In Italia l’allevamento di animali per la produzione di pellicce non ha mai rappresentato un’attività di particolare rilevanza economica e negli ultimi 40 anni ha registrato un continuo e inesorabile trend negativo: nel 1988 erano attivi 170 allevamenti con circa 500.000 animali; nel 2003 si sono ridotti a 50, con circa 200.000 animali; nel 2011 sono+ ufficialmente dieci gli allevamenti ancora attivi. Un numero che potrebbe sembrare irrilevante rispetto ai 7.200 allevamenti presenti nel resto d’Europa, ma che in realtà comporta la sofferenza e la morte di almeno 200.000 animali all’anno.
L’85% della produzione mondiale di pellicce deriva da animali appositamente cresciuti e uccisi in allevamenti intensivi e dislocati prevalentemente in Europa (c...
_OMISSIS_ ...ndanna a morte almeno 70 milioni d’animali ogni anno. Le catture in natura rappresentano il 15% dell’approvvigionamento mondiale di pellicce, ovvero circa 10 milioni di animali[1].
Una norma che riguarda l’uso di animali per il confezionamento di pellicce è una recente novità nel nostro paese, non esistendo leggi specifiche che tutelano gli animali cosiddetti “da pelliccia”.
Nel 2002, l’allora Ministro della salute Sirchia emanò un’ordinanza[2] recante «Misure cautelari per la tutela di cani e gatti domestici».
L’art. 1 vietava l’utilizzo di cani e gatti per la produzione o il confezionamento di pelli, pellicce, capi di abbigliamento e articoli di pelletteria costituiti, in tutto ...
_OMISSIS_ ...bigliamento e articoli di pelletteria costituiti od ottenuti con le medesime nel territorio nazionale per qualsiasi finalità o utilizzo.
Il materiale rinvenuto doveva essere immagazzinato e distrutto con spese a carico del soggetto interessato.
La presente ordinanza ha avuto efficacia per un anno dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, è stata in seguito prorogata, sempre dal Ministro della Salute, con Ordinanza del 16 gennaio 2004.
È da dire però che nonostante la pubblicazione, questa ordinanza fu poco conosciuta dagli operatori del settore; il che stupisce soprattutto se si considera che la sanzione è piuttosto pesante (poteva essere applicato infatti l’arresto fino a tre mesi) e non solo per chi deliberatamente utilizzasse cani e...
_OMISSIS_ ...on le suddette pellicce[3].
La legge 189/2004 riprende questo divieto, l’art. 2 infatti recita: «Divieto di utilizzo a fini commerciali di pelli e pellicce. È vietato utilizzare cani (Canis familiaris) e gatti (Felis catus) per la produzione o il confezionamento di pelli, pellicce, capi di abbigliamento e articoli di pelletteria costituiti od ottenuti, in tutto o in parte, dalle pelli o dalle pellicce dei medesimi, nonché commercializzare o introdurre le stesse nel territorio nazionale.»
La norma incriminatrice non è stata però inserita all’interno del codice penale, in ragione della sua specialità contenutistica[4].
La violazione di tali divieti, secondo la previsione del secondo comma della stessa disposizione, integra ...
_OMISSIS_ ...quo;elemento psicologico, anche con la colpa, assume perciò rilevanza anche la condotta di chi utilizzi nella produzione di capi di abbigliamento pelli di cane o di gatto ignorandone inescusabilmente la natura[5].
In ragione dell’alternatività della pena, è ammessa l’oblazione discrezionale ex art 162-bis c.p. che al costo di 50.000 euro consente la rapida estinzione del reato.
Alla condanna consegue, in ogni caso, la confisca e la distruzione del materiale.
La previsione mira a punire l’uso a scopo estetico di pelli e pellicce di cani e gatti, i quali vengono ad essere più tutelati rispetto a tutti gli altri animali normalmente destinati alla realizzazione di pellicce[6].
Le condotte assumono rilievo penale...
_OMISSIS_ ...te, per la diffusissima condivisione degli ambienti domestici, suscitano agli occhi dell’uomo.
Gli interessi degli animali qui non ricevono una tutela neppure mediata, prestandosi la norma a sanzionare persino le attività che in concreto non abbiano comportato alcuna sofferenza non necessaria agli animali impiegati nel confezionamento di pelli o pellicce. Risulta chiaro che l’unico bene realmente preso di mira dall’incriminazione in esame è il sentimento di affezione generalmente diffuso nei confronti dei cani e dei gatti[7].
Per quanto riguarda la pena da applicare alla mera detenzione di capi di abbigliamento ottenuti con pelli di cane o di gatto, è prevalsa l’idea di una mitigazione qualitativa e quantitativa delle originarie previsi...
_OMISSIS_ ...di pellicce di cani e di gatti adottando il regolamento n. 1523 del 2007[9]; considerando infatti che nella percezione dei cittadini dell’Unione, i medesimi sono considerati animali da compagnia, risulta non accettabile usare le loro pellicce e i prodotti che le contengono. Esistono prove dell’esistenza nella Comunità di pellicce di cane e di gatto non etichettate e di prodotti contenenti tali pellicce; i consumatori sono pertanto preoccupati del fatto che potrebbero acquistare simili prodotti.
Nel 2001 è stata infatti scoperta, grazie ad un’indagine effettuata dall’associazione americana HSUS[10], l’uccisione di milioni di cani e gatti per la produzione di pellicce; tranne rare eccezioni, le pelli di questi animali non vengono etichettate per q...
_OMISSIS_ ...ldquo;asian jakal”, “loup d’asie” per i cani e molti altri. Da tenere presente che per ogni pelliccia vengono usati dodici cani o ventiquattro gatti[11].
Il Parlamento europeo ha quindi chiesto che fosse posto un termine a questo utilizzo, in modo da ripristinare la fiducia dei consumatori.
È necessario chiarire che dovrebbero essere interessate dal regolamento solo le pellicce della specie gatto domestico e cane domestico. Tuttavia, essendo scientificamente impossibile differenziare le pellicce di gatto domestico da quelle di altre sottospecie di gatto non domestico, il presente regolamento adotta una definizione di “felis silvestris” che comprende anche le sottospecie di gatto non domestico.
Molti Stati memb...
_OMISSIS_ ...ola il commercio di pellicce in generale.
Nella Comunità non esiste alcuna tradizione di allevamento di cani o di gatti da pelliccia, ma ne sono stati scoperti dei casi di fabbricazione. In effetti, la grande maggioranza dei prodotti contenenti pellicce di cane o di gatto sembra provenire da paesi terzi.
Si mira quindi a vietare l’importazione di detti prodotti, ma altresì l’esportazione in modo da evitarne la produzione nei paesi dell’Unione europea.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri a partire dal 31 dicembre 2008[12].
Ma la legge 189/2004 all’art. 1 (che ha introdotto nel secondo libro del codice penale un nuov...
_OMISSIS_ ...ccisione di animali) potremmo essere portati a sostenere che nessun animale dovrebbe essere utilizzato per la produzione di pellicce, in quanto manca sicuramente l’elemento della necessità, e al contrario è presente la crudeltà.
Gli animali cosiddetti da pelliccia vengono allevati in gabbie strette ed anguste in modo da far risparmiare spazio all’allevatore, ma soprattutto, e ancor più grave, per impedire il movimento dell’animale che potrebbe rovinare la sua pelliccia.
Considerando che il benessere dell’animale dovrebbe essere valutato sulla base di cinque libertà[13] cui gli animali hanno diritto, libertà dalla sete, dalla fame e dalla cattiva nutrizione, libertà di avere un ambiente fisico adeguato, libertà da danni fisici, libertà d...
_OMISSIS_ ... affermare che negli allevamenti attuali vengano rispettati i loro diritti.
Gli animali, chiusi in piccole gabbie, sono costretti a muoversi su superfici innaturali che spesso portano al ferimento delle zampe (si tratta generalmente di reti metalliche), sono isolati dai propri simili e alimentati in maniera innaturale. La loro vita è decisamente breve (finché la loro pelliccia non sia utilizzabile) e agli allevatori è permesso usare composti chimici e farmacologici capaci di tenere in vita gli animali nonostante le condizioni proibitive in quanto non essendo destinati all’alimentazione umana, le loro carni non sono soggette a controlli.
Il tasso di mortalità resta comunque molto alto. E le cattive condizioni ambientali si ripercuotono sui comportamenti c...
_OMISSIS_ ...|
Una tecnica di allevamento particolarmente crudele è quella di esporre, in inverno, gli animali al freddo per far sì che sviluppino una pelliccia più folta.
I visoni[14] per esempio vengono tenuti in gabbiette di filo di ferro, che misurano 36x70 cm e alte 45 cm, dove possono appena rigirarsi, e per la frustrazione continuano a compiere movimenti circolari. Alcuni allevatori poi hanno la cattiva abitudine di dare da mangiare agli animali la carcassa spellata dei loro conspecifici che, associato all’esiguità dello spazio, porta a frequenti casi di cannibalismo.
Negli allevamenti di visoni si registra una mortalità del 20% per i cuccioli e fino al 5% per gli adulti entro un anno di vita. Ulcera gastrica, problemi renali e caduta dei dent...
_OMISSIS_ ...ia che gli impedisce di correre, scavare, nascondersi, nuotare e stabilire delle naturali relazioni sociali.
Una vita fatta di privazioni e sofferenza, che inizia nel mese di maggio con le prime nascite dei cuccioli di visone e termina dopo 8 o 9 mesi, tra dicembre e gennaio, quando il cosiddetto “pelo invernale” è giunto a maturità e gli animali vengono così uccisi per asfissia tramite inalazione di monossido di carbonio in vere e proprie camere a gas. Non è possibile assicurare che questo sistema di uccisione provochi una morte indolore, in quanto l’abbattimento avviene per opera dell’allevatore, in allevamento, e non è possibile verificare che vengano adottati gli accorgimenti per risparmiare agli animali ulteriori, inutili sofferenze mentre...
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Allo stesso modo, la volpe[16] che vive e caccia su un territorio di circa 10 km quadrati, viene stabulata in gabbiette che non arrivano al metro quadro. E il fondo della gabbia in filo metallico ferisce molto spesso le zampe dei soggetti[17].
I più diffusi allevamenti sono quelli di coniglio, essendo la pelliccia più economica e, a seconda della razza, simile a quella di animali dal manto più pregiato, come il cincillà. I più allevati sono i conigli Rex bianchi (albini), castoro e cincillà i quali vengono allevati appositamente per la loro pelliccia, e non sono, come spesso si pensa, sottoprodotti dell’industria della carne[18].
In genere ogni femmina di coniglio allevata per carne e pelliccia partorisce circa 10 piccoli ogni 45 giorni. Le coniglie di ...
_OMISSIS_ ...80 figli in un anno, 160 nei due anni che la catena di montaggio le permette di vivere.
I conigli si macellano a circa 6 settimane, se allevati per ricavarne carne e pelliccia, tra i 3 e i 5 mesi se allevate per ricavare solo la pelliccia, che ha bisogno di maggior tempo per diventare folta e lucente.
Vengono tenuti in spaventose condizioni, in minuscole, sudice gabbie di metallo, circondati dai loro escrementi (al contrario di quello che generalmente si pensa il coniglio è un animale molto pulito); trascorrono la loro vita in queste unità intensive, incapaci di muoversi liberamente o esibire comportamenti naturali, come raspare, correre e sgranchirsi (nonostante le piccole dimensioni il coniglio è un animale estremamente forte, che ha bisogno di fare molto mo...
_OMISSIS_ ...ità che giunge al 25%.
Per il trasporto verso il macello gli animali vengono ammassati in casse di plastica, una volta arrivati, sono costretti ad entrare in un contenitore, nel quale ricevono fortissimi colpi di cinghia che li tramortisce. Appesi quindi ad un uncino, subiscono lo sgozzamento e molti continuano a contorcersi quando affrontano la fase successiva, in cui la pelliccia viene separate meccanicamente dal corpo[20].
I metodi di uccisione ammessi, diversamente impiegati a seconda della specie e su decisione delle autorità sanitarie competenti, e non essendo gli animali tutelati da alcuna legge a riguardo, consistono in strumenti a funzionamento meccanico con penetrazioni nel cervello, iniezione della dose letale di una sostanza avente proprietà aneste...
_OMISSIS_ ...sizione al monossido o al biossido di carbonio (gli animali vengono chiusi in gabbie di legno collegate generalmente allo scarico di una macchina agricola)[21].
I capi con pellicce animali non sono, come è evidente, un bene necessario e in Italia l’uccisione di animali senza necessità è un reato punito ai sensi dell’art. 544-bis: ciononostante migliaia di animali “da pelliccia” vengono uccisi senza necessità e con crudeltà, una contraddizione inaccettabile che richiede opportuni provvedimenti da parte del Parlamento[22].
Purtroppo sono tanti (10-20 milioni di mammiferi) anche gli animali uccisi in libertà per farne delle pellicce. Nei boschi si usano le tagliole. Gli animali vittime di queste trappole rimangono anche per una settimana a...
_OMISSIS_ ...ono animali non utilizzabili per le pellicce, quindi è una caccia spietata che non risparmia nessun mammifero abitante del bosco. Famosi sono inoltre i cacciatori di piccoli di foche che uccidono i piccoli a bastonate in testa e li scuoiano davanti alle loro madri impotenti, a cui lasciano il cadavere sanguinante e scuoiato del piccolo.
Per confezionare una pelliccia servono da 130 a 200 cincillà, 180-240 ermellini, 5-8 cuccioli di foca, 3-5 lupi, 30-50 visoni, 10-20 volpi e questi sono solo degli esempi[23].
Come già detto non esistono norme specifiche di tutela per gli animali “da pelliccia”, ne esistono però alcune applicabili per alcuni, specifici profili: la Convenzione europea sulla protezione degli animali negli allevamenti, adottata a Stras...
_OMISSIS_ ...la le specie in via di estinzione o minacciate di estinzione; il Regolamento CEE 3254 del 1991 che dall’l gennaio 1995 avrebbe dovuto vietare l’acquisto delle pellicce di tredici specie e l’uso nonché la fabbricazione di tagliole, modificato con decisione COM (97) 251 def. e successive modificazioni; la Direttiva 93/119 CE relativa alla protezione degli animali durante la macellazione o l’abbattimento, l’allegato F nello specifico prevede i metodi di uccisione degli animali “da pelliccia” prevedendo anche l’esposizione al cloroformio; il Decreto Ministero della Salute 2 novembre 2006 «Individuazione delle associazioni e degli enti affidatari di animali oggetto di provvedimento di sequestro o di confisca, nonché determinazione dei criter...
_OMISSIS_ ...ento delle attività delle Forze di polizia e dei Corpi di polizia municipale e provinciale, allo scopo di prevenire e contrastare gli illeciti penali commessi nei confronti degli animali[26]».
Nel 2001 è stata emanata la legge n. 146 «attuazione della direttiva 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamenti[27]» la quale prevede c...