Il danno permanente per riduzione di valore del fondo causata da esproprio per opera pubblica su terreno limitrofo

uo;art. 44, comma 1 del d.P.R. 327/2001 completa la sua disciplina prevedendo l’indennità specifica nel caso in cui il danno diventi permanente, o meglio anche nel caso in cui il fondo subisca una diminuzione del suo valore in quanto vengano a cessare o ad essere compresse, fino a ridursi, alcune facoltà di esercizio del diritto dominicale per tutta la durata dell’evento lesivo generato dalla conduzione dell’opera pubblica realizzata.

Si ricorda che la fattispecie in analisi genera una situazione protetta diversa da quella ipotizzata dall’art. 33 del T.U.Es.
Quest’ultima eventualità prevede l’esproprio parziale del terreno ed una connessione funzionale economica tra la parte ablata e quella residuale, che subisce una perdita di valore.

Il “danno permanente” di cui all’art. 44, invero, richiede un’attività ablativa, ma non rientra in essa, ossia il fondo che patisce la ri... _OMISSIS_ ...re non subisce l’esproprio, ma è condizionato dall’esecuzione dell’opera pubblica realizzata grazie all’attività di spoliazione coattiva su un terreno limitrofo.

Quanto dedotto trova piena applicazione anche nel dubbio caso in cui il proprietario del fondo ablato è contemporaneamente titolare del diritto su quello che riceve il danno, proprio perché non può più esercitare le proprie facoltà come invece poteva fare prima della realizzazione dell’opera.

Ne discende che così come per l’esproprio parziale (art. 33) dove al proprietario sarà dovuta un’unica indennità che tenga conto della differenza di valore preesistente all’evento e quello della parte residuale dopo, così anche nel caso di danno riconducibile all’opera indipendentemente dall’espropriazione è dovuta un’indennità risarcitoria secondo i criteri stabiliti dall’art. 44.

La tutela che... _OMISSIS_ ...vanzata in ambito giudiziario è quindi anch’essa unica, e potrà essere condotta nelle medesime forme di quella di opposizione o determinazione giudiziale dell’indennità ordinaria.

Una diversa soluzione osterebbe con il principio del giusto processo, in tutta la sua ampiezza, espresso dall’art. 111 della Carta Costituzionale.

Un ulteriore aspetto che incuriosisce non poco è la definizione data al contenuto dell’art. 44 dalla giurisprudenza in tema.
L’espressione usata proprio per definirne i confini lo qualifica come “un’espropriazione larvata o indiretta”, ma è sicuramente un’espressione infelice che ha bisogno delle dovute correzioni.

Innanzitutto, bisogna fare attenzione a non confondere la situazione descritta con quella afferente la sfera dell’abusivismo, l’occupazione illegittima è infatti quella fattispecie completamente diversa in cui per mancata ... _OMISSIS_ ...mpletamento della procedura amministrativa di esproprio, o perché la stessa è stata annullata per vizi rilevati in ambito giudiziario, il fondo viene trasformato in via del tutto irreversibile dall’opera pubblica.

In tal senso, la semplice rubricazione dell’art. 44 è sufficiente a fugare ogni dubbio in quanto stabilisce la disciplina per l’indennità dovuta al proprietario non espropriato, tuttavia la certezza è raggiunta proprio in considerazione del presupposto che la compromissione che dà luogo al risarcimento è diretta conseguenza soltanto dell’esecuzione dell’opera, quindi non deriva né dalla sua realizzazione, né dalla procedura di esproprio del terreno che occupa.
Ad abundantiam, si ribadisce che l’opera non è illegittima.

In realtà, la locuzione “espropriazione larvata” non è errata e forse neanche impropria, perché, ben pensandoci, se un diritto di proprietà non può essere goduto... _OMISSIS_ ...trinsecazioni che la legge permette, si può percepire lo stesso tipo di effetto di una perdita definitiva.

Analizzando questa seconda parte della previsione normativa in esame, la Cassazione ne qualifica la ratio in virtù del principio di “giustizia distributiva”, per cui “non è consentito soddisfare l’interesse generale attraverso il sacrificio del singolo”.
Il significato adatto si basa sul senso di equilibrio tra l’opera a servizio della comunità sociale e la compressione dei poteri dominicali del singolo, che viene soddisfatto soltanto da questa speciale indennità.
Sovviene puntuale un’ulteriore precisazione in linea alla differenza che il disposto dell’art. 44 mantiene con le altre figure giuridiche contemplate nel T.U.Es.

Tale indicazione vede porsi su piani nettamente diversi il danno dall’opera da quello da interclusione.
Invocato a disporsi in argomento, il... _OMISSIS_ ...ittimità è orientato nel considerare il danno derivato dalla chiusura del fondo in re ipsa nella distruzione della servitù di passaggio prima (dell’opera) esistente.

La quantificazione non comporta una complicata elucubrazione in quanto l’entità della diminuzione del valore del fondo è equipollente al costo della servitù di passaggio.

Ne consegue che il risarcimento sarà eguale alla somma necessaria per il ripristino del diritto, oppure in caso di difformità “ad valorem decrescentes” la relativa indennità dovrà essere adeguata alla minor somma del valore del fondo.

Affinché possa essere correttamente compresa l’accezione “danno permanente” si è detto necessario che si concretizzi una diminuzione o soppressione di una o più facoltà dominicale proprie del soggetto proprietario.

L’evento lesivo può avere diverse rappresentazioni, come ad esempio l’immissione di... _OMISSIS_ ...i scarico delle automobili in transito per l’arteria stradale a cui il bene è adiacente oppure la compromissione di aria, luce e veduta panoramica, in ogni caso è necessario che tali eventi siano in grado di generare un vulnus economico del fondo e non rimangano una semplice rappresentazione della nuova realtà fenomenica senza conseguenze di sorta.

Oltre a questo, l’ulteriore condizione fondamentale per il riconoscimento dell’indennità è data dall’incidenza strettamente relativa al terreno interessato dal danno.

Se così non fosse, l’art. 44 non potrebbe trovare applicazione.
Più segnatamente, è opinione consolidata in giurisprudenza rigettare la richiesta risarcitoria ex art. 44 del d.P.R. 327/2001 laddove la compromissione del terreno per cui si agisca abbia una portata generale e diffusa a tutti i beni che, per localizzazione, si trovino in una posizione “infelice” in quanto adiacent... _OMISSIS_ ...ra.
In tal senso, è tipico il caso dell’attività commerciale che viene, anche se solo parzialmente, occultata dalla nuova sede stradale, ricevendone un pregiudizio di natura economica per la ridotta visibilità.
Tuttavia, laddove si provi che questo tipo di occorso sia comune a tutti i terreni disposti nelle vicinanze e che l’accesso al fondo su cui l’attività in questione è esercitata non sia in alcun modo “sacrificato”, l’indennità speciale non potrà essere concessa.

La riconducibilità dell’art. 44 alla procedura espropriativa effettuata per la legittima occupazione del fondo su cui viene realizzata l’opera di pubblica utilità permette anche la diversificazione con l’art. 2043 del codice civile.
Ciò vuol significare che la spoliazione del bene mediante un regolare attività ablativa identifica l’applicazione del risarcimento sotto forma indennitaria e la sua computazione seco... _OMISSIS_ ...ci criteri indicati dalla normativa del T.U.Es.

La disposizione codicistica invece presuppone un danno da condotta illecita, non giustificato da un interesse pubblicistico e, soprattutto, un risarcimento integrale non limitato da liquidazioni conformate ad un semplice ristoro.

Un dato certo è che il danno, tradotto nella diminuzione di valore del bene per la ridotta capacità di esercizio, debba essere eziologicamente connesso con l’esecuzione dell’opera stessa.

Non basta infatti la mera realizzazione, ma l’opera deve essere messa in funzione conformemente all’utilità sociale per cui è stata progettata.

Da ultimo, anche in riferimento al danno permanete, si osserva che il disposto di cui all’art. 44 non trova applicazione nei casi di immobile costruito senza permesso.

Così come è regola generale non liquidare l’indennità ordinaria al proprietario di un ... _OMISSIS_ ...ivo per il principio per cui l’illecito non può essere risarcito, allo stesso modo se la limitazione conseguenza dell’opera pubblica afferisce uno stabile costruito senza autorizzazione il proprietario “vessato” non può godere dell’indennità relativa.
L’assunto subisce però una sostanziale correzione dovuta all’operatività dell’esimente generata dalla procedura di sanatoria debitamente intrapresa sull’immobile stesso, la “regolarizzazione” dell’abuso infatti consente la liquidazione dell’indennizzo.
In egual maniera, non può essere applicato il citato articolo nel caso in cui la costruzione del fabbricato sia stata realizzata dopo l’approvazione dell’opera pubblica, ciò perché paradossalmente sarebbe il proprietario sua sponte a generare il pericolo di un danno temuto con future limitazioni per i suoi poteri di dominus.