve contenere l’indicazione analitica della tariffa determinata in relazione alla classificazione di cui sopra, alla consistenza degli spazi occupati, al sacrificio imposto alla collettività e al valore econo... _OMISSIS_ ...;occupazione stessa. Infine, occorre specificare quali sono i coefficienti moltiplicatori, ma riferiti solo a specifiche attività esercitate dai titolari delle concessioni nell’area data, anche in relazione alle modalità di occupazione.

La Giurisprudenza ha avuto modo di affermare che «è illegittimo l’aggiornamento dei coefficienti moltiplicatori dei canoni dovuti per l’occupazione del suolo pubblico se non risulta che sia stata svolta una qualunque attività istruttoria per scegliere come classificare le strade e gli spazi pubblici da dare in concessione e quali nuovi valori ad essi attribuire, avendo riguardo anche a eventuali nuovi e ulteriori sacrifici che si impongono ai cittadini, per via delle limitazioni d’uso che si ricollegano alle concessioni», costituendo pertanto una aperta violazione di quanto disposto dalla lettera c) del secondo comma dell’art. 63 del d.lgs. n. 446/1997 la previsione di coefficienti ... _OMISSIS_ ...dei canoni per la classificazione del valore delle aree, in quanto tale possibilità viene «esclusa dalla normativa, che ammette solo la rivalutazione sulla base dell’esame delle specifiche attività esercitate, tenendo conto delle modalità di occupazione».

In altre parole, quando gli enti proprietari del suolo pubblico intendano modificare i coefficienti moltiplicatori (previsti solo per l’esercizio di specifiche attività), dovranno intraprendere un vero e proprio procedimento amministrativo, che preveda un’istruttoria ed eventualmente una riclassificazione delle strade e degli spazi pubblici. Qualora non venga seguito tale iter amministrativo e procedurale, allora le nuove previsioni saranno illegittime per contrasto con la normativa di principio costituita dai paramenti di cui all’art. 63, comma 2 del D.Lgs. n. 446/1997.

Abbiamo peraltro già visto come l’ente concedente goda della più ampia discrezi... _OMISSIS_ ...to alla possibilità di concessione del suolo pubblico, che deriva dall’insieme della disciplina legislativa in materia: infatti, si può agevolmente sostenere che non esiste, per un qualsiasi soggetto privato, un vero e proprio diritto all’uso esclusivo, anche temporaneo, del bene pubblico. Quanto al “se” concedere o meno un uso particolare del bene demaniale, va riconosciuta un’ampia discrezionalità all’Amministrazione, che deve ritenersi non limitata ai soli casi dei divieti preliminarmente individuati in sede di approvazione, da parte del Consiglio comunale, del piano delle occupazioni di suolo pubblico. Pertanto, i divieti al rilascio delle occupazioni di suolo pubblico nel territorio comunale imposti da un atto generale (quale lo specifico piano delle occupazioni pubbliche) non esauriscono i casi in cui possono non essere rilasciate le concessioni di che trattasi, residuando comunque all’amministrazione l’esercizio del ... _OMISSIS_ ...onale in relazione a concrete situazioni, pur non direttamente contemplate dalla predetta deliberazione, che necessitano di una valutazione comparativa tra le diverse esigenze pubbliche e private.

Recentemente, poi, il T.A.R. Toscana ha sostenuto che – posto che lo spazio pubblico costituisce risorsa limitata – la Pubblica Amministrazione è chiamata a «selezionare specifici interessi e categorie, cui attribuire la possibilità di installarvi “dehors”. Tale scelta selettiva rientra nella discrezionalità amministrativa sconfinando nel merito, trattandosi di scelte di fondo adottate dall’Amministrazione nel governo della cosa pubblica, e possono essere sindacate in sede giudiziaria solo a fronte di evidenti travisamenti o sintomi di irragionevolezza».

Il T.A.R. Veneto, invece, ha affermato che «le funzioni che l’Amministrazione è chiamata ad esercitare in materia di occupazione del suolo pubb... _OMISSIS_ ...uo;esercizio di un’ampia ed estesa (quanto ad interessi coinvolti) discrezionalità, posto che i compiti della stessa non consistono e non si risolvono nella mera scelta delle aree da occupare, ma anche nella scelta della dimensione, dei tempi e dei modi dell’occupazione, e di tutte le eventuali restrizioni e forme di contemperamento ritenute, di volta in volta, opportune dal punto di vista viabilistico, urbanistico, architettonico, paesaggistico, tenendo conto della pluralità di interessi pubblici e privati coinvolti»

Ad ogni buon conto, dunque, l’ente concedente il suolo pubblico gode di ampia discrezionalità nelle scelte legate alle concessioni: scelte che, proprio in quanto discrezionali, sono sottratte ad ogni sindacato di legittimità se non per irragionevolezza. Si badi che la discrezionalità di cui abbiamo trattato trova il suo limite nei criteri stabiliti dall’art. 63 del D.Lgs. n. 446/1997 e dal regolamento comuna... _OMISSIS_ ...se per il rilascio di ogni tipo di concessione per l’occupazione del suolo pubblico.


d) I rapporti con il canone ex art. 27 codice della strada


Occorre a questo punto un’ulteriore precisazione: abbiamo visto come anche l’art. 27 del codice della strada vada a disciplinare le concessioni relative alle strade e il canone per l’occupazione di questi particolari beni demaniali, affermando, al comma 7, in via del tutto generale, che «la somma dovuta per l’uso o l’occupazione delle strade e delle loro pertinenze può essere stabilita dall’ente proprietario della strada in annualità ovvero in unica soluzione».

Sussiste pertanto il problema di rapportare gli oneri dovuti per l’occupazione del suolo pubblico (previsti dall’art. 63 del D.Lgs. n. 446/1997) con quelli dovuti per l’occupazione delle strade (previsti dall’art. 27 del D.Lgs. n. 285/1... _OMISSIS_ ...bene, la Giurisprudenza ha affermato che l’art. 63 del D.Lgs. n. 446/1997 non ha un effetto immediato di abrogazione dell’art. 27 del codice della strada, che è – si può dire – speciale rispetto alla normativa generale contenuta nell’art. 63, posto che l’art. 27 si riferisce solo alla specifica ipotesi dell’occupazione delle strade quale particolare categoria di beni demaniali. Si ritiene pertanto che «l’art. 63 nella sostanza ha un’efficacia assorbente per cui, se un Comune (o una provincia, n.d.a.) riscuote già altri canoni previsti dalla legge come quello di cui all’art. 27 del D.Lgs. n. 285/1992, gli stessi debbono essere portati in detrazione rispetto alla misura complessiva del canone come risultante dall’applicazione dell’art. 63 del D.Lgs. n. 446/97; in caso contrario il Comune sarà integralmente compensato dell’occupazione mediante l’applicazione del canone stesso, con la s... _OMISSIS_ ...nel caso in cui l’erogazione di particolari e diversi servizi giustifichi la riscossione di ulteriori somme».

Ciò significa che è escluso il cumulo tra il canone Cosap e il c.d. canone ricognitorio previsto dall’art. 27 del codice della strada: diversamente opinando, infatti, l’ente proprietario della strada otterrebbe il pagamento di due corrispettivi per la stessa occupazione del bene demaniale. Si badi che la giurisprudenza consente comunque il pagamento di ulteriori somme rispetto al Cosap qualora queste siano giustificate dall’erogazione di «particolari e diversi servizi».

A ciò si ricollega il comma 3 dell’art. 63 in commento, il quale afferma che «il canone è determinato sulla base della tariffa di cui al comma 2, con riferimento alla durata dell’occupazione e può essere maggiorato di eventuali effettivi e comprovati oneri di manutenzione in concreto derivanti dall’occ... _OMISSIS_ ...olo e del sottosuolo, che non siano, a qualsiasi titolo, già posti a carico delle aziende che eseguono i lavori. Per la determinazione della tassa prevista al comma 1 relativa alle occupazioni di cui alla lettera f) del comma 2, si applicano gli stessi criteri ivi previsti per la determinazione forfetaria del canone. Dalla misura complessiva del canone ovvero della tassa prevista al comma 1 va detratto l’importo di altri canoni previsti da disposizioni di legge, riscossi dal comune e dalla provincia per la medesima occupazione, fatti salvi quelli connessi a prestazioni di servizi».
La giu...

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