Competenze dei Comuni in materia di espropriazione per pubblica utilità

Ai sensi dell’art. 7 del Testo Unico, i Comuni godono di una serie di competenze espropriative particolari, ai fini di attuare la pianificazione prevista nel piano regolatore generale. Si tratta delle seguenti ipotesi:

- potere espropriativo relativamente ad aree inedificate e ad aree su cui insistono costruzioni che risultano in contrasto con la destinazione di zona o che hanno carattere provvisorio, a seguito dell’approvazione del piano regolatore generale, allo scopo di consentirne l’attuazione ordinata nelle zone di espansione previste dallo strumento stesso;

- potere espropriativo relativamente a immobili a cui va incorporata un’area inserita in un piano particolareggiato e non utilizzata, qualora il proprietario non intenda acquistarla ovvero non comunichi le proprie determinazioni, entro il termine di 60 giorni dalla ricezione di un avviso del dirigente dell’ufficio per le espropriazioni;

... _OMISSIS_ ...riativo relativamente agli immobili necessari per delimitare le aree fabbricabili e per attuare il piano regolatore generale, in ipotesi in cui non si sia trovato un accordo tra i proprietari del comprensorio;

- potere espropriativo relativamente alle aree in edificate e alle costruzioni da trasformare, secondo speciali prescrizioni, qualora sia decorso inutilmente il termine (non inferiore a 90 giorni), fissato nell’atto di determinazione della formazione del consorzio, notificato ai proprietari.

Queste competenze si rifanno a quanto stabiliva la legge urbanistica del 1942, che riconosceva al Comune competenze espropriative particolari per aspetti legati all’attuazione della pianificazione urbanistica e, nello specifico, dei piani regolatori comunali. In particolare, l’art. 18 di tale legge prevedeva: «In conseguenza dell’approvazione del piano regolatore generale i comuni, allo scopo di predisporre l’ord... _OMISSIS_ ...e del piano medesimo, hanno facoltà di espropriare entro le zone di espansione dell’aggregato urbano […] le aree inedificate e quelle su cui insistano costruzioni che siano in contrasto con la destinazione di zona ovvero abbiano carattere provvisorio».

È quanto ha ripetuto il legislatore del Testo Unico nella lettera a) dell’articolo 7, quando ha previsto che il Comune possa espropriare, a seguito dell’approvazione del piano regolatore generale, le aree inedificate e quelle su cui siano state erette costruzioni contrastanti con la destinazione di zona o che abbiano carattere provvisorio, al fine di consentire l’ordinata attuazione del piano stesso nelle zone di espansione. In dottrina è parso che il riconoscimento del potere espropriativo al Comune in ipotesi di aree non edificate e di aree edificate in maniera non conforme alla nuova destinazione di zona assumesse una certa natura sanzionatoria nei confronti del priva... _OMISSIS_ ...inerzia, per non aver destinato il proprio terreno edificabile alla funzione sua propria [1].

La scelta in favore dell’espropriazione presuppone l’esistenza di un piano regolatore che preveda la zona di espansione, seguito da un piano particolareggiato che comprenda quelle aree (e quei fabbricati) che non siano state rese conformi alle scelte di piano e che, in quanto tali, debbano essere destinatarie dell’apposizione di un vincolo pre-espropriativo.

Anche l’ipotesi di cui alla lettera b) della norma è ricalcata dalla suddetta legge urbanistica, secondo la quale «le aree che per effetto della esecuzione di un piano particolareggiato cessino di far parte del suolo pubblico, e che non si prestino da sole ad utilizzazione edilizia, accedono alla proprietà di coloro che hanno edifici o terreni confinanti con i detti relitti, previo versamento del prezzo che sarò determinato […] in rapporto al vantaggio deriva... _OMISSIS_ ...incorporamento dell’area».

In tali ipotesi, il Comune poteva espropriare integralmente o parzialmente l’immobile a cui le citate aree dovevano essere incorporate, quando il proprietario si fosse rifiutato di acquistarle o avesse lascato decorrere infruttuosamente il termine assegnatogli per manifestare la sua volontà.

Ancora, la terza fattispecie ha ripreso la disposizione di legge urbanistica secondo cui veniva notificato ai proprietari delle aree fabbricabili presenti nel comprensorio un invito ad accordarsi per la modifica dei confini tra le proprietà, in assenza del quale il Comune avrebbe potuto procedere ad effettuare le espropriazioni ritenute indispensabili ai fini di ottenere una nuova delimitazione delle aree.

Infine, per delineare la quarta e ultima ipotesi il legislatore si è rifatto ispirato alla vecchia norma urbanistica in materia di comparti edificatori di iniziativa pubblica, definiti c... _OMISSIS_ ...bricabili con speciali modalità di costruzione e di adattamento» [2].

Con il succedersi di nuove norme nel tempo, il comparto edificatorio è andato configurandosi come una lottizzazione obbligatoria, inserita tra la figura della lottizzazione facoltativa e quella della lottizzazione d’ufficio ed effettuata dal privato in adempimento all’obbligo imposto dalla Pubblica Amministrazione, sotto comminatoria di esproprio [3].

La norma prevedeva che, una volta formato il comparto, i proprietari dovevano essere invitati a dichiarare se intendevano procedere all’edificazione dell’area e alle trasformazioni degli immobili prescritte da soli, se proprietari dell’intero comparto, o riuniti in consorzio. Per la costituzione del consorzio era necessaria e sufficiente la presenza di proprietari che in base all’imponibile catastale costituissero i tre quarti del valore del comparto.

Decorso infrutt... _OMISSIS_ ...rmine, il Comune poteva procedere all’espropriazione delle aree costituenti il comparto. Si configurava pertanto un obbligo per il Comune di realizzare il comparto edificatorio, anche andando contro la volontà dei cittadini, se necessario.

Il potere del comune è stato quindi rafforzato per promuovere l’attuazione delle disposizioni urbanistiche di piano entro i termini legislativi [4].

L’unico obbligo tassativo a carico del comune è quello di quantificare la spesa occorrente: «La mancata indicazione dell’indennizzo o l’insufficienza delle previsioni di spesa relative al costo derivante dall’erogazione degli stessi non è idonea ad invalidare di per sé gli atti approvativi del progetto della realizzanda opera pubblica che hanno comportato la dichiarazione di pubblica utilità, potendo sempre intervenire in proseguo con un provvedimento integrativo delle originarie previsioni del piano finanziario approv... _OMISSIS_ ...