LA RESPONSABILITÀ DEGLI ENTI PER REATI AMBIENTALI

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art. 25-undecies d.lgs. 231/2001 introdotto dal d.lgs. 121/2011

Colombino, Luigi

18 maggio 2012

pdf  / 98 Pagine in formato libro (17X24 cm)

Analisi delle modifiche apportate al D. Lgs. 231/2001 dal D. Lgs. 121/2011, con cui è stato esteso ai reati ambientali l’ambito di responsabilità delle persone giuridiche.

20,00

  • editore: Exeo
  • collana: avanguardia giuridica
  • numero in collana: 41
  • isbn: 978-88-97916-09-3
  • sigla: MA41
  • categoria: MONOGRAFIE
  • tipologia: giuridica
  • genere: studio applicato
  • altezza: cm 24
  • larghezza: cm 17
  • dimensione: A4
  • funzioni permesse: Stampa: SI - Modifica: SI - Copia/Incolla: SI
  • protezione: digital watermarking
  • disponibità: illimitata
  • destinatari: professionale accademico
  • soggetto: diritto
CAPITOLO I
INTRODUZIONE
1. CENNI SULLA TUTELA PENALE DELL’AMBIENTE IN ITALIA
2. GENESI DELLA NORMATIVA
CAPITOLO II
IL DECRETO LEGISLATIVO 121/2011
1. GLI OBBLIGHI DI INCRIMINAZIONE NELLA DIRETTIVA 2008/99/CE
2. LA TRASPOSIZIONE DELLA DIRETTIVA 2008/99/CE ALL'INTERNO DEL CODICE PENALE ITALIANO
2.1 L’omessa introduzione degli altri reati ambientali
CAPITOLO III
LA RESPONSABILITÁ AMMINISTRATIVA DELLE PERSONE GIURIDICHE PER I REATI AMBIENTALI
1. IL D.LGS. 231/2001
2. IL CAMPO DI APPLICAZIONE
3. I SOGGETTI RESPONSABILI
4. I CRITERI DI IMPUTAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ SUL PIANO OGGETTIVO, APICALI E SOTTOPOSTI
5. VANTAGGIO E INTERESSE
6. LA RESPONSABILITÀ DEGLI ENTI PER I REATI AMBIENTALI
7. I CRITERI DI IMPUTAZIONE OGGETTIVA.
8. LE SANZIONI
8.1 Le sanzioni nel d.lgs. 231/2001
8.2 Sanzioni per i reati ambientali
8.3 La confisca.
9. CENNI SULLA PRESCRIZIONE
CAPITOLO IV
I MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA

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La presente opera ha la finalità di illustrare le recenti modifiche introdotte dal d. lgs. 121/2011, in merito all’addebitabilità dei reati di natura ambientale alle persone giuridiche; evidenziando gli aspetti innovativi nonché quelli più critici della nuova disciplina, essa si propone di raggiungere più categorie di destinatari: dal tecnico del diritto, all’amministratore di una società, fino allo studente universitario.
Il percorso intrapreso inizia da una breve analisi storica della tutela penale dell’ambiente in Italia e in Europa, proseguendo sino all’adozione delle due Direttive che costituiscono il presupposto del decreto in commento. Il cuore dell’opera contiene un’approfondita analisi tecnico-giuridica delle norme introdotte tramite il d.lgs. 121/2011, mentre nella parte conclusiva, si è affrontato l’importante tema dei modelli organizzativi di cui al d. lgs. 231/2001, aspirando, in particolare, a fornire qualche utile indicazione in merito alla redazione di detti modelli con riferimento alla parte speciale dedicata ai reati ambientali.

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Si tratta di una responsabilità amministrativa sui generis poiché, pur comportando sanzioni amministrative, consegue alla commissione di un reato e presenta le garanzie proprie del processo penale.
Per quanto riguarda le persone fisiche responsabili dei fatti illeciti, in conseguenza dei quali sorge la responsabilità amministrativa dell’Ente, l’art. 5 del decreto fa riferimento a due categorie di soggetti, di fatto considerando rilevante ai fini dell’attivazione della responsabilità la condotta di ogni agente, qualunque ne sia la collocazione interna, sia essa apicale o subordinata. L'ente è infatti responsabile per i reati commessi, nel suo interesse o a suo vantaggio, da: soggetti in posizione apicale, vale a dire persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell'Ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione ed il controllo dello stesso.
Con la pubblicazione del D.Lgs. 7 luglio 2011 n. 121 è stata recepita la direttiva comunitaria in materia di tutela penale dell’ambiente. In particolare il D.Lgs. 121/11, nel recepire la direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente e la direttiva 2009/123/CE, relativa all’inquinamento provocato dalle navi, ha inserito nel D.Lgs. 231/01 l’art. 25–undecies che ha introdotto, tra le fattispecie criminose che possono comportare una responsabilità amministrativa della persona giuridica, i reati ambientali.
Le sanzioni pecuniarie sono una conseguenza inevitabile dell’illecito e sono determinate per quote. Le sanzioni interdittive sono irrogate solamente riguardo ai reati per cui sono espressamente previste e non trovano inoltre applicazione nei casi di riduzione della sanzione pecuniaria. Qualora l’ente venisse afflitto da una sanzione interdittiva, può essere irrogata anche la sanzione della pubblicazione della sentenza. Per quanto riguarda la confisca, è inserita tra le sanzioni conseguenti al compimento di illeciti amministrativi. Trattasi di una qualificazione “autonoma” sia dalla confisca, intesa come misura di sicurezza prevista dal codice penale, sia dalla confisca, intesa come misura di prevenzione di cui alla L. 13 settembre 1982 n. 646 (e successive modifiche) in tema di criminalità organizzata.
Il d.lgs. 231/2001 ha previsto una forma di esonero dalla responsabilità amministrativa dell’ente o dell’azienda, nel caso in cui tali soggetti siano in grado di dimostrare, in sede giudiziale, per uno dei reati indicati, di aver adottato ed efficacemente attuato e mantenuto attivo un modello di organizzazione, gestione e controllo, idoneo a prevenire il reato della specie di quello verificatosi.