DOMANDA

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Inderograbilità del principio di alternatività tra ricorso straordinario e ricorso giurisdizionale all'atto amministrativo

Il principio di alternatività espresso nell’art. 8, comma 2, del d. P. R. n. 1199/1971 e nell’art. 20, comma 4, della L. n. 1034/1971, non può esser derogato in virtù di una presunta differente natura degli atti, rispettivamente impugnati con il ricorso straordinario e con quello proposto in sede giurisdizionale, rispettivamente inerenti all’approvazione dei progetti – preliminare ed esecutivo – (il primo), ed al successivo, e distinto, decreto di esproprio (il secondo)

"Riduzione in pristino stato" quale risarcimento danni per occupazione illegittima

Rientra nella facoltà dell'amministrazione laddove ciò risulti meglio rispondere all’interesse pubblico, restituire ai proprietari i terreni occupati, nello stato in cui versavano al momento dell’occupazione, pur a fronte di domanda risarcitoria per equivalente da parte del proprietario.

Una soluzione negoziale-transattiva come alternativa alla restituzione dell'area

In ipotesi di mancata conclusione del procedimento, qualora il proprietario non abbia chiesto la restituzione del terreno occupato, sussiste l’obbligo per l’Amministrazione di risarcire il proprietario dei danni subiti, oltre che di procedere secondo le forme di legge all’acquisizione in proprietà della strada.

La restituzione in pristino ovvero il risarcimento in forma specifica

Sebbene la restituzione in pristino costituisca modalità di risarcimento in forma specifica e sia sottratta al limite della lesione di un diritto reale, tuttavia il ripristino della situazione possessoria, attraverso il rimedio della tutela ex art. 2058 cod. civ., non può surrogare, al di fuori dei limiti in cui il possesso è tutelato dal nostro ordinamento, un'azione di spoglio oramai impraticabile.

L'usucapione ventennale quale termine per agire contro l'occupazione illegittima

In mancanza di un apposito atto (legittimo) di acquisizione dell'area illegittimamente occupata, la condotta dell'ente pubblico occupante continua a mantenere i connotati d'illiceità in quanto ingiustificatamente lesiva del diritto di proprietà che permane in capo al privato proprietario il quale, entro il termine generale dell'usucapione ventennale, può agire per la restituzione del bene.

La condanna della P.A. al risarcimento del danno per occupazione con equivalente monetario

Nella domanda di condanna dell'Amministrazione al risarcimento del danno per equivalente monetario conseguente all'annullamento degli atti della procedura, va ravvisata una implicita ma inequivocabile rinuncia ad avvalersi dell’effetto caducante provocato dall'annullamento che avrebbe invece consentito di formulare eventuale richiesta di un risarcimento in forma specifica (restitutio in integrum), qualora ne sussistessero i presupposti.

Attribuzione degli interessi legali sulla somma liquidata a titolo di risarcimento danni per occupazione illegittima

Gli interessi legali sulla somma liquidata a titolo di risarcimento del danno decorrono di diritto ed il giudice può attribuirli d'ufficio in assenza di una specifica domanda della parte, senza incorrere nel vizio di ultra petizione, quando questa abbia chiesto il risarcimento integrale del danno.

In caso di occupazione illegittima, è possibile presentare più domande risarcitorie da parte di soggetti diversi in un'unico ricorso?

La realizzazione di un'opera pubblica su un fondo oggetto di legittima occupazione in via di urgenza, non seguita dal perfezionamento della procedura espropriativa, costituisce un mero fatto, non in grado di assurgere a titolo dell'acquisto. Con la domanda di risarcimento del danno il privato intende patrimonializzare il suo diritto alla restituzione di esso, rinunciando ad esso mediante la corresponsione dell'equivalente monetario del bene.

L'applicabilità dell'art. 30 cod. proc. amm. ai fatti precedenti la sua entrata in vigore

In materia di risarcimento del danno da provvedimento illegittimo, l'applicabilità dell'art. 30 cod. proc. amm. a far data dalla sua entrata in vigore, non permette che si possa far ricorso alla stessa disposizione per definire quelle fattispecie risalenti ad un’ epoca anteriore.

L'appartenenza a più comproprietari del fondo espropriato implica solidarietà attiva in un unico credito risarcitorio?

L'espropriazione o l'occupazione illegittima di un fondo appartenente a più comproprietari non implica solidarietà attiva in un unico credito risarcitorio, ma comporta l'insorgenza dell'autonomo diritto di ciascuno di detti comproprietari al ristoro del pregiudizio verificatosi nel rispettivo patrimonio, e la possibilità per ciascuno di essi di agire in giudizio per il risarcimento del danno nei limiti della quota di comproprietà del bene.

Circostanze e condizioni di liquidazione del risarcimento danni da occupazione illegittima

E' ammissibile la domanda risarcitoria proposta prima del decorso del termine di occupazione legittima, poiché la sussistenza del diritto fatto valere in giudizio si atteggia non già come presupposto processuale, bensì come condizione di accoglimento della domanda, la quale deve essere accolta se al momento della decisione il diritto sia sorto, sebbene i suoi elementi costitutivi siano venuti a concorrere solo in corso di causa.

Risarcimento per l'inosservanza dei termini del procedimento ablatorio

Alla luce del disposto di cui alla L. n. 69/2009 la domanda tendente ad ottenere il risarcimento del danno ingiusto derivato dall’inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento può essere proposta dinanzi al G.A, subito dopo la scadenza del termine normativamente previsto per la conclusione del procedimento amministrativo, senza necessità della previa declaratoria d'illegittimità del silenzio-rifiuto serbato dalla P.A.

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