ABUSI DEI PRIVATI SUI BENI PUBBLICI

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profili penalistici

Carano, Giulio

03 luglio 2013

pdf  / 140 Pagine in formato libro (17X24 cm)

Disamina dei profili penalistici conseguenti alle attività abusive dei privati sui beni pubblici, che il lettore troverà preceduta da una preliminare trattazione dell’annosa questione relativa ai beni pubblici, in cui viene trattato il regime codicistico attualmente vigente, ma anche tracciate le prospettive di riforma idonee a semplificare l’intricato mondo dei beni demaniali, beni del patrimonio indisponibile e beni del patrimonio disponibile.Ciò posto, l’opera esamina alcune delle più rilevanti fattispecie penali che possono essere integrate in danno dei beni pubblici, anche rinvenibili al di fuori del codice penale vigente. Si è quindi evidenziato come, per ragioni attinenti alla natura collettiva dei beni coinvolti, il legislatore abbia approntato una tutela tanto più decisa quanto più esposto all’abuso risulti il medesimo bene.

30,00

  • editore: Exeo
  • collana: patrimoniopubblico
  • numero in collana: 5
  • isbn: 978-88-97916-65-9
  • sigla: PL18
  • categoria: MONOGRAFIE
  • tipologia: giuridica
  • genere: studio applicato
  • altezza: cm 24
  • larghezza: cm 17
  • dimensione: A4
  • funzioni permesse: Stampa: SI - Modifica: SI - Copia/Incolla: SI
  • protezione: digital watermarking
  • disponibità: illimitata
  • destinatari: professionale accademico
  • soggetto: diritto
INTRODUZIONE
CAPITOLO I
I BENI PUBBLICI: ACQUISTO, USO E PERDITA DA PARTE DELLA P.A.
1.    Definizione di bene pubblico
2.    Categorie di beni pubblici: classificazione tradizionale e classificazione funzionale
3.    Beni demaniali
4.    (segue) regime giuridico dei beni demaniali; acquisto e perdita del carattere della demanialità
5.    I beni del patrimonio indisponibile
6.    (segue) regime giuridico dei beni del patrimonio indisponibile
7.    I beni del patrimonio disponibile
8.    (segue) regime giuridico dei beni del patrimonio disponibile
9.    Diritti reali della Pubblica Amministrazione sui beni altrui: le servitù prediali, i diritti di uso pubblico; gli usi civici
10.    I mezzi di tutela
11.    Cenni sui modi di acquisto della proprietà da parte della P.A.; in particolare l’esproprio, l’occupazione appropriativa e l’occupazione usurpativa
CAPITOLO II
PROFILI PENALISTICI
1.    Premessa
2.    Art. 1161 Cod. nav.: il reato di occupazione abusiva di area demaniale; il bene giuridico tutelato
2.1. (segue) elemento oggettivo
2.2. (segue) elemento soggettivo
2.3. (segue) momento consumativo
2.4 (segue) il reato di innovazioni abusive su beni demaniali
2.5 (segue) confisca, ordine di demolizione, sequestro preventivo
2.6 (segue) rapporti tra il reato ex art. 1161 cod. nav., l’illecito amministrativo ex art. 1164 cod. nav. ed altre fattispecie di reato
3.    Art. 423 c.p.: il reato di incendio; il bene giuridico tutelato; l’aggravante ex art. 425 c.p.
3.1. (segue) elemento oggettivo
3.2. (segue) elemento soggettivo
3.3. (segue) momento consumativo
3.4. (segue) rapporti con altre fattispecie di reato, in particolare con il danneggiamento; circostanze aggravanti
4.    Art. 632 c.p.: i reati di deviazione di acque e di modificazione dello stato dei luoghi; il bene giuridico tutelato
4.1. (segue) deviazione di acque: elemento oggettivo
4.2. (segue) deviazione di acque: elemento soggettivo
4.3. (segue) deviazione di acque: momento consumativo
4.4. (segue) modificazione dello stato dei luoghi: elemento oggettivo
4.5. (segue) modificazione dello stato dei luoghi: elemento soggettivo e momento consumativo - rinvio
4.6. (segue) deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi: rapporti con altre fattispecie di reato; mutamento del regime di procedibilità; circostanza aggravante
5.    Art. 633 c.p.: il reato di invasione di terreni o edifici; il bene giuridico tutelato
5.1. (segue) elemento oggettivo
5.2. (segue) elemento soggettivo
5.3. (segue) momento consumativo
5.4. (segue) rapporti con altre fattispecie di reato; circostanze aggravanti; mutamento del regime di procedibilità
6.    Art. 635 c.p.: il reato di danneggiamento; il bene giuridico tutelato
6.1. (segue) elemento oggettivo
6.2. (segue) elemento soggettivo
6.3. (segue) momento consumativo
6.4. (segue) rapporti con altre fattispecie di reato
7.    Art. 636 c.p.: il reato di introduzione o abbandono di animali nel fondo altrui e il reato di pascolo abusivo; il bene giuridico tutelato
7.1. (segue) elemento oggettivo
7.2. (segue) elemento soggettivo
7.3. (segue) momento consumativo; circostanze aggravanti
7.4. (segue) rapporti con altre fattispecie di reato
8.    Art. 639bis c.p.: beni pubblici ed esclusione del regime di procedibilità a querela
BIBLIOGRAFIA
GIURISPRUDENZA
SITOGRAFIA

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La presente opera svolge una disamina dei profili penalistici conseguenti alle attività abusive dei privati sui beni pubblici.
In tale prospettiva, è stata svolta una preliminare - e necessaria - trattazione dell’annosa questione relativa ai beni pubblici, mediante la quale ne viene tracciato il regime codicistico attualmente vigente - caratterizzato dalla tripartizione tra beni demaniali, beni del patrimonio indisponibile e beni del patrimonio disponibile, prospettando l’esigenza di una riforma idonea a semplificarne il quadro.
Ciò posto, l’opera esamina alcune delle più rilevanti fattispecie penali che possono essere integrate in relazione ai beni pubblici, anche rinvenibili al di fuori del codice penale vigente.
Il presente studio, infatti, non si è limitato alla trattazione dei soli delitti contro l’incolumità pubblica e contro il patrimonio previsti dal codice penale, estendendo infatti la disamina agli illeciti previsti dal codice della navigazione, anche alla luce della loro notevole frequenza casistica.
Se il punto di partenza è costituito dalla norma codicistica, vero fulcro dello studio è costituito dalla giurisprudenza, che rappresenta il mezzo di comparazione delle fattispecie di reato e lo strumento per valutarne l’evoluzione rispetto al contesto storico normativo.
Si è quindi evidenziato come, per ragioni attinenti alla natura collettiva dei beni coinvolti, il legislatore abbia approntato una tutela tanto più decisa quanto più esposto all’abuso risulti il medesimo bene.
Non a caso lo studio si conclude con la disamina dell’art. 639bis c.p., norma attraverso la quale il legislatore ha approntato il mutamento del regime di procedibilità per alcuni importanti reati contro il patrimonio, ove abbiano ad oggetto beni pubblici o in uso pubblico, in carenza di una specifica disciplina prevista, invece, per altre fattispecie di reato come il danneggiamento o l’incendio.

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I beni pubblici, stante la norma codicistica, vengono suddivisi dal legislatore sulla base di una tripartizione che vede I - i beni demaniali, di cui agli artt. 822 - 825 c.c., individuabili sulla base dell’elenco di cui all’art. 822 c.c. (cd. tassatività per tipi); II - i beni patrimoniali indisponibili, categoria residuale rispetto a quella demaniale, composta da beni di appartenenza pubblica e destinati al pubblico interesse; III - i beni del patrimonio disponibile, non destinati al soddisfacimento in via diretta del pubblico interesse. A ciascuna di queste categorie si accompagna un regime giuridico.
A ciascuna delle categorie di bene pubblico si accompagna un diverso regime giuridico e circolatorio. I beni del demanio sono caratterizzati dalla regola generale dell’inalienabilità; regola che trova numerose eccezioni, ad esempio in materia di beni culturali o nei casi di sdemanializzazione (T.U. sull’espropriazione). I beni del patrimonio indisponibile sono privi di un regime unitario, che va ricercato caso per caso, in ragione delle specificità del bene. I beni del patrimonio disponibile sono destinati a circolare secondo le regole privatistiche: pertanto la loro cessione in godimento potrà avvenire con contratto di locazione e non con concessione amministrativa. Il quadro sin qui delineato subirà delle importanti modificazioni alla luce del D. Lgs. n. 85/2010, rivolto all’attuazione del federalismo fiscale.
La tutela penale prevista dal legislatore in relazione ai reati commessi sui beni pubblici è rinvenibile essenzialmente in due fonti: da un lato il codice della navigazione, che all’art. 1161 prevede due fattispecie di reato - l’occupazione abusiva di bene demaniale e le innovazioni abusive su beni demaniali - e una sanzione amministrativa; dall’altro lato il codice penale, che prevede reati contro l’incolumità pubblica - incendio, danneggiamento seguito da incendio ecc. - e reati contro il patrimonio - deviazione di acque, modificazione dello stato dei luoghi, invasione, danneggiamento, ecc. Nella presente opera si è scelto, stante la sostanziale autonomia della materia, di non trattare dei reati edilizi e ambientali; ciò anche in ragione della complessità della materia, che avrebbe finito per snaturare l’opera così come era stata concepita.
Il bene pubblico trova una diversa tutela in ciascuna fonte. Nell’ambito del codice della navigazione, in particolare all’art. 1161, viene tutelato il bene demaniale marittimo, escludendo la penale rilevanza la condotta occupativa o innovativa che verta su beni pubblici di diversa categoria. Nell’ambito del codice penale, la tutela del bene pubblico avviene in via diversa, mediante un sistema di circostanze aggravanti - che modifichi il regime sanzionatorio o il regime di procedibilità - che viene in funzione ove la condotta delittuosa abbia come oggetto materiale un bene pubblico, previsto - rispettivamente - per i reati contro l’ordine pubblico all’art. 425, per i reati contro il patrimonio dall’art. 639bis. Il reato di danneggiamento prevede al proprio interno una specifica circostanza aggravante, di cui al n. 3, II comma, art. 635 c.p.
Si è visto quindi che quella di bene pubblico non è categoria unitaria, vigendo ancora la tripartizione prevista dal legislatore del 1942, nonostante numerose proposte – e richieste – di riforma. La tutela penale, viceversa, è essenzialmente fondata sulla nozione di bene pubblico e di destinazione all’uso pubblico; solo con il codice della navigazione v’è una specifica tutela per i beni demaniali. Pertanto, il nostro sistema penale tutela già il bene pubblico in ragione delle sue caratteristiche, più che della sua appartenenza, ma in caso di riforma della nozione di bene pubblico a livello civilistico, il sistema sanzionatorio e penale andrebbe coordinato, soprattutto in relazione al codice della navigazione.

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