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42-bis: natura dell'indennizzo

Il passaggio fondamentale della nuova procedura di acquisizione coattiva sanante è costituito dalla determinazione della somma di denaro che deve essere corrisposto al proprietario per acquisire l’area illegittimamente occupata.

42-bis: l’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale

La voce principale dell’indennizzo che deve essere corrisposto al privato in occasione dell’acquisizione coattiva sanante è costituita dal pregiudizio patrimoniale da lui subito. Ai sensi del comma 3 dell’art. 42-bis, tale indennizzo corrisponde normalmente al «valore venale del bene utilizzato per scopi di pubblica utilità» .

42-bis: l’indennizzo per il pregiudizio non patrimoniale

La somma di denaro da corrispondere al privato, comprende un ulteriore elemento, dichiaratamente finalizzato a tenerlo indenne dal «pregiudizio [...] non patrimoniale» e di norma «forfettariamente liquidato nella misura del misura del dieci per cento del valore venale del bene» .

Le occupazioni illegittime della p.a.

L’acquisto della proprietà tramite procedimento espropriativo, non necessariamente definitivo se si considera l’eventuale retrocessione del bene espropriato, andando ad incidere su un diritto fondamentale riconosciuto e garantito dalla Costituzione, è ammesso solo nel rispetto dei limiti e delle garanzie imposti dalla Costituzione medesima.

Indennizzo e risarcimento da illegittima occupazione

L’art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001 indica quanto dovuto in termini monetari dall’amministrazione al fine di acquisire non retroattivamente al suo patrimonio indisponibile l’area illegittimamente occupata, sanando in tal modo l’illecito perpetrato.

Indennità di esproprio e indennizzo da occupazione illegittima: il pregiudizio patrimoniale

In sede di quantificazione dell’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale ex art. 42-bis, anzitutto, non è agevole comprendere se e come si debbano indennizzare quei pregiudizi - totalmente trascurati dalla formulazione letterale art. 42-bis - che derivano al privato dal fatto di non esser stato destinatario di una procedura di espropriazione legittima.

Indennità di esproprio e indennizzo da occupazione illegittima: il pregiudizio non patrimoniale

Un’altra importante differenza tra l’indennità da esproprio e l’indennizzo qui in esame deriva dal fatto che quest’ultimo comprende un elemento ulteriore rispetto al valore venale del bene, dichiaratamente finalizzato a tenere indenne il proprietario dal «pregiudizio [...] non patrimoniale» e di norma «forfettariamente liquidato nella misura del misura del dieci per cento del valore venale del bene» .

Diversità tra indennità di occupazione e risarcimento del danno da illegittima occupazione

Per quanto riguarda la misura del 5% del valore venale, essa è stata ritenuta, in dottrina, un’altra scelta piuttosto generosa . Riferendosi agli interessi moratori, in effetti, l’art. 43 disponeva l’applicazione dell’interesse legale, che nel XXI secolo non ha mai raggiunto la quota del 5% e che all’entrata in vigore dell’art. 42-bis era quantificato appena nella misura dell’1,5% .

Origine del problema delle occupazioni illegittime

Il codice civile offre un ampio ventaglio di tutele al proprietario-possessore del suolo, che ha l’unico onere di doversi attivare tempestivamente, per non incorrere nelle decadenze fissate dal codice civile. Alla base di questa scelta si può senz’altro intravedere la tradizionale elevata considerazione del possesso e della proprietà fondiaria, ma soprattutto la precisa consapevolezza che l’occupazione abusiva costituisce un atto illecito e che come tale va sanzionato.

Le occupazioni illegittime nel regime anteriore al testo unico

Le conseguenze giuridiche di tali occupazioni, quindi, erano il frutto di un’intensa opera di creazione giurisprudenziale, alla quale il legislatore e la Corte costituzionale avevano dato un contributo tutto sommato marginale. Vera protagonista nell’elaborazione dell’istituto era stata infatti la Corte di cassazione, alla quale l’occupazione acquisitiva deve le proprie origini e la propria affermazione.

Occupazioni illegittime e testo unico espropri

Al di là delle intenzioni del legislatore - encomiabili almeno in un’ottica di certezza - l’art. 43 mostrava ben presto notevoli profili tecnici ampiamente discutibili e per tutto il periodo in cui rimaneva in vigore sollevava perplessità, metteva in difficoltà la giurisprudenza ed attirava critiche dottrinali .

Le occupazioni illegittime davanti a Corte EDU e Corte costituzionale

il diritto di proprietà ed il potere di espropriare sono espressamente riconosciuti e bilanciati da fonti costituzionali e sovranazionali. Tra queste ultime viene soprattutto in rilievo la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950.

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