La sentenza n. 181/2011 della Consulta sulla determinazione dell'indennità di espropriazione ha come principale effetto quello di creare un horror vacui di considerevole profondità, senza ritenere necessario un intervento del legislatore, che tuttavia si ritiene invece essere doveroso se non addirittura “obbligatorio” vista la situazione conflittuale o farraginosa in cui versa l’intero schema strutturale del T.U. sugli espropri, la stessa ha trovato applicazione diretta nell’immediatezza della sua genesi.
Tuttavia, il quadro previgente risulta modificato, considerando l’espunzione del criterio “valore agricolo medio” da ogni forma di computo dell’indennità espropriativa dei terreni non edificabili, con le dovute esimenti in riferimento alle maggiorazioni ed alle indennità aggiuntive previste per alcune tipologie di soggetti passivi.
L’ovvio corollario che ne conseguiva era differenziato a seconda o meno della conclusione dell’accordo di cessione: in caso di positività al proprietario coltivatore diretto sarebbe spettato il VAM triplicato secondo quanto previsto dal terzo comma dell’art. 40 e dalla lettera “D” del secondo comma dell’art. 45; in caso contrario di determinazione dell’indennità definitiva entravano in “gioco” il primo ed il quarto comma dell’art. 40, per cui in base al primo al ...
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La ratio sottesa al combinato disposto di norme richiamate, più che altro, era quella di prevedere una definizione più veloce alla procedura in cambio di un sostanzioso profilo premiale.
In ogni caso, la scelta ineriva il proprietario che, fatti “quattro calcoli”, ponderava se accettare l’alea di una determinazione definitiva dell’indennità tramite i mezzi previsti, sia amministrativi sia giudiziari, oppure accettare la somma maggiorata secondo il computo predetto.
La sentenza n. 181/2011 interviene correttamente per riportare in alveo di diritto e secondo i principi europei il criterio di valutazione dell’indennità secondo il canone del valore effettivo, quindi il rapporto strut...
_OMISSIS_ ...redefiniti, già ampiamente chiariti in precedenza.
Autorevole interpretazione dottrinaria basa la sua ragionevole convinzione sulla “sopravvivenza” dell’art. 40, comma 4 e 37, comma 9, che sfuggono alla decisione della Consulta, per cui ciò che viene tutelato con la maggiorazione o indennità aggiuntiva è il diritto al lavoro e non la proprietà ampiamente soddisfatta dal riconosciuto valore di mercato.
Se così non fosse il sacrificio del proprietario sarebbe doppio in quanto oggetto di un esproprio che lo priva del bene e ne caduca l’attività lavorativa ivi impiantata.
Tale ragionamento è confutato de relato anche dalla giurisprudenza di merito, la quale affer...
_OMISSIS_ ...ersa natura e disciplina.
Viene altresì considerato integro il disposto di cui all’art. 17 della legge 865/1971 per ciò che concerne l’estensione degli effetti d’incostituzionalità della sentenza della Consulta.
Altra prospettiva prevede che tali riconoscimenti aggiuntivi vadano ad essere computati ancora con il VAM, in quanto se così non fosse, cioè se anche la triplicazione o la maggiorazione fosse fatta con il valore pieno, si creerebbe un’ingiusta locupletazione a favore del proprietario che, invero, vedrebbe ingiustamente pagato doppiamente il valore del terreno secondo il prezzo di mercato ma per due titoli diversi: perdita della proprietà e perdita del lavoro.
Così recentemente sul punto il Giudice di legittimità: “il sistema premiale di aumento o di triplicazione dell’indennità di cui all’art. 45, comma 2, lett. c) e d) fondato espressamente sull’incostituzionale parametro di cui all’art. 40, precedente comma 3, deve ritenersi abrogato per incompatibilità con il nuovo assetto normativo: essendo venuto meno il criterio legale (riduttivo) di commisurazione dell’indennizzo espropriativo costituito dal valore agricolo tabellare (VAM), l’art. 45 è stato privato del parametro cui faceva specificamente rinvio fisso, parametro che non è surrogabile con quello del valore venale del fondo succeduto al primo”.
Come si può notar...
_OMISSIS_ ...ni non consentirebbero pertanto la surroga del nuovo computo rispetto a quest’ultimo per manifesta iniquità.
Ne scaturisce che la maggiorazione di cui alla lett. c) del comma 2 di cui all’art. 45, mutuata dalla legge 865/71, non può più essere pretesa e usata come mezzo di forzatura per una cessione, in quanto travalicherebbe l’indennità ottenuta su quello che oramai è un metodo di calcolo fondato sul valore venale del bene.
In tal senso, si ripete, il proprietario non può ottenere un prezzo maggiore di quello di mercato.
Senza suscitare fraintesi è bene chiarire che la stipula di una cessione volontaria ricopre ancora un’utilità bilaterale: dal punto di vista dell’Autorità esp...
_OMISSIS_ ...mera perizia di stima sul valore del bene ottenere una migliore valutazione, risparmiando in tempo ed in danaro se si andasse a chiedere una diversa determinazione in sede giudiziale.
Valutazioni aggiuntive della Corte di Cassazione portano a ritenere applicabile l’indennità aggiuntiva non soltanto sul semplice presupposto che il proprietario coltivatore diretto sia addivenuto ad una cessione consensuale, ma anche in caso contrario, ovvero se una volta accertato il valore venale del fondo e risulti che l’offerta prospettatagli fosse incongrua, si dia prova della mancanza di convenienza di conclusione anticipata della procedura mediante cessione.
L’assunto suddetto deve comunque essere raffinato, perché se...
_OMISSIS_ ...be essere altrimenti, considerato che la triplicazione dell’indennità determinata secondo i nuovi parametri realizzerebbe una valutazione del terreno superiore tre volte a quello che è il prezzo di mercato, contravvenendo immancabilmente non solo i giusti principi della pratica espropriativa, ma anche quelli di una normale compravendita.
In conclusione, si ritiene che la portata del quarto comma dell’art. 40 estenda il suo ambito di applicazione sia in caso di indennità provvisoria, per la quale operava la triplicazione, sia in caso di indennità definitiva.
Il Consiglio di Stato recentemente si è pronunciato in argomento considerando la non più dovuta applicazione della triplicazione, non tanto per l’ovvi...
_OMISSIS_ ...no, ora che tale funzione è assolta dal criterio del valore “pieno” non ha più ragion d’essere.
Occorre ribadire che la particolare natura dell’indennità aggiuntiva e la diversa causa rispetto a quella dovuta per l’ablazione del diritto fondiario escludono categoricamente che questa possa essere non riconosciuta dall’Autorità espropriante sul presupposto di un’errata qualificazione come plusvalenza rispetto al valore di mercato del bene, si ricorda che l’indennità “accessoria” è calcolata secondo i VAM ed è qualificata dal sacrificio lavorativo a cui il proprietario coltivatore diretto va incontro.
L’esigibilità dell’indennità aggiuntiva procede in un ...
_OMISSIS_ ...one del diritto fondiario (traslato in seguito all’ablazione) in obbligazione economica, per quella accessoria invece la perdita di chance lavorativa.
In ogni caso, l’indennità secondaria sarà dovuta a prescindere dal raggiungimento o meno di un accordo sulla principale e, comunque, sarà tutelabile nello stesso giudizio con il quale si chiede la determinazione definitiva di quella valutata per l’espropriazione, in quanto per natura viene distinta in base ad una funzione riparatrice autonoma del diritto al lavoro costituzionalmente sancito.
L’art. 37, comma 9 contempla un’indennità aggiuntiva al proprietario coltivatore diretto quando l’area pur edificabile risulta utilizzata per scopi ag...
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Partendo dalla dicotomia edificabile-non edificabile introdotta dall’art. 5 bis della legge n. 359/1992 e recepita dal vigente T.U.Es., la classificazione di un’area può essere condotta soltanto attraverso parametri legali e strumenti urbanistici (piano regolatore, varianti ecc.) affinché si possa determinare la giusta indennità di esproprio.
Oggetto di modifica ex lege n. 244/2007, il nuovo articolo 37 prevede per i terreni edificabili un’indennità di esproprio calcolata sulla base del valore effettivo del bene, senza alcuna falcidia.
Tale sistema lascia però invariato il comma 9, che prevede la diversa utilizzazione di un bene classificato edificabile.
Ne consegue che in caso...
_OMISSIS_ ... se si tratta di terreno a destinazione edificabile, ma ad uso agricolo, l’indennità dovuta dovrà essere calcolata in riferimento a prezzi di mercato per tipologia di terreni che hanno tale natura, ma se il proprietario possiede i requisiti che lo definiscono anche come coltivatore diretto, a lui dovrà essere riconosciuta un’indennità aggiuntiva secondo i valori agricoli medi in base al tipo di coltura effettivamente in atto, senz’altro considerare, come ad esempio il soprassuolo vegetale ivi esistente, in quanto non contemplato nella determinazione più conveniente dell’indennità dovuta per i suoli edificabili.
L’assunto riportato si ritiene perfettamente conforme ai principi costituzionali e non genera un’ingiusta locup...
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Un’ovvia precisazione ratione temporis porta a considerare l’applicazione della norma in commento ai soli rapporti post T.U.Es., quelli anteriori, secondo gli insegnamenti della giurisprudenza, rimangono infatti disciplinati ancora dalle disposizioni di cui al titolo “2A della legge 865/1971: tra le quali è incluso l’art. 17”.
Si conclude la disamina svolta attraverso l’analisi del particolare rapporto che può insorgere tra l’indennità aggiuntiva ex art. 40, comma 4 e l’art. 42 bis T.U.Es. sull’acquisizione sanante per occupazione illegittima di un fondo.
Tale fattispecie è oggetto di attenzione specifica nella pronuncia n. 2779/2014 del Co...
_OMISSIS_ ...comma dell’art. 40 alla luce della sentenza n. 181/2011, che prescrive il valore venale di un terreno agricolo per il calcolo della determinazione dell’indennità di esproprio, sistema di computo richiesto dall’art. 42 bis T.U.Es. in tema di acquisizione illegittima di terreno occupato abusivamente per scopi ed interessi pubblici.
Più gradatamente, analizzato lo schema di voci disposto dalla norma sull’acquisizione per cui il danno da occupazione illegittima viene computato secondo il parametro del 5% annuo, stante l’onnicomprensività della valutazione del terreno secondo il valore venale ed allo stato attuale dell’acquisizione, il Giudice amministrativo interdice l’applicazione di indennità aggiuntive in quanto la ...
_OMISSIS_ ...0% forfettario-5% annuo risarcitorio).