DEMANIO IDRICO E RESPONSABILITÀ DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

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Gallenca, Davide

23 maggio 2013

pdf  / 101 Pagine in formato libro (17X24 cm)

La trattazione monografica relativa alla responsabilità della pubblica amministrazione derivante dal controllo del demanio idrico -inteso in tutti i suoi aspetti (ci si riferisce non solo alle “acque”, ma anche e soprattutto alle pertinenze delle stesse, come canali, acquedotti ed in generale tutte le opere ed attività umane che abbiano a che fare con esse)- è destinata agli “operatori del diritto” che abbiano la necessità di avere una panoramica delle competenze e delle responsabilità della p.a. in ambito idrico. Per tale ragione, l’opera delinea- anche a livello storico- quali siano le acque pubbliche, per poi esaminare il concetto di responsabilità della pubblica amministrazione e, quindi, proporre al lettore i casi più recenti e più significativi che hanno visto la p.a. coinvolta in procedimenti relativi alle acque pubbliche.

25,00

  • editore: Exeo
  • collana: beni pubblici
  • numero in collana: 2
  • isbn: 978-88-97916-54-3
  • sigla: FCL02
  • categoria: MONOGRAFIE
  • tipologia: giuridica
  • genere: studio applicato
  • altezza: cm 24
  • larghezza: cm 17
  • dimensione: A4
  • funzioni permesse: Stampa: SI - Modifica: SI - Copia/Incolla: SI
  • protezione: digital watermarking
  • disponibità: illimitata
  • destinatari: professionale accademico
  • soggetto: diritto
INTRODUZIONE
CAPITOLO I
DEMANIO IDRICO E ACQUE: DEFINIZIONE E CONDIZIONE GIURIDICA EX ART. 822 c.c.
1. I beni pubblici
1.1.     Le pertinenze
2. Il demanio necessario: il demanio idrico
2.1. I fiumi e i torrenti
2.1.1. I fiumi e i torrenti: gli incrementi fluviali
2.2. I laghi e gli stagni
2.2.1. I laghi e gli stagni: le «valli»
2.2.2. I laghi e gli stagni: le sponde
2.2.3. Gli argini
2.3. Altre acque: i ghiacciai
2.3.1. Altre acque: le sorgenti
2.3.2. Altre acque: acquedotti e canali
2.4. Le acque private
3. Interventi normativi in materia di acque
3.1. La legislazione nello Stato unitario
3.2. Il Testo Unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici
3.2.1. Gli usi di pubblico generale interesse
3.2.2. Gli elenchi delle acque pubbliche
3.3. La «legge Galli», n. 36 del 05.01.1994
3.3.1. Il D.P.R. n. 238 del 18.02.1999
3.4. Il decreto legislativo n. 112 del 31.03.1998
3.5.    Il decreto legislativo n. 152 del 03.04.2006
3.6. Il decreto legislativo n. 85 del 28.05.2010
3.7. Regime giuridico e vicende dei beni del demanio idrico: cenni
CAPITOLO II
DEMANIO IDRICO E RESPONSABILITÀ DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
4.    La responsabilità civile
4.1.    Gli elementi costitutivi del fatto illecito
4.1.1. Il danno
4.1.2. Il nesso di causalità
4.1.3. Il dolo e la colpa
4.2. La responsabilità oggettiva
4.2.1. La responsabilità dei padroni e dei committenti
4.2.2. La responsabilità per il danno da cose in custodia
4.3.     La responsabilità civile della pubblica amministrazione
4.3.1. Il D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3 (T.U. degli impiegati civili dello Stato)
4.3.2. Il problema del risarcimento degli interessi legittimi
4.3.2.1. Il rapporto tra la domanda di annullamento e quella di risarcimento
4.3.3. Il problema della discrezionalità tecnica
4.4. La responsabilità contrattuale della pubblica amministrazione: il contatto sociale «qualificato»
CAPITOLO III
LE SPECIFICITÀ DELLA RESPONSABILITÀ IN MATERIA DI DEMANIO IDRICO
5. Il problema della individuazione dei soggetti responsabili e delle competenze nella gestione del demanio idrico
5.1. Le attività di polizia idraulica e la responsabilità
5.1.1. Il caso fortuito e il nesso causale
5.1.2. Dolo e colpa: rinvio
5.2. Sanità pubblica, inquinamento e salvaguardia del territorio
5.3. Il problema della discrezionalità ed il rispetto del principio del neminem laedere
5.4. Soggetti passivi del danno
CAPITOLO IV
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA

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Nonostante l’estrema importanza della risorsa idrica, sono poche le
attenzioni a lei riservate dalla dottrina. Pur essendo tutte di alto
livello, infatti, le trattazioni dedicate al bene idrico sono
numericamente poche.



Al contrario, le trattazioni dedicate all’esame della responsabilità
della pubblica amministrazione sono moltissime, grazie soprattutto alle
svolte “storiche” (o destinate a diventare tali) operate dalla
giurisprudenza della Corte di Cassazione con la sentenza n° 500 del
1999 riguardanti la risarcibilità degli interessi legittimi.



Tuttavia, e nonostante la grande attenzione della dottrina e della
giurisprudenza, ancora molte sfaccettature della responsabilità-
generalmente intesa- della pubblica amministrazione rimangono oscure o
sono ancora alle prime applicazioni nelle aule di giustizia (basti
pensare, a tale riguardo, ai casi in cui la p.a. sia a tutti gli
effetti custode ex art. 2051 c.c. e come tale debba rispondere del
danno causato).



Partendo da questi presupposti, si è scelto di indirizzare la
trattazione allo studio  della materia delle acque pubbliche
segnalando quali siano stati e quali siano- allo stato- i problemi che
occupano la legislazione e la giurisprudenza relativa al demanio
idrico.



Contestualmente, lo studio si occupa della responsabilità della
pubblica amministrazione, presentando le linee guida che la
giurisprudenza e la dottrina -più e meno recente- hanno posto alla base
della materia sottolineando però gli aspetti che paiono ancora
sviluppabili.



Tra gli aspetti che non sembrano ancora presi in considerazione dalla
dottrina vi sono proprio quelli relativi alla responsabilità della
pubblica amministrazione derivante dal demanio idrico sottoposto al suo
controllo. La trattazione mira a dare rilievo agli aspetti più
controversi e meno studiati della materia per poterli –almeno- mettere
in luce: tra questi, l’attività delegata della pubblica amministrazione
e la responsabilità ad essa conseguente.


Galleria immagini

Le acque pubbliche e la loro legislazione: nella slide 1 si elencano gli interventi legislativi più significativi per la materia. Con un veloce colpo d’occhio si prende conoscenza della normativa, disposta cronologicamente, iniziando dalle norme ormai storiche fino a giungere a quelle vigenti.
La responsabilità della pubblica amministrazione è materia ampiamente dibattuta, in dottrina e in giurisprudenza. Ormai è appurato che la p.a. può essere chiamata a rispondere ai sensi degli artt. 2043, 2049 e 2051 c.c.; inoltre, è noto che la responsabilità può derivare anche dalla responsabilità precontrattuale ex art. 1337 c.c., soprattutto per ciò che concerne la materia degli appalti. Nella slide 2 si pone la domanda se anche in relazione alle vicende del demanio idrico sia invocabile la disciplina dell’art. 1337 c.c.
L’art. 822 c.c. elenca i beni facenti parte del demanio pubblico, dividendoli in demanio marittimo, demanio idrico e opere destinate alla difesa nazionale. In particolare, viene sottolineato come i beni del demanio idrico siano fiumi, torrenti, laghi e le altre acque definite tali dalle leggi in materia. La slide 3 vuole porre il dubbio al lettore su quali siano –effettivamente- i beni del demanio idrico, spingendolo ad investigare.
Come noto, la pubblica amministrazione è responsabile della polizia idraulica di fiumi, torrenti e laghi. Quale espressione della macchina statale è, in concreto, investita di tale onere? Quale ruolo possono avere- eventualmente- i privati? La slide vuole evidenziare questo aspetto, invogliando il lettore a non fermarsi alla generica indicazione della pubblica amministrazione ed ad interrogarsi su quale sia l’ipotetico convenuto in un procedimento giudiziale.
Il Codice dell’Ambiente è una delle normative di riferimento per quanto riguarda la materia idrica. In particolare, è notevole per tre aspetti diversi: la sanità pubblica, l’inquinamento e la salvaguardia del territorio. La slide 6 vuole mettere in relazione questi tre diversi aspetti, uniti dal denominatore comune “acqua pubblica”, interessando il lettore alla scoperta della disciplina legislativa.
La slide 4 vuole porre il lettore “in difficoltà”: la parte di sinistra dà la sensazione che tutte le acque –o la maggior parte- siano “pubbliche”. La parte di destra, quindi, chiede se esistano acque private, non dando alcuna informazione al riguardo.