REGIME GIURIDICO DEI BENI PUBBLICI TRASFERITI ALLE SOCIETÀ PARTECIPATE

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Nadile, Elena

26 novembre 2013

pdf  / 190 Pagine in formato libro (17X24 cm)

L’opera delinea le caratteristiche salienti dei beni pubblici, nonché la disciplina giuridica speciale cui essi sono sottoposti e a cui si sottraggono, invece, i beni privati integralmente assoggettati ad una regolamentazione di diritto comune. Essa inoltre analizza compiutamente gli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali in grado di aiutare gli operatori del diritto ad individuare il regime giuridico corretto cui assoggettare i beni trasferiti o acquisiti dalle società partecipate.

25,00

  • editore: Exeo
  • collana: beni pubblici
  • numero in collana: 6
  • isbn: 978-88-97916-83-3
  • sigla: FCL06
  • categoria: MONOGRAFIE
  • tipologia: giuridica
  • genere: studio applicato
  • altezza: cm 24
  • larghezza: cm 17
  • dimensione: A4
  • funzioni permesse: Stampa: SI - Modifica: SI - Copia/Incolla: SI
  • protezione: digital watermarking
  • disponibità: illimitata
  • destinatari: professionale accademico
  • soggetto: diritto
INTRODUZIONE
CAPITOLO I
CARATTERISTICHE GENERALI DEI BENI PUBBLICI E LORO REGIME GIURIDICO
1. Caratteri generali e classificazione dei beni pubblici
2. Regime giuridico della «proprietà pubblica»
3. L’uso dei beni pubblici
4. Riparto di giurisdizione al cospetto di un provvedimento concessorio di beni pubblici
5. Le Sezioni Unite optano per una nuova «demanialità».
CAPITOLO II
DISCIPLINA GIURIDICA DEI BENI PUBBLICI TRASFERITI E/O ACQUISITI DA SOCIETÀ PARTECIPATE
SEZIONE I
L’AVVENTO DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI NEL PANORAMA ORGANIZZATIVO DELLA P.A.
1. Il fenomeno societario frutto dell’avvio del processo di privatizzazione degli enti pubblici
2. L’avvento del modello societario soprattutto nel settore dei servizi pubblici locali
3. L’incidenza dell’avvento del modello societario sulla disciplina giuridica dei beni pubblici
SEZIONE II
PRIVATIZZAZIONE DELL’ANAS E SUA INCIDENZA SULLA DISCIPLINA GIURIDICA DELLA RETE STRADALE
1. Le vicende «modificative» dell’Anas e la loro influenza sul regime giuridico della rete stradale
2. La singolare tesi adottata dal Consiglio di Stato per sostenere la natura giuridica pubblicistica delle «Case cantoniere».
SEZIONE III
PRIVATIZZAZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE FERROVIARIA E SUA INCIDENZA SULLA NATURA GIURIDICA DELLA RETE
1. Vicende costitutive e modificative concernenti «Ferrovie dello Stato»
2. L’orientamento del Consiglio di Stato in ordine alla natura giuridica dei beni appartenenti alla Ferrovie dello Stato S.p.a.
SEZIONE IV
NATURA GIURIDICA DEI BENI PUBBLICI CONFERITI A SOCIETÀ PARTECIPATE DEPUTATE ALL’EROGAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
1. I beni del demanio idrico e le vicende modificative delle società patrimoniali nel settore del servizio idrico integrato.
2. La Corte Costituzionale interviene con la pronuncia 320/2011.
3. Il parere reso dalla Corte dei Conti 9/2012
CAPITOLO III
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
1. Natura giuridica dei beni trasferiti e/o acquisiti dalle società partecipate: tra dubbi e contrasti interpretativi
ALLEGATI
Allegato 1 – Cassazione Civile, Sezioni Unite, 14 febbraio 2011, n.
Allegato 2 – Consiglio di Stato, sez. V, 19 giugno 2009, n. 4035
Allegato 3 – Consiglio di Stato, Ad. Plen., 5 settembre 2005, n. 6
Allegato 4 – Corte Costituzionale 25 novembre 2011, n. 320
Allegato 5 – Corte dei Conti, sez. controllo, 13 febbraio 2012, n. 9
Allegato 6 – Consiglio di Stato, sez. IV, 14 febbraio 2008, n. 510
GLOSSARIO DELLE ABBREVIAZIONI
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA

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Negli anni Novanta si è verificato un importante processo di
privatizzazione degli enti pubblici, volto a far si che la P.A. potesse
dotarsi di strumenti più duttili, flessibili e, pertanto, maggiormente
efficienti, efficaci ed economici per il perseguimento dei propri fini
istituzionali, sviluppatosi prevalentemente in due fasi.

La prima, detta anche «fase fredda» o di privatizzazione in senso
formale, si è caratterizzata per la trasformazione degli enti in esame
in società di capitali il cui pacchetto azionario continuava, però, ad
essere detenuto integralmente dallo Stato.

Per ciò che attiene, invece, alla seconda fase, ad oggi ancora non
completamente attuata, detta anche «fase calda» o privatizzazione in
senso sostanziale, essa si sarebbe dovuta caratterizzare per la
cessione del pacchetto azionario ai privati con conseguente dismissione
da parte dello Stato dei relativi poteri di controllo effettivo del
soggetto privatizzato.

Inoltre, il proliferarsi del modello societario nel panorama
organizzativo della P.A. è stato sollecitato anche dall’avvio del
processo di esternalizzazione dei servizi pubblici, in un’ottica di più
efficiente, efficace ed economica gestione degli stessi, soprattutto da
parte degli enti locali.

Tutto ciò ha determinato, però, l’insorgere di una importante quaestio
iuris attinente alla disciplina giuridica applicabile ai beni pubblici
trasferiti e/o acquisiti da tali società partecipate.

Tale problematica non costituisce, però, una mera questione teorica, ma
comporta rilevantissime ricadute pratiche. Infatti, la disciplina
giuridica cui soggiacciono i beni pubblici e i beni privati è
notevolmente diversa.

Alla luce dei più recenti approdi interpretativi, elaborati con
riferimento a casi particolari attinenti ai «beni autostradali»,
«ferroviari» ed infine ai beni utili alla erogazione del servizio
idrico, è possibile ricavare dei principi che possono essere
generalizzati ed applicati a tutte le altre ipotesi similari.

A tale riguardo, sia la dottrina che la giurisprudenza sono pervenute a
qualificare i beni in esame come pubblici e, pertanto, ad assoggettarli
alla relativa disciplina giuridica, sia perché i soggetti loro titolari
sono solo formalmente privati, e sia perché, al di là della natura
giuridica dell’ente proprietario, i beni in questione sono strumentali
al perseguimento di bisogni collettivi, e quindi, sono avvinti da un
vincolo di destinazione di matrice pubblicistica.

Galleria immagini

All’interno della categoria dei «beni pubblici» vi rientrano i beni demaniali, i beni patrimoniali indisponibili e i beni del patrimonio disponibile dello Stato. Per le prime due categorie opera una disciplina giuridica speciale. I beni patrimoniali disponibili, invece, sono sottoposti integralmente ad una disciplina di diritto comune.
L’art. 42 Cost. nel sancire che la proprietà è pubblica o è privata lascia intendere che da tale diversificazione ne discende una diversa disciplina giuridica. A conferma di ciò, lo stesso nostro codice civile introduce per la «proprietà pubblica» una disciplina giuridica peculiare e differenziata rispetto a quella riferita ai beni di matrice privatistica. I tratti salienti e generali della disciplina speciale cui sono assoggettati i «beni pubblici» sono: la loro inalienabilità, l’inespropriabilità, l’inusucapibilità, la loro mancata attitudine a costituire diritti a favore di terzi. È opportuno aggiungere, però, che tale disciplina è particolarmente atteggiata al cospetto dei beni rientranti nel c.d. patrimonio indisponibile dello Stato.
Negli anni Novanta il panorama organizzativo della P.A. si è arricchito grazie all’avvento dello strumento societario. Le società di capitali sono state, innanzitutto, frutto del processo di privatizzazione avviato per superare le inefficienze verificatesi e volto a far si che l’Amministrazione potesse dotarsi di strumenti più flessibili ed efficaci. Inoltre, le predette società si sono proliferate anche a seguito della scelta operata soprattutto dagli enti locali in punto di erogazione e gestione dei servizi pubblici al bacino di utenza di riferimento.
L’avvento delle società di capitali ha fatto subito insorgere un interrogativo giuridico rilevante consistente nella «sorte giuridica» dei beni pubblici trasferiti e/o acquisiti dalle società partecipate. I casi esaminati nel presente lavoro, a titolo meramente esemplificativo, hanno riguardato, in particolare, i beni «autostradali» a seguito della trasformazione dell’Anas da ente pubblico economico in S.p.a.; i beni «ferroviari» a seguito della privatizzazione della Ferrovie dello Stato; ed infine i beni del demanio idrico volti all’erogazione del servizio idrico integrato.
Alla luce dell’analisi effettuata è stato possibile evincere che il quesito giuridico è risolvibile sotto due angoli prospettici. Valorizzando un dato prettamente soggettivo è possibile concludere che i beni in esame sono pubblici in quanto il soggetto titolare è da considerarsi anch’esso pubblico, poiché il processo di privatizzazione si è arrestato ad uno stadio solo formale. Mettendo, invece, in rilievo un elemento oggettivo tali beni devono essere considerati pubblici perché, indipendentemente dalla natura del soggetto titolare, sono caratterizzati da un vincolo di destinazione pubblicistico.

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APPROFONDIMENTI

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