Ingerenze nell’esercizio del diritto di proprietà:il requisito di legalità

Il requisito della conformità alla legge cui fa riferimento l’art.1 prot.n.1 cit., rappresenta nell’architettura della norma della CEDU, il baricentro della tutela dominicale. Esso presuppone non solo un complesso di disposizioni di diritto interno, ma anche la conformità del provvedimento o condotta applicata alla legge medesima.

In effetti, prima delle sentenze Belvedere Alberghiera c. Italia e Carbonara e Ventura c. Italia del 30 maggio 2000 la Corte dei diritti umani aveva mantenuto un atteggiamento particolarmente cauto circa la possibilità di sindacare la legalità del provvedimento, valorizzando in proposito il principio che la Corte non si pone come ultima istanza rispetto ai giudici nazionali e dunque gode di una competenza limitata a verificare il rispetto del diritto interno [1].

Anzi, ancor prima dell’istituzione della Corte dei diritti umani, la Commissione aveva mostrato apertamente l’intento di cance... _OMISSIS_ ...fficacia precettiva della disposizione, fino al punto di escludere qualunque sindacato in ordine alle misure normative e/o attuative di diritto interno incidenti sul diritto di proprietà. Ciò in ossequio di una guideline rivolta a salvaguardare la sovranità degli Stati aderenti all’accordo [2].

E’ stata quindi la successiva giurisprudenza della Corte dei diritti umani a mutare in modo decisivo la rotta della tutela, facendo prevalere alla sovranità degli Stati quella dei diritti umani fondamentali, proprio in ragione della dignità che li contraddistingue.

Il che ha finito col produrre delle rotture evidenti tra il sistema di tutela nazionale e quello garantito dalla CEDU, soprattutto quando si è andati alla ricerca di interpretazioni, chiaramente improntate alla teoria del c.d. effetto utile, nelle quali si è data prevalenza al diritto fondamentale rispetto alla protervia - ove riscontrata- degli organi statali.

... _OMISSIS_ ...cato, in particolar modo, proprio con riferimento al diritto di proprietà.

Già la sentenza Latridis c. Grecia del 25 marzo 1999, mutando la prospettiva che riconduceva il principio di legalità alla mera garanzia dell’adeguatezza del risarcimento e del giusto bilanciamento tra interesse pubblico e diritto di proprietà, è pervenuta ad un’interpretazione più rigorosa e garantistica per le ragioni proprietarie del principio di legalità fino ad ammettere il contrasto con l’art. 1, prot. n. 1 di ogni ingerenza illegale sul diritto dominicale [3].

In quell’occasione il gestore di un cinema all’aperto, inizialmente sfrattato dall’amministrazione pubblica, era stato giudizialmente autorizzato a rientrare nel godimento del bene senza tuttavia riuscirci per l’opposizione del proprietario –Ministero delle finanze-. La Corte ritenne che il rifiuto di restituire il bene aveva integrato una violazione d... _OMISSIS_ ....n.1 alla CEDU, affermando così per la prima volta il principio che “un’ingerenza illegale nel diritto al rispetto dei beni comporta di per sé una violazione dell’art.1 del Protocollo n.1, indipendentemente dalle questioni relative alle modalità ed all’adeguatezza del risarcimento e quindi dall’esigenza di un bilanciamento tra l’interesse pubblico e la salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo, esigenza che rileva unicamente a fronte di un’ingerenza legale” [4].

Successivamente, il principio è stato ribadito affermando che il protocollo esige “anzitutto e soprattutto, che un’ingerenza della pubblica autorità nel godimento del diritto al rispetto dei beni sia legittima: la seconda frase del primo paragrafo di tale articolo autorizza la privazione di proprietà solo «nelle condizioni previste dalla legge» e il secondo paragrafo riconosce agli Stati il diritto di... _OMISSIS_ ...o;uso dei beni adottando «leggi»”.

E’ sempre la Corte a chiarire che “la preminenza del diritto, uno dei principi-cardine di una società democratica, inerisce all’insieme degli articoli della Convenzione” [5].

Anche Corte dir.uomo, 1 marzo 2001, Malama c. Grecia, ha ribadito che «l'art. 1 del Protocollo n. 1 richiede, prima di tutto e soprattutto, che un'ingerenza della pubblica autorità nel diritto al rispetto dei beni sia legale: la seconda frase del primo comma di tale articolo autorizza una privazione di proprietà soltanto alle condizioni previste dalla legge e il secondo comma riconosce agli Stati il diritto di disciplinare l'uso dei beni applicando delle leggi. Inoltre, la preminenza del diritto, uno dei principi fondamentali di una società democratica, è una nozione riguardante il complesso degli articoli della Convenzione [6]». Sicchè la questione del rispetto del giusto eq... _OMISSIS_ ...o;interesse generale della comunità ed il rispetto dei diritti umani fondamentali diventa rilevante solo quando si è stabilito che l’interferenza soddisfa il requisito della legalità e non risulta arbitraria [7].

Da qui la conclusione che qualunque privazione o limitazione del godimento di un bene deve avere una base legale [8].

La Corte di Strasburgo, pur talvolta ribadendo che spetta in primo luogo alle autorità nazionali l’accertamento della costituzionalità di una misura privativa della proprietà [9], è andata infatti nel tempo approfondendo il controllo sostanziale del contenuto delle leggi che, inizialmente, era sembrato non necessario ogni volta che si fosse presentata una legge limitativa della proprietà.

Il che se impone, tra l’altro, l’esistenza di norme sufficientemente accessibili, precise e prevedibili necessita, in modo altrettanto ineludibile, che le stesse non giungano a risultati... _OMISSIS_ ....