IL FEDERALISMO DEMANIALE

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Il principio patrimoniale del federalismo fiscale

Antoniol, Marco

27 ottobre 2010

pdf  / 448 Pagine in formato libro (17X24 cm)

L'opera analizza il d.lgs. 28 maggio 2010, n. 85, comunemente detto «federalismo demaniale». Prendendo le mosse dal dato costituzionale di riferimento e tenendo sempre presente l’evoluzione degli schemi preliminari, il d.lgs. 85/10 viene fatto oggetto di una lettura critica di stampo operativo, evidenziando e chiarendo gli aspetti più problematici di un testo dai contenuti altamente tecnici. Dopo aver delineato l’insieme dei beni trasferibili, l’analisi si sofferma prima sui tre momenti fondamentali della procedura devolutiva ordinaria e poi sulle quattro procedure speciali che completano il fenomeno devolutivo. Di quest’ultimo si descrivono gli effetti tipici, concludendo con un quadro riassuntivo degli aspetti positivi e negativi del federalismo demaniale.

40,00

  • editore: Exeo
  • collana: patrimoniopubblico
  • numero in collana: 2
  • isbn: 978-88-95578-14-9
  • sigla: PL07
  • categoria: MONOGRAFIE
  • tipologia: giuridica
  • genere: studio applicato
  • altezza: cm 24
  • larghezza: cm 17
  • dimensione: A4
  • funzioni permesse: Stampa: SI - Modifica: SI - Copia/Incolla: SI
  • protezione: digital watermarking
  • disponibità: illimitata
  • destinatari: professionale accademico
  • soggetto: diritto

CAP. I - INTRODUZIONE (p.9)

1. Definizione di federalismo demaniale
2. Piano dell'opera

CAP. II - ANALISI DELLE FONTI (p.13)

SEZ. I - GENERALITÀ

1. Premessa: un quadro d'insieme

SEZ. II - IL DATO COSTITUZIONALE DI RIFERIMENTO

2. L'art. 119 Cost.: evoluzione storica
3. Il primo periodo dell'ultimo comma dell'art. 119 Cost.: questioni interpretative

SEZ. III - LA LEGGE DELEGA

4. L'iter legislativo
5. L'oggetto della delega
6. Principi e criteri direttivi: osservazioni generali
7. Il principio e criterio direttivo specifico relativo al federalismo demaniale: iter legislativo, struttura e contenuti fondamentali
8. Il tempo a disposizione del Governo
9. La procedura descritta dalla legge delega ed il suo concreto svolgimento in occasione del federalismo demaniale

CAP. III - I BENI TRASFERIBILI (p.43)

SEZ. I - GENERALITÀ

1. Le indicazioni esplicite ed implicite della legge delega: criteri generali e questione mobiliare
2. I beni trasferibili secondo il decreto delegato: primi rilievi critici
3. L'inciso di apertura: questione regionale e questione mobiliare
4. I beni statali: le principali tipologie

SEZ. II - I BENI DEL DEMANIO DELLO STATO

5. I beni demaniali in generale
6. Il demanio marittimo
7. Il demanio idrico
8. Il demanio aeronautico
9. Il demanio militare e culturale: rinvio
10. Le tipologie demaniali non oggetto di specifiche esclusioni

SEZ. III - I BENI DEL PATRIMONIO DELLO STATO

11. I beni patrimoniali in generale
12. I beni patrimoniali oggetto di specifiche esclusioni: i beni degli organi di rilevanza costituzionale ed il patrimonio minerario
13. I beni patrimoniali non oggetto di specifiche esclusioni

CAP. IV - LA PROCEDURA DEVOLUTIVA ORDINARIA (p.91)

SEZ. I - GENERALITÀ

1. Premessa: le indicazioni della legge delega
2. I momenti della procedura attuativa
3. Procedura devolutiva ordinaria e procedure speciali.

SEZ. II - IL MOMENTO DI ESCLUSIONE DEI BENI

4. Oggetto del momento di esclusione: profili generali
5. Beni suscettibili di esclusione per ragioni funzionali
6. Beni suscettibili di esclusione per ragioni tipologiche
7. L'iniziativa del procedimento di esclusione
8. Istruttoria, definizione e revisione dell'esclusione

SEZ. III - IL MOMENTO DI SELEZIONE DEI BENI

9. La centralità del momento selettivo
10. I due antecedenti logico-giuridici del momento selettivo
11. Aspetti procedurali del momento selettivo
12. I due effetti principali del momento selettivo

SEZ. IV - IL MOMENTO DI ATTRIBUZIONE DEI BENI

13. Il carattere sussidiario del momento attributivo
14. L'iniziativa del momento attributivo
15. Istruttoria e definizione del momento attributivo
16. La sorte dei beni inoptati: struttura e funzione del patrimonio federale

CAP. V - LE PROCEDURE DEVOLUTIVE SPECIALI (p. 157)

SEZ. I - LA DEVOLUZIONE DI BENI DEL DEMANIO IDRICO, MARITTIMO E MINERARIO

1. La speciale procedura dettata per i beni destinati ex lege: profili generali
2. Ambito applicativo della procedura speciale: demanio marittimo, idrico e minerario
3. Gli enti destinatari dei beni riservati ex lege
4. Conseguenze procedimentali della destinazione ex lege

SEZ. II - LA DEVOLUZIONE DI BENI MILITARI

5. L'attribuzione dei beni militari: profili generali
6. Presupposti e procedimento dell'attribuzione di beni militari
7. Il problema dell'ammissibilità della procedura ordinaria per i beni militari

SEZ. III - LA DEVOLUZIONE DI BENI CULTURALI

8. Il trasferimento dei beni culturali: profili generali
9. Presupposti e procedimento del trasferimento di beni culturali
10. Il problema dell'ammissibilità della procedura ordinaria per i beni culturali

SEZ. IV - I DECRETI BIENNALI DI ATTRIBUZIONE

11. La ripetizione ciclica del federalismo demaniale: profili generali
12. Struttura fondamentale del meccanismo di devoluzione periodica
13. Il doppio ambito applicativo dei decreti biennali di attribuzione
14. Aspetti procedurali del meccanismo di devoluzione periodica

CAP. VI - GLI EFFETTI DEL FEDERALISMO DEMANIALE (p.199)

SEZ. I - GENERALITÀ

1. Premessa: gli effetti del federalismo demaniale

SEZ. II - EFFETTI PRINCIPALI

2. Proprietà e possesso del bene trasferito
3. Continuità dello stato di diritto e sdemanializzazione ex lege
4. La continuità dello stato di fatto del bene trasferito
5. Il subentro nei rapporti giuridici

SEZ. III - EFFETTI PATRIMONIALI

6. La gratuità del trasferimento ed i suoi corollari
7. L'altra faccia della gratuità: la riduzione dei trasferimenti erariali

SEZ. IV - EFFETTI DI POLITICA ECONOMICA

8. La valorizzazione dei beni trasferiti: profili generali
9. Il programma di valorizzazione: modalità di scelta e sanzioni per l'inadempimento
10. La valorizzazione a vantaggio diretto della comunità
11. La valorizzazione indirettamente vantaggiosa per la comunità: profili generali
12. Il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari (PAVI)
13. L'alienazione del bene: presupposti e limiti
14. I fondi comuni di investimento
15. La ripartizione delle entrate da alienazione o conferimento

CAP. VII - CONCLUSIONI (p.261)

SEZ. I - PROFILO CRITICO DEL FEDERALISMO DEMANIALE

1. Critiche sistematiche
2. Aspetti critici dell'ambito applicativo
3. Aspetti critici della procedura devolutiva ordinaria
4. Aspetti critici delle procedure devolutive speciali
5. Aspetti critici degli effetti del federalismo demaniale

SEZ. II - PROFILO VIRTUOSO DEL FEDERALISMO DEMANIALE

6. Aspetti virtuosi dell'ambito applicativo
7. Aspetti virtuosi procedimentali
8. Aspetti virtuosi negli effetti del federalismo demaniale
9. Virtù generali: valorizzazione e concertazione

ALLEGATI (p.283)

All. 1. Art. 119 Cost - testo originario e testo vigente a confronto
All. 2. Legge 5 maggio 2009, n. 42 - Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione
All. 3. Schema di decreto legislativo 17 dicembre 2009 - Attribuzione a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni di un loro patrimonio, ai sensi dell'articolo 19 della legge 5 maggio 2009, n. 42
All. 4. Presidenza del Consiglio dei Ministri - Comunicato del 17 dicembre 2009 (estratto)
All. 5. Relazione tecnica sullo schema di decreto legislativo 17 dicembre 2009
All. 6. ANCI - Prime Proposte Emendative del 22 gennaio 2010
All. 7. ANCI - Nota illustrativa del 25 gennaio 2010
All. 8. Conferenza Stato - città ed autonomie locali
Parere del 4 marzo 2010
All. 9. Schema di decreto legislativo 12 marzo 2010 - Attribuzione a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni di un loro patrimonio, ai sensi dell'articolo 19 della legge 5 maggio 2009, n. 42
All. 10. Consiglio dei Ministri - Relazione del 12 marzo 2010
All. 11. Camera dei Deputati - Commissione Bilancio, tesoro e programmazione - Parere del 19 maggio 2010
All. 12. Senato della Repubblica - Commissione programmazione economica e bilancio - Parere del 19 maggio 2010
All. 13. Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale - Parere del 19 maggio 2010
All. 14. Presidenza del Consiglio dei Ministri
Comunicato del 20 maggio 2010 (estratto)
All. 15. Decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85 - Attribuzione a comuni, province, città metropolitane e regioni di un proprio patrimonio, in attuazione dell’articolo 19 della legge 5 maggio 2009, n. 42
All. 16. Dossier parlamentare di documentazione
del 30 giugno 2010
All. 17. ANCI - Nota di Lettura del federalismo demaniale
All. 18. Agenzia del demanio - Circolare del 24 giugno 2010
All. 19. Agenzia del demanio - Circolare del 26 luglio 2010
All. 20. Agenzia del demanio - Circolare del 17 settembre 2010

BIBLIOGRAFIA (p.447)

SITOGRAFIA (p.447)

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Rivolgendosi sia agli operatori del settore che ai cultori della materia, il saggio monografico contestualizza ed analizza il d.lgs. 28 maggio 2010, n. 85, che disciplina il c.d. «federalismo demaniale», intendendosi con questa locuzione il fenomeno devolutivo che consiste nel trasferimento agli enti territoriali di beni di proprietà dello Stato. La contestualizzazione del decreto prende le mosse dal fatto che esso costituisce atto di esercizio della delega nota come «federalismo fiscale», che è dichiaratamente attuativa dell'art. 119 Cost.. Di conseguenza, l'opera si sofferma sull'analisi del dato costituzionale di riferimento, confrontando il testo originario dell'art. 119 Cost. con la sua versione attuale. Dopodiché, e sempre in via di contestualizzazione, viene descritta per sommi capi la legge 5 maggio 2009, n. 42, contenente le deleghe attuative del federalismo fiscale. Prendendo spunto dalla complessa procedura di adozione dei decreti delegati contemplata da questa legge, in particolare, la monografia passa a descrivere l'iter legislativo che ha portato al d.lgs. 85/2010. Entrando poi nel merito del fenomeno devolutivo, di questo viene descritto dapprima l'ambito applicativo, individuando i beni suscettibili di trasferimento: sono dunque analizzate le singole tipologie di beni previste dall'art. 5 del d.lgs. 85/2010, anche al fine di chiarire i notevoli punti critici di questa disposizione di difficile lettura. Successivamente, l'opera descrive la procedura attuativa ordinaria del federalismo demaniale, contrapponendo tre momenti fondamentali: il momento di esclusione dei beni non trasferibili, quello di selezione dei beni trasferibili e quello di attribuzione dei beni agli enti territoriali, tutti analizzati in modo compiuto e ragionato. La procedura ordinaria così descritta è poi confrontata con quattro sequenze procedimentali speciali, rispettivamente dedicate ai beni militari, ai beni culturali, ai beni destinati ex lege a Regioni o Province ed alla ripetizione ciclica del federalismo demaniale. A questo punto, nell'opera si dà conto degli effetti della procedura devolutiva, che sono distinti in tre gruppi, a seconda della possibile qualificazione in termini di conseguenze naturali, patrimoniali o di politica economica: su questi ultimi ci si sofferma con particolare attenzione, individuando nella valorizzazione dei beni il pilastro su cui poggia l'intero fenomeno devolutivo. L'analisi, peraltro accompagnata da una fitta rete di note e da una ventina di allegati, si conclude con un quadro generale sulla procedura devolutiva di cui al d.lgs. 85/2010, evidenziandone i principali punti critici ma senza rinunciare, per converso, a sottolinearne gli aspetti più virtuosi.

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Per «federalismo demaniale» si intende quel fenomeno devolutivo, accessorio al federalismo fiscale, che consiste nel trasferimento agli enti territoriali di beni di proprietà dello Stato. Tale fenomeno devolutivo prende le mosse dalla legge 5 maggio 2009, n. 42 (recante Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione), si sviluppa con il d.lgs. 28 maggio 2010, n. 85 (recante Attribuzione a comuni, province, città metropolitane e regioni di un proprio patrimonio, in attuazione dell'articolo 19 della legge 5 maggio 2009, n. 42) e culmina con i vari D.P.C.M. che attuano concretamente il trasferimento di cespiti agli enti territoriali.
Il trasferimento si ispira al principio di universalità, perché possono essere trasferiti tutti i beni non espressamente esclusi dal trasferimento. Nel dettaglio, però, l’art. 5 d.lgs. 85/2010 evidenzia alcuni beni espressamente trasferibili e segnatamente i beni del demanio marittimo, del demanio idrico, del demanio aeroportuale e del patrimonio minierario statale. Queste previsioni hanno il chiaro scopo di ritagliare, all’interno di tali tipologie, degli specifici beni che non possono essere trasferiti.
Alcuni beni non possono essere trasferiti. Tra essi ad esempio i principali aeroporti, gli edifici in uso alle pubbliche amministrazioni, le reti stradali di interesse statale ed i parchi principali. Per l’esclusione dal trasferimento, tuttavia, deve essere attivato uno specifico procedimento disciplinato dal d.lgs. 85/2010.
Il d.lgs. 85/2010 non predispone un’unica procedura devolutiva, bensì una serie di procedure parallele. La procedura ordinaria è la più complessa, perché si articola in un momento di esclusione dei beni non trasferibili, in un momento di selezione dei beni trasferibili ed in un momento finale di attribuzione dei beni. Vi è poi una procedura speciale, dedicata ai beni del demanio idrico, marittimo e minerario, che hanno destinazione vincolata. Altre procedure sono previste per i beni militari e per i beni culturali. Ogni due anni, infine, potranno aver luogo ulteriori devoluzioni per mezzo dei decreti biennali di attribuzione.
Gli effetti principali del federalismo demaniale si producono sul piano civile e consistono nel trasferimento della proprietà del possesso e nella continuità nello stato di fatto e di diritto del bene. La devoluzione ha anche effetti patrimoniali: in un’ottica di piena neutralità finanziaria delle operazioni, infatti, sono stati attentamente disciplinati i riflessi delle attribuzioni sul patto di stabilità interno e sui trasferimenti erariali. Sul piano di politica economica, infine, si possono distinguere la valorizzazione diretta e quella indiretta: quest’ultima è più accattivante dal punto di vista finanziario, ma richiede la predisposizione del piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, il conseguimento di una attestazione di congruità del valore di dismissione, lo stato non dissestato dell’ente territoriale e la destinazione vincolata di una parte dei ricavi.