DECISIONE GIUDIZIALE

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Il principio di autosufficienza del ricorso per cassazione

n ipotesi di lacuna espositiva del ricorso per cassazione è inidoneo ad integrare i requisiti tanto della sufficiente esposizione del fatto quanto, soprattutto, della specificità dei motivi, il semplice richiamo per relationem alle circostanze esposte ed alle questioni trattate nei precedenti gradi del giudizio.

Ricorso per Cassazione: cattivo uso del "prudente apprezzamento"

La doglianza che il giudice abbia fatto un cattivo uso del suo "prudente apprezzamento" nella valutazione della prova si risolve in una doglianza sulla motivazione della sentenza, che può trovare ingresso in sede di legittimità solo nei limiti in cui è ammissibile il sindacato da parte della cassazione sulla motivazione stessa.

I vizi delle sentenze amminstrative che conducono all'impugnazione per Cassazione

In sede di legittimità la denuncia di un vizio consistente in acritica adesione alla consulenza di primo grado pur in presenza di elementi richiedenti specifico esame non può limitarsi alla generica espressione della doglianza di motivazione inadeguata, essendo, invece, onere della parte indicare quali siano le circostanze e gli elementi rispetto ai quali si invoca il controllo di logicità sotto il profilo dell'apprezzamento della causalità dell'errore, ossia della decisività di tali circostanze

Impugnazione dell'interpretazione del contratto e ricorso in Cassazione

In tema di interpretazione dei contratti, l'accertamento della volontà degli stipulanti in relazione al contenuto del negozio si traduce in un'indagine di fatto affidata in via esclusiva al giudice di merito, che è incensurabile in sede di legittimità se non quando la motivazione sia così inadeguata da non consentire la ricostruzione dell'iter logico seguito per attribuire all'atto negoziale un determinato contenuto o per violazione delle regole ermeneutiche stabilite dagli artt. 1362 e ss. c.c.

I vizi motivazionali in tema di valutazione delle risultanze istruttorie

Ai fini d'una corretta decisione, il giudice non è tenuto a valutare analiticamente tutte le risultanze processuali, né a confutare singolarmente le argomentazioni prospettate dalle parti, essendo invece sufficiente che egli, dopo averle vagliate nel loro complesso, indichi gli elementi sui quali intende fondare il suo convincimento e l'iter seguito nella valutazione degli stessi e per le proprie conclusioni, implicitamente disattendendo quelli logicamente incompatibili con la decisione adottata

Il controricorso deve contenere l'esposizione sommaria dei fatti della causa?

Il precetto dell'art. 370, co. 2, c.p.c. è sostanzialmente rispettato anche quando il controricorso non contenga l'autonoma esposizione sommaria dei fatti della causa, ma faccia semplicemente riferimento ai fatti esposti nella sentenza impugnata, ovvero alla narrazione di essi contenuta nel ricorso anche se il richiamo sia soltanto implicito.

Correzione in Cassazione della motivazione della sentenza e degli errori materiali

È inammissibile per difetto di interesse il motivo di ricorso incidentale proposto dalla parte totalmente vittoriosa in appello e diretto soltanto a far modificare la motivazione della sentenza impugnata, laddove tale correzione può essere ottenuta mediante la semplice riproposizione delle difese nel controricorso o attraverso l'esercizio del potere correttivo attribuito alla Corte di Cassazione dall'art. 384 c.p.c..

Il controllo sulla valutazione del valore venale del suolo a fini espropriativi è precluso in sede di legittimità

Al fine di individuare il valore venale del suolo, rientra tra i compiti del giudice di merito stabilire se sussistono gli elementi occorrenti per la ricerca del presumibile valore comparativo dell'area, con apprezzamento il cui controllo è precluso in sede di legittimità.

L'erroneità della regula iuris applicata dal G.A. e l'eccesso di potere giurisdizionale

La dedotta erroneità della regula iuris applicata dal giudice amministrativo, attenendo all'intrinseca correttezza giuridica della decisione, ma non anche all'esorbitanza del decisum dai limiti cognitivi esterni del G.A., non integra l'eccesso di potere giurisdizionale.

Sorte della violazione delle norme sul litisconsorzio necessario in Cassazione

Quando risulta integrata la violazione delle norme sul litisconsorzio necessario, non rilevata né dal giudice di primo grado, che non ha disposto l'integrazione del contraddittorio, né da quello di appello, che non ha provveduto a rimettere la causa al primo giudice ai sensi dell'art.354 co.1 c.p.c. resta viziato l'intero processo e s'impone, in sede di giudizio per cassazione, l'annullamento - anche d'ufficio- delle pronunce emesse ed il conseguente rinvio della causa al giudice di prime cure

L'interpretazione del contenuto o dell'ampiezza della domanda giudiziale in sede di giudizio di legittimità

In sede di giudizio di legittimità, nel caso in cui venga considerata l'interpretazione del contenuto o dell'ampiezza della domanda giudiziale, la Corte di Cassazione non ha un potere-dovere di procedere all'esame diretto degli atti giudiziari (come nel caso del vizio di omessa pronuncia), poiché le predette attività integrano un accertamento in fatto, tipicamente rimesso al giudice di merito, insindacabile in cassazione salvo che sotto il profilo della motivazione della decisione impugnata

Impugnazione della sentenza in Cassazione: l'ammissione di prove ovvero l'omessa valutazione del giudice di merito

L'ammissione di mezzi di prova di cui all'art. 261 c.p.c., è rimessa all'iniziativa ed alla discrezionale valutazione del giudice di merito, onde non è censurabile in sede di legittimità la sentenza che non abbia ammesso le dette prove.

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