DANNI

Stai vedendo 1-12 di 24 risultati

Il giudice amministrativo: pro e contro alla pregiudiziale del rito del silenzio

La prevalente giurisprudenza amministrativa di primo grado ha optato per la soluzione favorevole all’applicazione della regola della pregiudizialità anche ai casi di danno cagionato da comportamento inerte dell’amministrazione dal momento che occorre la previa declaratoria dell’illegittimità del contegno omissivo tenuto dall’amministrazione. L’azione risarcitoria, in altri termini, non può essere ammissibilmente esperita in difetto del previo svolgimento del giudizio impugnatorio (del silenzio)

Il giudice amministrativo: la pregiudiziale è estranea al risarcimento del danno da silenzio

L’ampliamento delle garanzie riconosciute al privato per effetto dell’eliminazione della diffida, condicio sine qua non per la costituzione delle inadempienze pubblicistiche, consente di sostenere che la mancata attivazione da parte del danneggiato del rimedio tipicamente apprestato dal legislatore per reagire al silenzio della P.A. possa valutarsi non già sul piano processuale, quale ragione di inammissibilità della domanda risarcitoria, ma sotto il profilo del merito, in termini di negligenza

Il giudice amministrativo: danno da omessa ripianificazione delle zone bianche

Il quadro sembra lontano dal trovare un assetto definito. Basti considerare che l’operatività del meccanismo della pregiudiziale amministrativa è stata affermata recentemente dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato e della Suprema Corte in relazione al danno da comportamento omissivo dell’amministrazione per mancata nuova regolamentazione urbanistica dell’area di proprietà del privato istante a seguito della scadenza dei vincoli preordinati all’esproprio o aventi contenuto espropriativo

Giudice amministrativo: termine prescrizionale per il risarcimento dei danni conseguenti a ritardo o inerzia

Escluso, tendenzialmente, che l’azione risarcitoria per danno da silenzio e da ritardo debba essere soggetta al preventivo annullamento di alcun atto e al preventivo vittorioso esperimento del ricorso contro il silenzio, resta il problema di individuare il momento a partire dal quale inizia a decorrere il termine di prescrizione per l’azione di risarcimento, nella consapevolezza che il giudice amministrativo adito per il risarcimento debba, preventivamente, valutare l’effettiva inerzia della PA

Il giudice amministrativo: presupposti per la risarcibilità del danno da ritardo

Secondo una classificazione elaborata in dottrina, il danno da ritardo può essere distinto in 3 sottocategorie: danno derivante da tardiva emanazione di un provvedimento legittimo e favorevole dopo l’annullamento di un precedente atto illegittimo sfavorevole; danno provocato da mera tardività con cui è stato emanato un provvedimento legittimo e sfavorevole; danno derivante da tardiva emanazione di un provvedimento legittimo ma sfavorevole. Secondo la tesi le tre ipotesi sono nettamente distinte

Il maggior danno in caso di ritardo nel pagamento dell’indennizzo espropriativo

Un altro tema molto importante è legato al diritto dell’espropriato al maggior danno in caso di ritardato pagamento dell’indennizzo espropriativo rispetto al momento dell’esproprio. È da rilevare che quello della tempestività del pagamento potrebbe sembrare un criterio di ordine “processuale”, che poco o nulla aggiunge alla garanzia riconosciuta dalla stessa Carta al proprietario espropriato. Al contrario, è un’importante innovazione che prende corpo e sostanza dalla giurisprudenza della CEDU

La genesi del danno da disturbo

La natura rivoluzionaria della svolta giurisprudenziale costituita dall’ormai celeberrima sentenza n. 500/99 della Cassazione è confermata dal fatto che la portata innovativa di una tale pronuncia deve essere, ancora oggi, pienamente analizzata e recepita dagli interpreti del diritto.

Il diritto a non essere “disturbati” nel libero esercizio delle facoltà inerenti ai diritti dominicali

Prima di analizzare i parametri utilizzati dalla giurisprudenza per determinare l’an e il quantum in riferimento alla risarcibilità di una tale tipologia di pregiudizio, occorre interrogarsi sull’esatto inquadramento della tutela del diritto di proprietà e degli altri diritti reali all’interno del sistema amministrativo. Un’indagine che risulta fondamentale proprio per poter compiere con maggior consapevolezza l’analisi sui parametri predetti.

Il danno causato dall’illegittimo annullamento del permesso di costruire

Parte della recente giurisprudenza amministrativa di primo grado ritiene che la situazione concreta che sta alla base di una tale responsabilità possa essere considerata una delle ipotesi nelle quali è configurabile il c.d. contatto sociale tra p.a. e cittadino. Da ciò, l’adozione del modello risarcitorio definito agli artt. 1218 c.c. e seguenti.

Il danno causato dall’illegittimo annullamento del permesso di costruire: l’orientamento prevalente adotta lo schema della responsabilità extracontrattuale

L’orientamento giurisprudenziale dominante, avvallato dal Consiglio di Stato, configura, invece, la responsabilità derivante dall’illegittimo annullamento del titolo abilitativo secondo lo schema strutturale di cui all’art. 2043 c.c. A tal proposito, è utile analizzare la decisione n. 8529, emessa dalla IV sezione del Consiglio di Stato il 21 dicembre 2009.

Danno da disturbo derivante dall’illegittima risoluzione di un rapporto contrattuale instauratosi con la P. A.

Lo schema strutturale adottato dalla giurisprudenza maggioritaria in relazione a tale danno è, anche in questo caso, quello della responsabilità extracontrattuale, sancito all’art. 2043 c.c.

Il possibile «disturbo» derivante dalle violazioni degli obblighi procedimentali

La tipologia di prescrizioni legali in questione, negli ultimi anni, ha subito una notevole dequotazione, prima da parte della giurisprudenza, poi ad opera del legislatore, con l’inserimento dell’art. 21-octies all’interno della L. n. 241/90

Pagina 1 di 2 1