- editore:
Exeo
-
collana:
il penale
- numero in collana:
3
- isbn:
978-88-6907-035-8
- sigla:
FCL08
-
categoria:
MONOGRAFIE
- tipologia:
giuridica
-
genere:
studio applicato
- altezza:
cm 24
- larghezza:
cm 17
- dimensione:
A4
- funzioni permesse:
Stampa: SI - Modifica: SI - Copia/Incolla: SI
- protezione:
digital watermarking
- disponibità:
illimitata
- destinatari:
professionale accademico
-
soggetto:
diritto
INTRODUZIONE
CAPITOLO I
LA NOZIONE DI ‹‹DISASTRO›› NEL CODICE PENALE
1. Nozione di ‹‹ambiente››
2. Fonti e principi del diritto ambientale
3. Cenni storici dei reati penali sull’ambiente
4. Il disastro nel codice Zanardelli
5. Il disastro nel codice attuale: le norme
CAPITOLO II
GLI ARTICOLI 434 e 449 DEL CODICE PENALE
1. Considerazioni generali e bene giuridico
2. Struttura delle incriminazioni
3. Il soggetto attivo
4. Elemento materiale: condotta, evento e nesso di causalità
5. Elemento soggettivo
6. Novità legislative: la nuova proposta di legge in materia di ecoreati
CAPITOLO III
PROFILI DI INDETERMINATEZZA NEL C.D. DISASTRO INNOMINATO
1. La dilatazione della nozione di disastro
2. La nozione di disastro come elemento normativo
3. L’ordinanza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere del 2006
4. La risposta della Corte Costituzionale nella sentenza n.327 del 2008
7. Conclusioni
BIBLIOGRAFIA
GIURISPRUDENZA
SITOGRAFIA
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L’opera ‹‹Il disastro ambientale: da Seveso all’Ilva di Taranto››
ricompresa nella collana ‹‹Il Penale›› a cura di Francesco Clementi, si
suddivide in quattro capitoli distinti dedicati, nell’ordine, alla
nozione di disastro nel codice penale, agli articoli 434 e 449 c.p., ai
profili di indeterminatezza del c.d. disastro innominato e infine,
l’ultimo capitolo, alla casistica giurisprudenziale sul disastro
ambientale.
L’ambiente è una tematica importante nel diritto penale ed è divenuto
oggetto di discussione quotidiana, in seguito allo sviluppo delle nuove
tecnologie e ai danni provocati dalle stesse.
Il testo, partendo dalla diverse accezioni che caratterizzano la
nozione ambiente e dalle fonti e principi del diritto ambientale,
sottolinea come per molti anni si è assistito ad una carenza nel
contrasto dei vari disastri ecologici. Una lacuna del nostro sistema
che è stata colmata, in via analogica, attraverso il ricorso alla
formula ‹‹altro disastro›› e specificatamente con l’utilizzo degli
articoli 434 e 449 del codice penale.
In particolare, il terzo capitolo descrive l’elasticità e
l’indeterminatezza della formula sopra richiamata, in quanto non è dato
rinvenire, dagli articoli del codice penale, elementi oggettivi e
soggettivi utili a dare una definizione precisa al c.d. disastro
innominato; in particolare, esso è divenuto lo strumento per
colmare qualsiasi carenza nella tutela dell’incolumità pubblica
(emissioni di sostanze tossiche, incidenti automobilistici, rifiuti
pericolosi).
Il capitolo conclusivo mette in rilievo alcuni disastri che hanno avuto
e purtroppo continuano ad avere gravi conseguenze sulle persone e
sull’ambiente: si pensi al sito inquinato di Porto Marghera e alle
numerosi morti provocate dalle lavorazioni del CVM e PVC; all’emissione
di materiale altamente tossico come è avvenuto nello stabilimento di
Seveso e nell’Ilva di Taranto; al mesotelioma pleurico provocato dalla
polvere di amianto; all’inquinamento con i rifiuti illeciti, non
facilmente eliminabile con le normali opere di bonifica.