Tutela degli animali in manifestazioni, circhi, zoo

Si stima che in Italia ogni hanno, tra sagre, feste paesane e palii, si svolgano un migliaio di manifestazioni con utilizzo di animali, delle quali, un terzo circa, si conclude con la loro morte[1].

Queste “occasioni di intrattenimento” contrastano oltre che con il tentativo di attribuire agli animali un preciso status e alcuni specifici diritti, anche e soprattutto con quanto affermato nella dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale che all’art. 10 recita «nessun animale deve essere usato per il divertimento dell’uomo. Le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano animali sono incompatibili con la dignità animale»[2].

Inoltre nel 2003 è stato emanato il d.p.c.m. intitolato «accordo Stato-Regioni sul benessere degli animali da compagnia e pet-therapy»[3] che all’art. 8 sancisce «Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano si impegnano ad autorizzar... _OMISSIS_ ...o di gare di equidi o altri ungulati nel corso di manifestazioni popolari solo nel caso in cui: la pista delle corse sia ricoperta da materiale idoneo ad attutire i colpi degli zoccoli degli animali sul terreno asfaltato o cementato; il percorso della gara sia circoscritto con adeguate sponde capaci di ridurre il danno agli animali, in caso di caduta, nonché per garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone che assistono alle manifestazioni».

Il nostro Paese vietava le corride già a norma dell’art. 129[4] del Regolamento del Testo Unico di Pubblica Sicurezza[5], così come l’art. 70[6] del medesimo Testo Unico vietava le corse con uso di pungolo acuminato, i combattimenti tra animali, il lancio di anitre in acqua, l’uso di animali vivi per alberi della cuccagna o per bersaglio fisso, e simili.

Tra le manifestazioni già abolite sono da ricordare quella di San Rocco di Roccavivara (Campobasso), dove ... _OMISSIS_ ...osto, delle persone bendate dovevano colpire la testa di un gallo seminterrato con un bastone; la manifestazione di Pontenure (Piacenza), nella quale un asino veniva fatto volare a terra da un campanile; ancora quella di Calvello (Potenza) in cui polli, conigli e capretti appesi ad una corda, dovevano essere sgozzati con una falce da persone bendate[7].

È da tenere presente che tra gli spettatori di questi spettacoli si contano persone di ogni genere, anche bambini quindi, sarebbe per questa ragione auspicabile un contemperamento di interessi, tra il mantenere in vita delle consuetudini popolari e i diritti degli animali da un lato, ma anche quello dei bambini di non esser sottoposti a scene violente.

Un altro settore nel quale sono impiegati animali è quello dei circhi equestri e degli spettacoli viaggianti. Queste attività risultano ancora disciplinate dalla legge n. 337 del 18 marzo 1968[8] concernente «Disposizioni sui circhi eque... _OMISSIS_ ...ettacolo viaggiante», integrata dalla legge n. 150 del 7 febbraio 1992[9]. La maggior parte degli animali, si calcoli che ce ne sono 100-150 a circo, non potrebbe essere detenuta ai sensi dell’art. 6[10] della suddetta legge in quanto pericolosi per la salute e l’incolumità pubblica.

La Commissione scientifica (CITES) ha emesso nel 2000 una circolare[11] con la quale stabilì alcune regole per la detenzione degli animali: «gli animali non possono essere sottratti alla vita libera per essere immessi negli spettacoli, ma devono provenire da riproduzioni in cattività (è comunque fatto esplicito divieto di riproduzione all’interno degli stessi); particolare cura deve essere posta all’alimentazione degli animali, pianificata e adattata alle esigenze del singolo esemplare, con riguardo anche alle condizioni igieniche di conservazione; la stessa cura deve essere anche posta alle dimensioni dei locali o gabbie o aree dove ... _OMISSIS_ ...gli animali, alla temperatura dell’ambiente esterno ed interno, alla dotazione di arricchimenti ambientali utili a stimolare i comportamenti naturali delle specie, alla pulizia e alla disinfezione; il trasporto degli animali deve essere effettuato con metodi adeguati a garantire il loro benessere e la loro salute, evitando contatti e attiguità che risveglino comportamenti aggressivi o predatori; viene poi sottolineato che alcune specie sono assolutamente incompatibili con la vita nel circo, e ne vieta assolutamente ogni ulteriore acquisizione. Tra queste vi sono i grossi felini, e in particolare il giaguaro, il leopardo e la tigre; gli orsi, con divieto assoluto di detenzione per gli orsi polari e tutte le scimmie, e in particolare quelle antropomorfe[12]».

I controlli però sono sempre stati ridotti, e nella maggior parte dei casi la detenzione e il trasporto degli animali si rivela pregiudizievole per il benessere degli stessi. Un esempio sign... _OMISSIS_ ...presentato dalle modalità di detenzione teoricamente previste per gli elefanti: gli esperti del Ministero dell’ambiente hanno previsto per le strutture interne solo quindici metri quadrati di superficie. Nonostante la minima disposizione, la realtà si presenta molto diversa. La maggior parte degli elefanti, continuano ad essere bloccati alle zampe da due corte catene metalliche, sono pochi infatti i circhi che hanno provveduto a costruire dei recinti dove l’animale sia libero di muoversi[13].

Sebbene siano ancora pochi, alcuni circhi hanno provveduto alla costruzione di recinti adatti alle dimensioni e ai bisogni degli animali, ma il problema sorge nei comuni ospitanti, i quali non avendo a disposizione spazi adeguati, ma nonostante questo ne desiderano la presenza, “costringono” i proprietari del circo ad utilizzare solo parzialmente i recinti, non potendo così fornire agli animali lo spazio adeguato.

Vi sono ... _OMISSIS_ ...le denunce per maltrattamento che hanno portato a processi penali e anche a conseguenti sanzioni, ma l’impiego di animali nei circhi non sembra essere diminuito[14], anzi gli spettacoli si svolgono regolarmente senza problemi e inoltre gli animali dissequestrati, riaffidati agli stessi circhi per mancanza di strutture ricettive, continuano ad essere tenuti nelle stesse condizioni[15]. Sicuramente la legge 189/2004 non aiuta a migliorare la situazione nonostante anche qui siano palesi i comportamenti contrari alle disposizioni in essa contenute.

Già nell’ottobre dello stesso anno era stato presentato un Progetto di legge[16] (ma vi sono progetti anche precedenti) per vietare l’uso degli animali nei circhi, in cui si afferma «[…] Lo spettacolo circense […] viene ormai considerato manifestazione di violenza proprio per la presenza degli animali, costretti per la loro intera esistenza in anguste gabbie da cui possono uscir... _OMISSIS_ ... compiere esercizi contrari alla loro natura. Prova emblematica di questo orientamento è la crescente disaffezione del pubblico, prevalentemente costituito da bambini, non solo per la crescente offerta di intrattenimenti alternativi, ma soprattutto per la maggior sensibilità animalista […]».

È ovvio che esibirsi non sia tra i comportamenti naturali degli animali, quello che non è così noto è cosa c’è dietro all’addestramento. Questo è diviso in due parti: la prima mira a “spezzare” l’animale e a generare in lui la paura rispetto ad alcuni oggetti specifici come fruste, bastoni o simili. Capirà che ribellarsi o tentare di liberarsi è inutile scoprendo a sue spese le conseguenze di un’eventuale disobbedienza. Nel dubbio verrà percosso senza motivo per aumentare la sua docilità.

Una volta che la sua volontà sarà spezzata inizierà la seconda parte dell’addestramento con allenamenti qu... _OMISSIS_ ...
Per indurre un animale a rispondere prontamente agli ordini è necessario sottoporlo ad addestramenti e allenamenti estenuanti e a ripetizioni infinite. A seconda della fisiologia della specie, i metodi di preparazione si basano principalmente sulla paura del dolore fisico o sulla privazione del cibo.

Gli addetti ai lavori assicurano il ricorso a sistemi di addestramento in dolcezza, ma molte testimonianze dimostrano che le tecniche utilizzate sono ancora prevalentemente imperniate sulle minacce verbali e fisiche, sulle violenze e sulle privazioni.

Botte e continue intimidazioni caratterizzano per esempio l’ammaestramento degli elefanti, indotti ad agire da pungoli elettrici ed uncini.

I grandi felini vengono invece abituati a temere la frusta e i bastoni, il solo schiocco dello scudiscio o la vista del bastone bastano a ricordare loro cosa rischiano se non effettuano l’esercizio nei modi e nei tempi impos... _OMISSIS_ ...i paura di questi animali sono spesso riconoscibili: chiunque viva con un gatto riconosce lo strisciare quasi a pancia a terra del leone al comando del domatore, da felino terrorizzato, con le orecchie appiattite.

Anche condizionare con il cibo un animale per costringerlo a svolgere un’azione innaturale è un atto di grande violenza e di sopraffazione della sua dignità[17].

Il 24 novembre 2008, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati è stata presentata una Proposta di Legge «Norme per la graduale dismissione dell’uso degli animali da parte dei circhi e per il sostegno allo spettacolo circense». Questa proposta si ispira a principi etici e va sottolineato che non intende minimamente affossare lo spettacolo circense, ma si limita ad intervenire su un aspetto importantissimo quale l’utilizzo degli animali per divertimento.

Lo sfruttamento fatto dai circhi nei confronti degli animali è una prat... _OMISSIS_ ...iù civilmente accettabile e, giustamente, è tempo che si metta mano alle attuali norme per ridefinire il concetto di arte circense, che non può pretendere di fregiarsi di tale titolo se offre spettacoli basati sull’esibizione di poveri animali tenuti in perenne regime di privazioni e costrizioni[18].

Ad oggi questa proposta non ha ricevuto un seguito.

Altre strutture che coinvolgono animali sono gli zoo, disciplinati dal recente decreto legislativo n. 73 del 21 marzo 2005[19], che attuò la Direttiva 1999/22CE, relativa alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici.

Prima dell’entrata in vigore di questo provvedimento (che per altro è stato recepito in ritardo rispetto ai tempi previsti) si potevano calcolare all’incirca un centinaio di strutture tra zoo, bioparchi etc., con non meno di 10.000 animali detenuti, ma gli esperti del Ministero dell’ambiente al momento di stilare una sorta di ... _OMISSIS_ ...individuarono solo 53[20].

La Direttiva europea lasciava agli Stati membri la libertà di disciplinare l’organizzazione degli zoo, fissando come unico obiettivo la difesa della biodiversità[21].

In Italia la direttiva zoo è stata recepita ufficialmente con il Dec. Lgs. N. 73 del 21 marzo 2005[22].

Lo scopo degli zoo dovrebbe essere quello di salvaguardare alcune specie animali in pericolo, per favorire un loro successivo reinserimento in natura, ma questo passaggio spesso non viene attuato.

Nella norma di attuazione mancano le regole sull’acquisizione degli animali, neppure se nati in natura, il che non facilita una progressiva riduzione degli animali tenuti in cattività, cosa a cui invece auspicavano le associazioni animaliste che si sono dedicate al progetto, le quali speravano inoltre di lasciare agli zoo il solo compito di ospitare gli animali sequestrati ai trafficanti.

La nuova d... _OMISSIS_ ... gli zoo dei veri e propri interlocutori culturali, consentendo un’attività promozionale all’interno delle scuole, il che contribuisce a falsare l’idea che i bambini e i giovani hanno di ecosistema e di vita in natura degli animali, i quali da liberi hanno comportamenti completamente diversi da quelli che hanno negli zoo.

Questa disciplina appare in contrasto con la legge 189/2004, la quale riconosce gli animali come essere senzienti che provano dolore, non si può per questa ragione dare agli zoo il ruolo di habitat di alcune specie di animali quasi prossime all’estinzione, perché in questi luoghi vengono private del proprio originario contesto di vita e del loro diritto di libertà.

Privazione di libertà che si traduce in gravi sofferenze per l’animale, che è detenuto ingiustamente, non trovando nella sua detenzione alcun corrispettivo in prevalenti interessi umani[23] e non avendo perciò alcuna ragione per cont... _OMISSIS_ ...re.

L’Associazione animalista Born Free ha presentato al Parlamento Europeo i risultati di un’indagine sullo stato dei giardini zoologici di tutta Europa. Nonostante gli evidenti passi avanti compiuti dai Paesi membri, la direttiva comunitaria sugli zoo resta sostanzialmente inapplicata con migliaia di animali in cattive condizioni.

In Italia su un centinaio di zoo solo otto hanno ottenuto la licenza, e a farne le spese sono gli animali stessi che vengono troppo spesso detenuti in condizioni precarie, senza i giusti spazi e le condizioni adeguate alla loro natura, e in pros...