APPRENDISTATO

Stai vedendo 430-408 di 2612 risultati

Le concessioni delle acque minerali e termali

Le acque minerali e termali sono considerate una «merce», come tale destinata al consumo (a seguito di imbottigliamento e sfruttamento commerciale, nel caso delle acque minerali) o all’utilizzo di massa (tramite la creazione di apposite strutture per la fruizione, come nel caso delle acque termali). In entrambi i casi tali attività sono comunque sottoposte a uno specifico regime autorizzatorio e concessorio.

La nuova disciplina delle concessioni idroelettriche

Il D.L. n. 135/2018 ha disposto il trasferimento alle Regioni della proprietà delle opere che caratterizzano le concessioni idroelettriche. In particolare, si dispone il trasferimento a titolo gratuito delle c.d. opere bagnate (dighe e condotte) e la corresponsione di un prezzo da quantificare al netto dei beni ammortizzati per le c.d. opere asciutte (i beni materiali).

Gli obblighi cui è sottoposto il concessionario di una grande derivazione d’acqua

I concessionari di grandi derivazioni di acque devono corrispondere il canone alla P.A. concedente ogni sei mesi. Il canone deve essere determinato dalla legge regionale, sentita l’A.R.E.R.A. e viene articolato in una componente fissa, legata alla potenza nominale media di concessione, e in una componente variabile, calcolata come percentuale dei ricavi normalizzati, sulla base del rapporto fra la produzione dell’impianto, al netto dell’energia fornita alla regione, ed il prezzo zonale.

Le sentenze dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato nn. 17 e 18/2021

Le norme legislative nazionali che hanno disposto (e che in futuro dovessero ancora disporre) la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative – compresa la moratoria introdotta in correlazione con l’emergenza epidemiologica da Covid-19 - sono in contrasto con il diritto eurounitario, segnatamente con l’art. 49 T.F.U.E. e con l’art. 12 della direttiva 2006/123/CE. Tali norme, pertanto, non devono essere applicate né dai giudici né dalla p.a.

L’espropriazione dei beni culturali

La disciplina dell’espropriazione nell’ambito della legislazione di tutela dei beni culturali assolve nello stesso tempo a finalità di tutela (conoscenza, conservazione e protezione della cosa) e di fruizione/valorizzazione (migliore fruibilità pubblica e miglioramento delle condizioni di tutela).

L’acquisto dei beni culturali in via di prelazione (art. 59 del D.lgs. n. 42/2004)

Presupposto per l’acquisto del bene culturale in via di prelazione è l’avvenuta denuncia ai sensi dell’art. 59 del D.lgs. n. 42/2004. La prelazione può infatti esercitarsi entro 60 giorni dalla data di ricezione della denuncia ovvero, nel caso in cui la denuncia sia stata omessa o presentata tardivamente oppure risulti incompleta, la prelazione è esercitata nel termine di 180 giorni dal momento in cui il Ministero ha ricevuto la denuncia tardiva o ne ha comunque acquisito tutti gli elementi.

La fruzione e la valorizzazione dei beni culturali

La pubblica fruibilità di un bene culturale, attenendo alla sua valorizzazione, è finalità non prevalente, ma subordinata alla conservazione, cioè alle esigenze di tutela, come vuole la previsione di chiusura dell’art. 6, comma 2, del Codice dei beni culturali: invertire questo rapporto realizza sia una violazione della stessa regola generale, sia uno sconfinamento nella discrezionalità che in ipotesi (e ferma la regola medesima) spetterebbe comunque all’Amministrazione.

Definizioni e natura del canone concessorio

Il canone demaniale rappresenta il corrispettivo del godimento del bene pubblico, poiché l’attribuzione a privati dell’utilizzazione di beni del demanio o del patrimonio indisponibile della Stato o dei Comuni, quale sia la terminologia adottata dalla convenzione ed ancorché essa presenti elementi privatistici, è sempre riconducibile, ove non risulti diversamente, alla figura della concessione-contratto.

La determinazione del canone per le concessioni demaniali marittime

Il codice della navigazione, all’art. 39, afferma che «la misura del canone è determinata dall’atto di concessione», e, successivamente, che «nelle concessioni a enti pubblici o privati, per fini di beneficenza o per altri fini di pubblico interesse, sono fissati canoni di mero riconoscimento del carattere demaniale dei beni».

Il canone dovuto per la concessione di occupazione del suolo pubblico

Il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche è stato istituito dall’art. 63 del d.lgs. n. 446/1997, che ha previsto come sia le province sia i comuni abbiano potestà regolamentare in materia di canone per l’occupazione del suolo pubblico.

I canoni concessori nelle ipotesi di servitù di elettrodotto e per gli impianti di telecomunicazioni

Il canone concessorio per le servitù di elettrodotto o per le condutture elettriche non può che essere quello stabilito dal legislatore statale, anche in considerazione del fatto che l’art. 1 sexies del D.L. 239/2003 afferma testualmente che «la costruzione e l’esercizio degli elettrodotti facenti parte della rete nazionale di trasporto dell’energia elettrica sono attività di preminente interesse statale», con ciò evitando ogni possibile margine di discrezionalità in capo alle varie P.A.

L'imposizione di canoni concessori per l'utilizzo del demanio idrico

L’imposizione di canoni di concessione per il demanio idrico è prevista dalla legge statale – D.lgs. n. 112 del 1998 – che conferisce alle Regioni non solo le funzioni inerenti alla gestione dello stesso, ma altresì i compiti amministrativi di determinazione e di introito dei canoni.

Pagina 34 di 218 34 40 70 110 150 180