Lotta alla contraffazione: le autorità doganali

Il commercio dei prodotti contraffatti evidentemente non conosce frontiere. È del tutto frequente che partite di prodotti imitati, destinate a diversi mercati, si trovino a compiere almeno una parte del loro tragitto sul territorio nazionale (si pensi ad esempio a container provenienti dall’Asia o tir provenienti dall’est Europa).

Sorgono in tali casi problemi non minimali in ordine alla stessa configurabilità di reati alla stregua del diritto penale italiano ed anche di possibilità di perseguire tali condotte da parte della giustizia italiana. Assai interessanti risultano a riguardo, alcune soluzioni adottate dalla Suprema Corte.

Con sentenza del gennaio 2010 è stato esaminato il caso di un carico di merce recante il marchio d’origine contraffatto “Made in Spain” (“Echo en Espana”), fermato per un controllo in Italia durante il viaggio dalla Romania alla Spagna [1].

La Cassazione ha r... _OMISSIS_ ...tali casi non si potesse configurare il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.) con ciò contraddicendo il precedente orientamento, risalente agli anni ‘90 [2], secondo il quale il reato in simili casi era da considerarsi realizzato nel territorio dello Stato, ai sensi dell’art. 6 c.p., quando anche un solo segmento dell’azione che lo costituisce è realizzato in Italia.

La menzionata sentenza della III Sezione appare inoltre ancor più singolare, considerata la progressiva affermazione del principio secondo cui l’art. 4 della legge 350/2003, che ha novellato l’art. 517 c.p., ha condotto ad un rafforzamento della possibilità di intervento repressivo, sulla scorta dell’inciso «mette altrimenti in circolazione», quale modalità materiale di realizzazione dell’ipotesi criminosa.

E così è stato ripetutamente sancito che il reato in questione si perfezion... _OMISSIS_ ...resentazione della merce in dogana per l’immissione nel mercato [3], nonché addirittura, ma in ipotesi di cui all’art. 474 c.p., con la semplice introduzione di prodotti con segni falsi nelle acque territoriali, anche se non risulti superarata la barriera doganale [4].

In tali casi, nel tempo così diversamente affrontati dalla giurisprudenza di legittimità, si può notare come il controllo svolto dall’autorità doganale o di polizia giudiziaria sulla merce contraffatta, in una fase del suo trasporto avvenuta sul territorio dello Stato, interrompa una condotta, che potrebbe essere destinata a sviluppi non univoci, sicché appare certamente preferibile il riferimento ai principi di territorialità e di tipicità con riferimento ad elementi dell’azione, messi a fuoco dal nuovo testo della norma novellata, che consentono di individuare con maggiore sicurezza le condotte rilevanti sul piano penale.

Tanto più che tradizi... _OMISSIS_ ...ntativo, in tali fattispecie, non era considerato ammissibile, trattandosi di reati di pericolo.

Come si è visto, però, la giurisprudenza sembra avere cambiato opinione proprio allorquando, negli anni ’90 [5], iniziò a ritenere che la presentazione per lo sdoganamento di prodotti industriali con segni mendaci, può integrare il reato in questione in forma tentata, poiché essa può essere considerata attività idonea e diretta in modo inequivocabile a porre la merce in circolazione e/o in vendita [6].

Diverso appare il problema allorquando la merce non sia stata ancora presentata allo sdoganamento, ma sia semplicemente individuata all’interno dello spazio territoriale, senza certezza alcuna sull’intenzione di trattenerla stabilmente in Italia, ai fini di una commercializzazione, ovvero di farla solamente transitare oltre confine. Al riguardo si ricorda che la giurisprudenza ritiene che il concetto di «parte della condotta... _OMISSIS_ ...al capoverso dell’art. 6 c.p. debba essere letto nel senso di una porzione, realizzata nel territorio dello Stato, della complessiva sequenza di atti che porta alla integrazione di un delitto tentato o consumato che viene completato all’estero [7].

La Cassazione ha specificato che il concetto di “parte dell’azione” non richiede che essa raggiunga il livello necessario all’integrazione di un tentativo, ma che è sufficiente sia costituita anche da un frammento dell’azione che, collegato concretamente ed unitariamente con le condotte commesse all’estero, possa sostanziarsi in un reato consumato o tentato, quando esso risulti preordinato con valutazione ex post al conseguimento dello scopo del reato [8].

E quindi, in definitiva, alla luce della giurisprudenza presa in considerazione, si deve ritenere che, in forza del principio di territorialità, competa alla giurisdizione italiana la verifica di ... _OMISSIS_ ...si siano manifestate nel territorio dello Stato anche in forme embrionali purché, secondo criteri di rigorosa applicazione del principio di legalità, tali condotte si rivelino penalmente rilevanti quantomeno a livello di reato tentato [9].

Con la riforma dell’Amministrazione Finanziaria, il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 all’art. 57 ha previsto l’istituzione dell’Agenzia delle Dogane con le funzioni svolte dall’ex Dipartimento delle Dogane del Ministero delle Finanze, incluse quelle esercitate in base ai Trattati dell’Unione Europea o ad altri Atti e Convenzioni Internazionali.

In quanto autorità doganale ad essa spettano tutti i compiti attribuitile dalla Legge in materia di dogana, circolazione merci, fiscalità interna connessa agli scambi internazionali e contrasto agli illeciti tributari ed extra-tributari.

Proprio in quest’ultimo ambito, l’Agenzia delle Dogane ha... _OMISSIS_ ...ticolarmente sensibilità al fenomeno delle contraffazioni e recentemente è stata uno degli attori più attivi nel contrasto dei flussi di traffico di merci provenienti dai paesi extracomunitari.