ESPROPRIAZIONE PER P U

Stai vedendo 547-516 di 664 risultati

Effetti dell’accettazione: la corresponsione della indennità di esproprio

L’accettazione dell’indennità produce una serie di effetti per il prosieguo della procedura. Una volta intervenuta, infatti, il proprietario è tenuto a produrre la documentazione comprovante, anche con attestazione notarile, la piena e libera proprietà del bene. Mentre la dichiarazione di assenza di diritti di terzi non è soggetta a termine, per quanto riguarda la produzione della documentazione il legislatore ha previsto il termine di 60 giorni decorrenti dalla comunicazione dell'accettazione

Accettazione dell'indennità: promotore dell'esproprio ed Autorità espropriante

Nell’ipotesi in cui promotore dell’espropriazione ed Autorità espropriante siano soggetti diversi, caso su cui è centrato l’art.26, vien da chiedersi se quest'ultima, possa o debba darne immediatamente notizia al promotore, facendo decorrere i 60 giorni contemporaneamente al perfezionamento degli adempimenti. La risposta non può tuttavia che essere negativa, perché il promotore ha facoltà di eseguire il pagamento durante tutti i 60 giorni, quindi l'ordinanza deve essere fin da subito esecutiva

Il pagamento dell'indennità da esproprio in presenza di diritti di terzi

Secondo la distinzione classica, i diritti che conferiscono facoltà di godimento di un bene possono essere reali o di obbligazione. I diritti reali sono caratterizzati da assolutezza, esclusività, immediatezza. I diritti di obbligazione nascono da un vincolo personale che lega creditore e debitore: in questo caso il godimento del fondo è oggetto di una prestazione contrattuale. I primi sono diritti sulle cose e seguono le cose, i secondi sono diritti nei confronti di persone e seguono le persone

Il deposito dell'indennità di esproprio

Diverse sono le ipotesi in cui l’Autorità espropriante dovrà ordinare il deposito dell’indennità provvisoria presso la Cassa depositi e prestiti. Il fatto che sia intervenuta l’accettazione incide sulla somma oggetto di deposito, che non dovrà essere oggetto di decurtazione e dovrà essere incrementata delle maggiorazioni di cui all’art. 45.2. Il rifiuto della indennità costituisce invece il fallimento dei tentativi di accordo, cui sono stati funzionali i momenti di contraddittorio tra le parti

Le somme depositate come indennità da esproprio

Nello svincolo delle somme depositate, occorre distinguere due ipotesi: che il deposito sia stato effettuato per mancata accettazione dell’indennità, o che sia stato depositato perché vincolato a diritti di terzi, senza tuttavia che si verificassero le condizioni per il pagamento diretto. Nella prima ipotesi, l’articolo 26.5 stabilisce che il proprietario può in qualunque momento percepire la somma depositata con riserva di chiedere in sede giurisdizionale l’importo effettivamente spettante

Effetti del ritardato pagamento o deposito dell'indennità di esproprio

I termini per il compimento delle attività non sono irrilevanti, potendo assumere conseguenze negative per l’Ente. Come espressamente disposto, nel caso di ritardato pagamento oltre il sessantesimo giorno dalla produzione della documentazione attestante la piena e libera proprietà del bene, al proprietario sono dovuti gli interessi nella misura del tasso legale. Anche nel caso di ritardata erogazione dell’acconto dell’80% rispetto all’immissione in possesso, genera interessi per il proprietario

Il sistema della tassazione degli importi a titolo di indennità per occupazione acquisitiva e sanante

Gli enti eroganti, all'atto del pagamento delle somme (occupazione temporanea, risarcimento per occupazione acquisitiva, rivalutazione ed interessi) devono operare una ritenuta a titolo di imposta nella misura del 20%. È facoltà del contribuente optare, in sede di dichiarazione annuale dei redditi, per la tassazione ordinaria, nel qual caso la ritenuta si considera effettuata a titolo di acconto. Tenuti al pagamento di tale importo sono soltanto i soggetti che non esercitano imprese commerciali

Legalità e art.42 bis t.u.e: due tesi a confronto

Rispetto alla scelta legislativa operata con l'art. 42 bis, potrebbero permanere delle perplessità rispetto alla compatibilità costituzionale di una previsione normativa che pretenderebbe, attraverso una valutazione ex post dell'amministrazione, di paralizzare la posizione dominicale del privato, incisa dall'illecita modificazione del bene, impedendone le garanzie procedimentali spettanti al proprietario legittimamente espropriato, unitamente alla possibilità di riespansione del diritto.

I tanti dubbi sull'art. 42 bis t.u.espropriazioni

Leggendo l'art 42 bis permane la volontà del legislatore di offrire un'autorizzazione in bianco ad acquisire aree private, senza il rispetto delle forme garantite dal procedimento di espropriazione e con la sola necessità di dare conto delle ragioni che ne richiedono l'acquisto e delle circostanze che hanno condotto all'utilizzazione dell'area, con l’ulteriore prevista ponderazione fra l’interesse pubblico e privato, e l’esame dell’assenza di valide alternative all’adozione del provvedimento

Un approccio (parzialmente) favorevole all’art. 42 bis t.u.e.

L’analisi dell’art.42 bis non può prescindere da una verifica della legittimità dell'operato legislativo non solo a livello costituzionale ma anche internazionale, precetti cui lo Stato italiano deve uniformarsi a qualsiasi livello esso operi. La Corte di Strasburgo ritiene che spetti alla discrezionalità del legislatore nazionale il compito di indicare i connotati dell'utilità pubblica e dell'interesse generale, pur rilevando che la disciplina positiva deve essere provvista di base ragionevole

La giurisprudenza della CEDU sul danno morale per lesione dell’art. 1 Prot. n. 1

Uno degli aspetti più innovativi dell’art.42 bis t.u.e. è rappresentato dall’introduzione, in favore del proprietario destinatario di un provvedimento di acquisizione sanante, di un pregiudizio non patrimoniale liquidato nella misura fissa del 10% - 20% a seconda della finalità del bene. La natura “economica” del diritto di proprietà non ha mai fatto dubitare la dottrina che la lesione di tale prerogativa è insuscettibile di arrecare un pregiudizio non patrimoniale al proprietario aggredito

Sulla via della riconoscibilità del danno non patrimoniale da lesione della proprietà

Apparendo indiscutibile che l’art.1 prot.n.1 alla CEDU ha piena efficacia precettiva nell’ordinamento interno, e risultando con altrettanta evidenza che l’ordinamento nazionale ha previsto rimedi interni per il risarcimento del danno correlato alla violazione del diritto anzidetto alla stregua dell’art.13 della CEDU, spetterà anche al giudice nazionale valutare l’esistenza o meno del danno non patrimoniale e di quantificarne l’ammontare interpretando il diritto interno in modo conforme alla CEDU

Pagina 43 di 56 30 43