Criteri di calcolo dell'indennità di asservimento di cui all'art. 44 dell’odierno T.U.Espropri

Le indennità previste per la duplice ipotesi formulata tanto nell’art. 46 della legge n. 2359/1865 che nell’art. 44 dell’odierno T.U.Es. non contemplano fattispecie risarcitorie in merito alle attività economiche individuate sui terreni coinvolti dall’espropriazione indiretta o larvata.

L’art. 44, comma 3 T.U.Es. testualmente dispone relativamente a tale interdizione, escludendo ogni forma di risarcimento del pregiudizio derivante dall’esecuzione dell’opera per la perdita di una qualsiasi “utilità economica”.

Come già inizialmente affermato, la locuzione usata deve essere interpretata con più probabile franchezza in relazione ad attività economiche espletate sul terreno oggetto di servitù che non attengono ad una diminuzione permanente del suo valore per la limitazione parziale o la perdita totale delle facoltà di esercizio del diritto soggettivo.

Se ne deduce che la normat... _OMISSIS_ ...studio circoscrive la sua ragione d’essere al godimento del diritto soggettivo senza sconfinare in un eventuale esercizio d’impresa in essere.

Il trait d’union è quindi rappresentato tra l’opera in esecuzione ed il fondo compromesso, nulla riguarda ciò che è “impiantato” su di esso.

Prima facie potrebbe risultare difficile comprendere i confini di questa definizione, quale può essere la differenza tra limitazione di godimento del diritto dominicale e la mancanza di guadagno di un’impresa che ben può essere intesa come una facoltà di godimento stesso del diritto di proprietà non è di facile intuizione, ma poi a ben riflettere si individua la ratio della norma nel tentativo di porre un freno all’abuso risarcitorio che potrebbe derivarne se tale precisazione fosse mancante.

La deriva pericolosa della richiesta giudiziaria renderebbe fertile un aumento del contenzioso processuale.
... _OMISSIS_ ...rudenza in argomento “rapporta” l’indennità speciale alla diminuzione del valore del fondo ed invece “bolla” come “personale”, quindi non attinente il fondo, quello afferente l’attività commerciale realizzata.

È da sottolineare una pronuncia del Tribunale milanese del 2012, che non considera una compromissione delle facoltà dominicali con pedissequa riduzione del valore del bene l’eliminazione di un passaggio pedonale di collegamento con una piazzuola di sosta di un tratto autostradale dovuta alla realizzazione di una linea ferroviaria.

L’ipotesi trattata non rientra nell’alveo risarcitorio di cui all’art. 44 in quanto la diminuzione degli incassi dell’esercente l’attività nulla ha a che fare con la diminuzione del valore del fondo su cui essa è esercitata.

I due concetti di “valore del fondo” e quella di “utile d’impres... _OMISSIS_ ...ettamente diversi, e non va neppure confusa una situazione giuridicamente rilevante con l’aspettativa di mero fatto, che poi è ciò che riguarda il caso specifico.
L’azione risarcitoria andrà quindi ascritta in altre previsioni di legge.

Fondamentalmente alcuna differenza può essere evidenziata tra i criteri indennitari previsti dall’art. 46 della legge Pisanelli e quelli vigenti nel T.U.Es. in merito all’asservimento, e ciò perché il maggior numero di pronunciati giurisprudenziali si riferisce alla vecchia normativa.

I parametri di computo, pertanto, rimangono fedeli a quanto era in previsione in passato ed attengono alla stima dell’indennità di espropriazione.

Quest’ultima dovrà tener conto del valore pieno del terreno secondo quanto già indicavano gli artt. 39 e 40 della legge 2359/1865, opportunamente considerate le relative pronunce epocali della Consulta n. 348/2007 relativament... _OMISSIS_ ...ificabili e n. 181/2011 invece per quelli agricoli, ciò in manifesta riverenza ai principi costituzionali di cui all’art. 42 della nostra Carta Costituzionale.

L’indennità così ottenuta dovrà essere ridotta in percentuale a seconda del “peso” che la servitù impone sull’esercizio del diritto soggettivo assoluto, nonché sulla porzione di terreno interessato, che potrà essere parziale o finanche totale.
A titolo esemplificativo, il livello di incidenza sarà più lieve nei casi di servitù di passaggio per l’attraversamento di tubazioni o linee “aeree”, di maggiore entità invero nel caso di maggiori occupazioni dovute alla presenza di tralicci o cabine.

A questo proposito si richiama l’attenzione sulla recente pronuncia della Suprema Corte n. 16495 del 19/06/2019.
Il tema affrontato è quello di riferimento all’art. 1038 c.c. ed alla sua possibile applicazione per u... _OMISSIS_ ...calcolo indennitario in materia.

La sentenza è importantissima perché permette di definire il “confine” delle due discipline e fugare ogni eventuale possibilità di applicazione promiscua.

Corre doveroso riportare il testo del comma 1 dell’articolo menzionato, considerando la sua posizione nel Libro Terzo a proposito della proprietà e la sua rubricazione al Titolo VI-Delle servitù prediali: "Prima di imprendere la costruzione dell’acquedotto, chi vuol condurre acqua per il fondo altrui deve pagare il valore, secondo la stima, dei terreni da occupare, senza detrazione delle imposte e degli altri carichi inerenti al fondo, oltre l’indennità per i danni, ivi compresi quelli derivanti dalla separazione in due o più parti o da altro deterioramento del fondo da intersecare".

Il disposto citato non lascia ombra di dubbio, la somma oggetto di liquidazione attiene ad un valore venale che non subis... _OMISSIS_ ...etrazioni fiscali, anche se un correttivo viene riportato al suo secondo comma che prevede il pagamento della metà del valore del bene per quella parte che è soltanto oggetto di occupazione per il deposito delle materie estratte e per il getto delle acque di spurgo, in quanto il proprietario rimane libero di farne l’uso voluto provvedendo a rimuovere il materiale di scarto senza arrecare danno alla struttura dell’opera.

Non così per la casistica trattata nella menzionata pronuncia della Corte di Cassazione, dove la struttura in questione è rappresentata da una conduttura interrata e la disponibilità del terreno rimane letteralmente “nelle mani” del proprietario, che potrà farne l’uso che preferisce, anche se l’opera comporta le dovute limitazioni di godimento.

Secondo l’ottica della proporzionalità, la Corte precisa che la valutazione del sacrificio è direttamente correlata all’incidenza... _OMISSIS_ ...ra sui “poteri” di godimento del fondo, il quale non viene appreso e, dunque, non è oggetto di un totale depauperamento.

La soluzione al caso prospettato è fornita così in via esclusiva dall’art. 44 T.U.Es., il quale permette una più equa misurazione della somma dovuta, che non può consistere nel valore pieno dell’immobile non essendo questo oggetto di trasferimento di proprietà.

La Corte distingue inoltre le due ipotesi richiamate dall’art. 46 della legge “madre” come fattispecie autonome: la prima, in cui per effetto di un decreto di ablazione si ha un’imposizione di una servitù sul fondo servente; la seconda, in cui il proprietario rimane indifferente all’espropriazione, ma subisce un danno permanente sul suo fondo dall’esecuzione dell’opera.

Nel primo caso, la valutazione del bene andrà fatta secondo i dettami di cui all’art. 40 della legge 2359... _OMISSIS_ ...iede il parametro del valore venale con apposita riduzione dell’entità indennitaria secondo il grado di imposizione che la servitù comporta sul terreno.

A contrario, l’art. 1038 c.c., che generalmente comporta una piena valutazione dell’immobile ai fini indennitari, risulta inapplicabile ad una procedura amministrativa di pubblica utilità, la cui disciplina è “blindata” da leggi specifiche quali appunto la n. 2359/1865 prima, ed il d.P.R. n. 327/2001 dopo.

Vieppiù che l’art. 1038 c.c. sostanzialmente determina una situazione giuridica in cui si verifica una completa spoliazione del bene, mentre quella prevista dall’art. 46 ed oggi, in base ad una corretta consecutio temporum, dall’art. 44 del T.U.Es. permette il mantenimento del diritto e la possibilità di sfruttamento del suolo, soprattutto nel caso analizzato in cui la tubazione per l’acquedotto non è “a cielo aperto”, ma in... _OMISSIS_ ...perficie libera di utilizzazione.

Se così non fosse si rischierebbe di ingenerare un’ingiusta locupletazione concedendo un’indennità di diversa fattura al titolare del diritto dominicale senza che questi subisca l’ablazione del bene, ma continui ad utilizzarlo.
L’indennità dovrà computare anche il danno sofferto dal proprietario nella parte residua del fondo.
Si ricorda infine che per una corretta valutazione dell’indennità di asservimento proporzionata alla gravità della compromissione delle facoltà dominicali occorre guardare al momento in cui inizia l’occupazione, ciò è determinato nel provvedimento amministrativo di costituzione del diritto prediale.